venerdì 1 giugno 2012

(moscio) Epitaffio per un cagnolino da combattimento

Ha reso finalmente un servizio al suo paese
Levando le tende mestamente il barboncino di Varese
Per questo oggi non mi partiva la motosega
È tutto il giorno che per solidarietà ella si nega
Era affranta per il tramonto del coniglio da battaglia
Era disperata per l’agonia e l’avvisaglia
O qual fine, o quale scorno, o qual delusione
Sparire così immantinente senza lasciar traccia d’erezione
Da Varese a Edolo passando per Legnano
Ma quanti tuoni e quanti fulmini per raccattare un po’ di grano
I formidabili anni passati a falciare il prato bergamasco
I formidabili sforzi fatti per tenere sempre in alto il fiasco
A che son serviti se non a mangiare una cofana di rigatoni
Per poter poi dire di aver tenuto testa a simili predoni
Non so che dire, mi sento vilmente ammorbato
Ho vissuto 20 anni a sentire l’odore dell’abigeato
In 20 anni ho contato tanti capi di bestiame
Adesso è chiaro, quanto costa il vuoto spinto del reame
Non voglio andare a pescare trote a Brescia
Non voglio ascoltare altre strofe di canzone moscia
Sono stanco, poco ho visto e troppo ho dato
Sono stufo, con quanta arroganza mi hanno smaronato
Adesso basta, adesso esco dal portone
Scendo in strada, vado al seggio e tiro lo sciacquone

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