lunedì 20 ottobre 2014

Ravoledo (SO). Derby Atletico Cavron/Deportivo Murador - Scontri e tafferugli allo stadio

Domenica scorsa Ravoledo (frazione di Grosio, inopinatamente, ed infondatamente, nota come "la Piccola Parigi") è stata letteralmente messa a ferro e fuoco dagli scontri tra ultrà, in occasione del derby calcistico tra Atletico Cavron e Deportivo Murador, disputatosi allo stadio della "Purscelera Olta" (per la cronaca la partita è stata sospesa al 16-esimo del secondo tempo per invasione di campo, sul risultato di 1-1).
Già di prima mattina, nonostante l'inizio della partita fosse fissato per le 15.00, per le strade di Ravoledo si sono verificate scorribande e scontri tra i componenti della Brigheda MontaChevri (barra brava dell'Atletico Cavron, capeggiata da Zoofilino Montarini, soprannominato "InculaBeck") e della Roscia di Magutt (barra brava del Deportivo Murador, che ha come leader carismatico Giuseppe Taloccia, nome di battaglia "Butumiera"). Un gruppo di tifosi del Cavron è stato sorpreso in un bar ed assalito a calci e pugni dai Magutt. Alcuni tifosi sono stati poi gettati a capofitto nella vasca di raccolta reflui di una porcilaia. Come ritorsione, i Montachevri hanno assaltato due famiglie che facevano la fila al botteghino dello stadio per acquistare i biglietti ed avevano bandiere e sciarpe del Murador. Dopo una breve colluttazione hanno preso in ostaggio tutte le persone e le hanno trascinate a forza presso la diga di Fusino, gettandole poi in acqua.
L'intervento del IV Reggimento Antisommossa del Comando Ustascia di Sondalo (i c.d. "Mayoon", guidati dal colonnello Krvolocan Pogrebnik Vseubit) ha riportato un minimo di tranquillità per le strade di Ravoledo. 
Alle 14.45 le due tifoserie sono confluite verso la Purscelera Olta, in vista dell'imminente inizio del derby. Un imponente schieramento di Ustacia ha gestito senza particolari problemi l'ingresso delle due tifoserie sugli spalti a loro riservati (divisi da un cordone formato da due plotoni di Gurkha nepalesi, armati di mitragliatrici contraeree).
Al fischio di inizio delle 15.00, le due barras hanno iniziato un reciproco lancio di palle di sterco con fionde e catapulte. Due ultrà del Cavron, dopo aver bevuto un barile di siero a testa, hanno dato le spalle alla tifoseria avversaria e, piegatisi a 90, hanno iniziato una fitta raffica di getti di diarrea. Di rimando, quattro esagitati appartenenti alla Roscia di Magutt hanno mandato in campo una scrofa in calore da due quintali, fatta seguire da quattro verri che hanno iniziato a concupirla sul terreno di gioco. L'arbitro ha dovuto sospendere la partita, che ha potuto essere ripresa solo dopo che ognuno dei verri era riuscito a sfogare i suoi astratti furori sulla scrofa. 
Al 24-esimo del primo tempo il Cavron è passato in vantaggio con un tiro dal limite dell'area del suo centravanti Cristoforo Crostonazzi (soprannominato "mus de purscel").
Il primo tempo si chiude con il Cavron in vantaggio per 1-0. Durante l'intervallo la situazione è di nuovo degenerata. Le due tifoserie hanno sfondato il cordone di Gurkha che le divideva, dando vita a ferocissimi scontri, poi propagatisi fuori dallo stadio. L'ordine pubblico è stato ripristinato a fatica da un'azione congiunta di Gurkha ed Ustascia, che hanno dovuto fare ricorso a ripetute cariche di cavalleria ed all'uso di idranti sfollagente caricati con liquame zootecnico
Ristabilito un minimo di tranquillità, il secondo tempo ha avuto inizio, con circa 30 minuti di ritardo. Al 12-esimo minuto, il Murador pareggia con una staffilata dai 25 metri del centrocampista Martino Picconacci, noto al grande pubblico di Ravoledo come "Martin Fratazz".
Il pareggio del Murador ha fatto scatenare la barra del Cavron. Alcuni degli ultrà più scatenati, e sciammannati, hanno invaso il campo con sei trattori, ognuno trainante un carro ribaltabile di letame, che è stato sparso a grandi mucchi sul terreno di gioco. L'arbitro ha perciò dovuto sospendere la partita al 16-esimo minuto.
I facinorosi hanno poi azionato gli idranti per l'irrigazione, di modo che in campo si è formato uno strato di poltiglia stercoraria spesso un metro, dove le due tifoserie si sono date battaglia per circa due ore, sguazzando nel letame e scambiandosi botte senza pietà.
Reputando pericoloso l'intervento diretto per sedare gli scontri, Gurkha ed Ustascia hanno deciso di affrontare la situazione in un modo insolito: 
  • con un elicottero hanno lanciato ordigni contenenti feromoni ed ormoni di scrofa e vacca in calore sui partecipanti alla battaglia
  • hanno immesso in campo 50 verri e 30 tori, già precedentemente eccitati con ormoni (e dotati di profilattici in carta vetrata a grana grossa)
  • dopo di che, dall'esterno, hanno chiuso ogni varco dello stadio, impedendo in tal modo a chiunque di uscire
  • passate 3 ore i cancelli sono stati riaperti e la folla fatta defluire. Il bilancio è di 94 sodomizzati a sangue
  • a quel punto, le forze dell'ordine hanno rastrellato l'area circostante lo stadio ed hanno sottoposto tutti i fermati ad ispezione sfintero/rettale. Coloro ai quali sono state riscontrate tracce, anche minime, di alesaggio suino e bovino sono stati tratti in arresto e denunciati per violenze e turbativa dell'ordine pubblico (e, naturalmente, medicati con una pomata a base di strutto, pesteda e peperoncino).

giovedì 16 ottobre 2014

Il grande condottiero avicolo

Starnazzava bene il pennuto
Borioso tonitruante e pettoruto
Regnava lato confine elvetico
Contrastrarlo era roba da eretico
Potere rumoroso e quasi tremendo
Benefattore di montano borgo delendo
Babilonia in quota con vista lago
Genio sottile più dello spago
Due lustri di scintillante regno
Lasciando a noi terribile segno
Sempre a suo fianco la ragione
Tutti proni a sentire la lezione
Sentiero diritto verso la gloria
Pareva giunta la fine della storia
Indisturbato impero nel pollaio
Se ne andava leggero e gaio
La certezza che egli non erra
Stupefacente il razzolare in terra
La certezza di illuminato governo
La convinzione di esser padreterno
Nessuno osava l'invettiva
Temendo folgore vendicativa
Pubblica opinione lecca posteriore
Privata lamentela ma senza vigore
Inarrestabile come un grande fiume
Soggiogati dallo sbattere di piume
Pavoneggiamento con le penne
Egocentrismo elevato alla "enne"
Chi gli è stato ridicolo gendarme
Chi gli ha elevato patetico carme
Tutti stupiti per l'alzar di cresta
Peccato che sotto manchi la testa
Menar vanto di epico battacchio
Gratta il toro ed esce l'abbacchio
Stolte parole ci infilza nella carne
Da cervello crivellato dalle tarme
Schifezza che resta sulla pietra
Degno prodotto di gente tetra
Rozzo parlare mai dimenticato
Turpe ragionare mai perdonato
Infame berciare a fianco di una bara
La sua pochezza a noi pare chiara
Bassezza non ammette prescrizione
Solo un'ardente eterna esecrazione
ll perdono sarebbe diseducativo
La macchia non trova detersivo
Bassezza che non avrà amnistia
Merita fucilazione in qualche retrovia

***
 
Ha fine ciò che ha avuto inizio
Pochi però han visto l'indizio
Svegliata la repubblica delle mele
E il vino si è tramutato in fiele
Venuto il momento del gran crollo
Di facezie il paese era satollo
Manda la folgore Beata Vergine
Col fuoco mettici un argine
Spazza via le posticce glorie
Dai corso alla damnatio memoriae
Era il grande patriarca avicolo
Scassinato il senso del ridicolo

martedì 14 ottobre 2014

Albosaggia (SO). Epidemia di muffa corporea antropica

Da circa un mese, una tremenda epidemia di muffa corporea antropica (popolarmente definita marcionera) sta funestando la popolazione di Albosaggia. La malattia:
  • ha colpito il 78% della popolazione
  • è causata dal fungo microscopico Puthreomyces Viridis Bosagginus (PVB - localmente noto come semenza del marcione).
  • si manifesta in coloro che ne sono affetti con una proliferazione di muffa nero verdastra su viso, mani, piedi, ascelle (nei casi più gravi anche su capezzoli e parti intime). Altro sintomo dell'infezione da PVB è il caratteristico odore di sugna rancida e siero di latte fermentato.
Ad Albosaggia ed hinterland, essere affetti da marcionera è considerato un segno di virilità (per i maschi) e di avvenenza (per le femmine).
Non solo, dal 1328 ad Albosaggia è attiva la Antica Mufferia dello Stambeccaccio (AMS) che si è guadagnata imperitura gloria nel borgo grazie alla Viridella Puthrescens, una pomata/panacea ottenuta tramite la lavorazione della muffa corporea da PVB, appositamente raccolta. AMS ha selezionato un gruppo di 120 donatori di muffa che, messi sotto contratto, ogni 3 mesi si sottopongono alla raschiatura della muffa, che viene sottoposta ad un complesso processo al termine del quale si ottiene la Viridella. Giova in proposito ricordare che un adulto affetto da PVB è in grado di produrre in un trimestre tanta muffa da riempire una gerla.
Questo è il processo produttivo, riassunto per sommi capi:
      1. stagionatura della muffa in cantina per sei mesi, su apposite scalere, dove viene continuamente trattata con una miscela di sudore di becco e di montone
      2. marinatura per due settimane della muffa in una soluzione di acqua e melma
      3. macinazione ed omogeneizzazione della muffa in un mulino con macine di pietra ed ottenimento della poltiglia madre 
      4. preparazione della base grassa (miscela omogeneizzata e fermentata di sugna, strutto e sego) 
      5. miscelazione della poltiglia madre con la base grassa 
      6. invecchiamento per 2 anni del prodotto 
      7. confezionamento della Viridella (in comodi e maneggevoli fustini da 10 kg, oppure in supposte, ovuli ed opercoli)
      In quel di Albosaggia, la Viridella è considerata una vera e propria panacea, adatta a curare molti disturbi. Si citano, a titolo puramente esemplificativo e non esaustivo:
      • infezioni della bocca e delle labbra
      • emorroidi e ragadi da allattamento
      • dermatiti da contatto
      • eccessiva sudorazione di piedi ed ascelle
      • alitosi
      • prurito intimo
      • forfora
      • infestazioni corporee da pidocchi e piattole

      Memorie di un boia - Trancio II

      Un caloroso saluto da Uguccione Ghigliotti Cainozzi, il vostro affezionatissimo boia. E' giunto il momento di intratternervi un po' parlandovi dei miei innamoramenti, perchè anche un boia si innamora. Ovviamente si tratta di amori di cui non si parla a "Verissimo", "La vita in diretta" o "Domenica live". Gli amori di un boia non sono roba per le Barbare D'Urso o le Silvie Toffanin. Gli amori di un boia suscitano orrore ai non addetti ai lavori. Un giusto orrore, sia chiaro, l'orrore di chi non può capire, un orrore di cui noi boia andiamo fieri poichè è la certificazione della nostra irriducibile diversità ed individualità.
      Non voglio perdere tempo ed arrivo al dunque: io sono innamorato della sola persona di cui è meritorio innamorarsi: Gloria Camelia Flora Strozzi Forconi, detta anche "Mamba del Patibolo", "Porta dello spavento supremo" o "Madre del supremo castigo universale". Per me è semplicemente "il Mamba".
      Anche il Mamba fa di mestiere il boia, e non potrebbe essere diversamente. C'è però tra noi una differenza, una differenza che ci completa in modo reciproco e celestiale. Mentre io sono un boia stanziale, ormai sono diventato un tutt'uno col mio braccio della morte, lei è invece un boia randagio ed ambulante, calpesta la polvere della nostre strade con il suo patibolo mobile e giustizia i pendagli da forca in pubblico, specialmente nei mercati e nelle fiere. C'è chi gira con le giostre e chi con la forca, sono scelte di vita, null'altro.
      Basta chiamarlo e il Mamba arriva, attrezza la sua forca ambulante ed in una trentina di minuti è capace di giustiziare anche 15 persone. Io ho con la forca un rapporto tecnico ed industriale, lei invece adamantino e romantico (a modo suo, ovviamente). Io faccio i volumi, lei fa la poesia.
      Tra me e lei è stato il classico colpo di fulmine, un fulmine fulmineo come la lama di una ghigliottina. Era il giorno in cui il Mamba ha giustiziato Efrem il Profeta, Immacolata la Candida e tutto il Comitato Centrale del PAMM (Partito Ambientalista Mercenario Morbegnese). Era il giorno in cui un salutare bagno di sangue ha purificato la cittadina del Bitto, facendo piazza pulita di ciarlatani e barattieri ambientalisti e simil progressisti begardo/marxisti de noantri. Un grande giorno, una sorta di 25 aprile etereo e truculento allo stesso tempo. Beautiful day...
      Ebbene, quel giorno ho visto come il Mamba faceva spegnere il sole sui marrani pendagli da forca che erano stati posti nelle sue sgrinfie ... ed è stato amore a prima vista, una celeste corrispondenza di sanguinosi sensi. La vedevo maneggiare con soavità la garrota, la ghigliottina ed il maglio, guardavo come preparava il cappio e con quale piacere stava a guardare gli impiccati penzolare ed oscillare lievi al vento, osservavo lo scintillare dei suoi occhi mentre squartava un mercenario ecologista. Ho visto tutto questo e dentro di me ho sentito una voce dirmi: "ecco, questa è la donna che cambierà la tua vita". Nulla poteva essere più come prima, nulla più!
      Mi sono avvicinato a lei ed ho provato le stesse sensazioni che avrebbe provato Dante per la sua Beatrice. Sì, perchè il Mamba, a modo suo, è pure un essere angelico, io mi figuro lei con 2 ali nere rivestite di catrame, ma sempre di ali si tratta. Senza perdere tempo le ho detto: "Mamba, aprimi il tuo cuore come apri il cranio dei condannati che spedisci all'inferno". Lei stava preparando la calce viva per la fossa comune dove erano da sotterrare i giustiziati, si è girata e ha detto semplicemente "sì, ma non dirmi mai che se ti voglio bene io devo cambiare". Io ho risposto: "l'amore e l'esecuzione sono le uniche forme di liberazione che conosco, le uniche leggi che possono essere scritte nel cuore di un boia".
      Dopo qualche minuto di silenzio, il suo volto di pietra ha assunto un'espressione non del tutto terrena, poi mi ha detto: "io so chi sei e so cosa significa essere un boia; viviamo in due compartimenti separati della medesima solitudine, abbattiamo il muro. Sappi però che io ho assoluto bisogno di essere accettata per quello che sono, io voglio continuare a fare il boia girovago ed a sterminare per le strade e le piazze. Non mi chiedere di stare chiusa dentro un braccio della morte per giorni e giorni. Tu sei il più grande tecnico della pena capitale, il genio della forca di massa, ma io per vivere ho bisogno di respirare l'odore plumbeo della terra mescolata col sangue e col terrore. Io ho bisogno della mia libertà".
      Si, Mamba, ti dico di sì.
      Adesso lo so che, quando spedisco un pendaglio da forca all'inferno, non sono più solo!

      lunedì 13 ottobre 2014

      Memorie di un boia - Trancio I

      Mi chiamo Uguccione Ghigliotti Cainozzi e di mestiere faccio il boia. Sì, sono un boia, faccio quel lavoro che tutti disprezzano ma di cui tutti hanno bisogno. In un certo senso mi sento un po' come gli immigrati, che tutti disprezzano ad alta voce ma poi bisogna pure, in qualche modo, alzarsi alle 4 e mungere le vacche, stare con 40 gradi sotto il sole di luglio e aspirare i vapori dell'asfalto, prendersi cura di papà e mammà quando sono fulminati dalla vecchiaia e dalle malattie neurodegenerative.
      Sì, sono reietto ... sono tutto insieme negro, coperto di tubercoli della lebbra, gay, sieropositivo, debosciato, depravato, ebreo, comunista, zoofilo, muso giallo, faccio sesso con qualunque essere vivente mi capiti a tiro, sono cosparso dai brufoli della sifilide, sono promiscuo ... e soffro pure di alitosi. Eppure sono indispensabile, i mercanti di paura sono dei veri e propri stakanovisti, ogni giorno trovano una nuova dozzina di nemici della civiltà da neutralizzare, fare piazza pulita, eliminare nel fisico e nella memoria.
      Siamo una società di mamme rimbambite, paparini che si realizzano con un appartamento ed un BMW station wagon di seconda mano, bambini decerebrati dai soggetti appartenenti alle prime due categorie, vecchi rincoglioniti che portano il bamboccio al parco e preparano la minestrina ai genitori di esso stesso medesimo bamboccio. Una società così ha una fame tremenda di mostri. Troppe persone non possono assolutamente vivere senza mostri, altrimenti le quotazioni di mercato della paura e della tristezza crollano ed i poveri mercanti sarebbero rovinati. Una società così ha un disperato bisogno di negri, pedofili, stupratori, spacciatori, immigrati con scabbia e tubercolosi, omosessuali, transessuali, lesbiche, malati di AIDS, zingari.
      Ecco, una società così trabocca di mostri, mostri che bisogna eliminare per restituire la tranquillità alla nazione. Nei tribunali fanno i turni 24 ore su 24 per emettere tutte le sentenze capitali che servono a questa società ... e continuano ad accumulare arretrato. 
      L'opinione pubblica ha bisogno di almeno 3 sentenze capitali al giorno per starsene buona. Il mese scorso, in una settimana sono state condannate a morte solo 10 persone. Il risultato è stato che una folla sterminata di buoni padri di famiglia, mammine col passeggino e nonnetti con l'hobby del gioco della bocce ha messo a ferro a fuoco la Prefettura.
      C'è un disperato, ed irrimediabile, bisogno di consegnare al patibolo sempre più spazzatura sociale, per evitare che la GGENTE non veda insoddisfatta la sua fame di forca.
      Tutto sembra quadrare: si fa piazza pulita dei rifiuti umani che occupano le panchine ai giardinetti, dei venditori di fiori, dei vu' cumprà e dei loro calzini di spugna e dei nomadi e compagnia bella. Tutto è bello preciso, il braccio della morte dove io trionfo e regno lavora a pieno regime, la mia giornata lavorativa va dalle 7 di mattino alle 11 di sera; non segno nemmemo gli straordinari, 16 ore tutti i giorni da lunedì a venerdì, una media di 40 esecuzioni al giorno, dal momento del loro arrivo i condannati stanno nel braccio della morte non più di 24 ore. Tutto perfetto!
      Quando devo giustiziare qualcuno, guardo nelle palle degli occhi il pendaglio da forca che mi hanno messo davanti e mi sento come un bambino davanti ad un banco di dolciumi:
      • impiccagione con cavo metallico tipo freni della bicicletta?
      • una "botta de vita" con la sedia elettrica, direttamente collegata alla linea in alta tensione?
      • fucilazione a bruciapelo con cartucce a pallettoni incatenati?
      • impalamento con piantone chiodato?
      • garrota, girando lentamente la vite?
      • hanging, drawing and quartering, con esposizione delle mezzene davanti alla chiesa?
      • chiamo una ventina di studenti liceali e lo lapido con i cubetti di porfido?
      • lo decapito con la roncola?
      • squartamento coi cavalli nel cortile della scuola?
      • lo sotterro vivo in una cava di ghiaia?
      • lo gaso con lo scarico del motore diesel di una ruspa?
      • lo chiudo in un sacco con 20 chili di sassi e poi lo zompo nel lago di Como?
      Non so mai cosa scegliere, spesso tiro a sorte. Solo una cosa non posso sopportare: l'iniezione letale, troppo fredda, asettica, priva di pathos ... roba da infermieri!!
      Io sono un tecnico, un tecnico preparato. Pensate che nel mio braccio della morte ho organizzato diversi master per la formazione di giovani boia, affiancando con molta diligenza le lezioni teoriche con le esercitazioni pratiche. Grazie a me ed al mio know how ben 126 persone hanno imparato il mestiere e si coprono d'onore nei penitenziari dei cinque continenti.
      Ma ... però ... c'è sempre un "però", quel qualcosa che non ti torna e che non ti convince. Visto l'alto tasso di consenso sociale all'eliminazione dei rifiuti umani, in quanto boia mi aspetterei di essere socialmente considerato al pari dei poliziotti, delle ronde paramilitari e dei giudici bassi di statura che con un timbro ed una firma spediscono decine di persone nel mio stabilimento (un modello di efficienza, peraltro). 
      E invece no! Dopo 16 ore passate senza respiro a giustiziare tutti i pendagli da forca che mi mandano senza sosta, smonto dal lavoro, mi sfilo il cappuccio nero, il grembiule di cuoio, i guanti e gli stivali di gomma e cerco di tornare nel mondo civile, quel mondo civile che mi fa sgobbare 16 ore al giorno solo per non smettere di saziare la sua paura. Vi pare ragionevole che io voglia rientrare nel mondo? Non credo possiate negarmelo! A livello di principio paiono non esserci dubbi!
      No, invece! Basta che io mi faccia vedere per strada che subito si forma il vuoto attorno a me. Mi sfuggono come un appestato solo perchè, con grande trasparenza, applico l'omega a quello che loro, al bar, nel segreto dell'urna e davanti alla TV, ritengono non avrebbe mai dovuto avere l'alfa.
      Sono un perfetto strumento della loro volontà ma hanno paura di vedermi, salutarmi, darmi da bere! Che poca, anzi nulla, coerenza che hanno. Sono quello che traduce in realtà i loro sogni di igiene sociale e culturale e mi schifano in questo modo ... schizofrenici, sdoppiati, conigli. Tutti bravi ad ergersi a paladini dell'integrità morale del popolo, delle sane tradizioni, dei valori che reggono in piedi la famiglia e la società. Poi quando arriva chi traduce i loro sogni in realtà scappano tutti. Che abbiamo paura di me, della mia atroce incapacità di essere ipocrita?
      Io adoro il mio lavoro, adoro giustiziare tutto quello che mi portano da giustiziare, provo piaceri terribili nel far calare il sipario su innumerevoli vite, mi esalto nel fare dire addio al sole a tutto quello che loro mi mandano. Sì, sono innamorato del mio ruolo di boia, ma, a differenza di loro, io non recito un ruolo, io vivo in un ruolo, io non sono un attore che dà vita ad un personaggio, io sono una persona, e questo è terribile ed affascinante allo stesso tempo. Io non recito, ma sono quello che tiene in piedi il teatro, senza di me la macchina della paura e della tristezza non sarebbe mai più governabile.
      Io servo a loro ma non lo ammetterebbero mai. In tanti sono buoni a sproloquiare di igiene della società, ma solo a parlarne. Poi invocano il pugno di ferro della polizia come ci si attacca alle sottane della mamma. Ma la polizia non ha il coraggio di fare in piazza quello che vorrebbe fare e gli chiedono di fare. Allora serve un giudice, che con aria pacata ed ieratica decide che qualche decina di persone non deve più vedere il sole domattina. Però, il giudice è bravissimo a scrivere le sentenze da dare in pasto alla plebe sitibonda di mostri ma poi ha lo stomaco troppo delicato e non può mica sporcarsi le sue manine bianche e delicate traducendo l'idea in azione. Serve il boia per tenere in piedi la baracca, il boia è il pilastro di tutto l'edificio sociale. Senza di me, che vivo stroncando vite, non si può proprio vivere!
      Sì, sono indispensabile, avanti, chi si vuol fare giustiziare, oggi c'è il 3x2, domani lo sconto ai pensionati, il mese prossimo c'è la promozione per i bimbominkia e le loro mamme. Non sbattetevi troppo a pensare al suicidio. Non state a lambiccarvi il cervello per trovare un significato alla vostra vita. Risparmiatevi lo sforzo: vite come le vostre non hanno senso! C'è chi consuma troppi grassi e troppi zuccheri e chi si strafoga di paura. Basta! Smettetela di straziarvi! Ho una soluzione rapida e pulita per voi! Venite da me, lo sapete, io sono quello che mette fine a ciò che non doveva nascere e men che meno crescere.
      Avrete mie altre notizie ... io non sono altro che il microfono e l'altoparlante delle vostre cattive coscienze! Io non starò mai più zitto ... MAI PIU'!!!
      Alla prossima puntata saprete dei miei amori, amori diversi, amori che non dovrebbero esistere, amori che vi sconvolgeranno, amori che in pochi possono concepire.
      Io sono il boia, non mi servono altri aggettivi.