Soppressa la diocesi di Campovico

Con la bolla Costarum Cech alcholisti delendum, la S. Sede ha soppresso la Diocesi di Campovico. La soppressione si è resa necessaria per un molteplice ordine di motivi:

• il tentativo di portare il timore di Dio nella triste landa da Dubino a Dazio è al di fuori delle capacità umane (quelle terre resteranno quindi ab aeterno in partibus infidelium, dedite all’Alfa Romeo e ad altri esecrabili vizi)
• il venir meno del regime universalistico morbegnese (basato sulla fusione tra potere temporale e spiritual-oratoriano) ha come conseguenza la soppressione della diocesi e l’esilio del vescovo-assessore mons. Dioniso Tracanna (per feroce contrappasso, sarà mandato al confino in una fabbrica di acque minerali)
• la diffusione dell’ubriachezza (prevista a fini rituali dalla liturgia campovichese) aveva raggiunto livelli talmente elevati da essere ritenuti inammissibili persino per la Costa dei Cech (in più di un’occasione i baccanali post pellegrinaggio al Santuario del divin prigioniero alcolizzato di Cermeledo sono degenerati a tal punto da dover richiedere l’intervento della Forestale)

Pasquino Pinzocheri Press Agency si permette di formulare alcune annotazioni a margine della, comunque, lieta novella:

• Perché la S. Sede, invece che per la soppressione, non ha invece optato per il suo mantenimento, sostituendo il vescovo Tracanna con mons. Gabriel Alberto Antonio Josè De La Pertega y Ganassas, meglio noto come “il flagello dei beoni” ed assurto ad imperitura fama per aver fatto impalare vivi tre melatt 20enni durante l’ultima edizione di Morbegno in cantina, dopo che questi, in preda ai terribili fumi dei vini di Traona, avevano cercato di soddisfare alcune bisogni naturali con la sua perpetua ottuagenaria??
• Oppure, ammesso e non concesso che la soppressione della diocesi sia la migliore scelta, perché non far direttamente radere al suolo l’intera Costa dei Cech?? IL LAVORO FATTO A META’ NON E’ MAI UN BUON LAVORO!