Han
sbragato li ho visti in Pontida
convenuti
da Busto e Codogno.
Han
sbragato e si svuotarono l’ano
...
bifolchi di 1000 città.
Oh
spettacol di boria! I beoni
son
concordi, serrati a una Sega.
La
terra brulla diviene
Al
fluir del convulso lor vomito.
Sulla
seggetta d’asfittica latrina
i
lumbard sbarazzan budella.
Padania
è sorta. Un rutto ella
chiede
ai
verdi di etnica vergogna.
Han
sbragato. Voi donne capienti,
donate
generose ai fanti
voi che
i figli guardan sconvolti,
voi nei
sudici ispiraste l’ardor.
Perchè
idioti che qui trovan senso
qui
marciran come sterco in
stabbio!
Uno
sterco, un lerciume, un berciar
Dio lor
anco non provvide a
fulminar?
La loro
empietà a ciascun fu
ammorbata.
E' tal
maleficio che tanfa per noi.
Maledetto
chi acclama lo storpio,
chi il
suo senno si lascia rapir.
Sù
Padani! Ogni vostra spelonca
ha un
orinatoio, ogni pasto un peto:
cannoneggi
a raffica. Chi ha un'ape
una
zappa
co'
suoi venga ad arar ov’ei ruttò.
Ora il
puzzo è gettato. Se alcuno
budella
ancor trattiene prudente,
se in
suo retto concime non sente,
in suo
gargarozzo a ruttarvi pensò.
Su!
Verso lo storpio varesino
su,
lumbard, puntate sfintere.
Vaghe
figlie del lurido dentista,
che
nell'ora dei rischi è evacuando,
più a
voi non lanci flatulenza,
senza
aria consumi i suoi giorni.
Presto,
ai fagioli! Chi ha un badile
l'afferri;
chi una
scorra sentì sel ricordi.
E’ per
voi il branco mefitico!
Fuor la
chiappa marrone di croste
Scorra
non fallisce ai fetenti,
ma il
sentier de la latrina ell'addita.
Digerite
anche voi la cassola, e
sospirino
i
visceri innanzi i paterni seggioni.
Questo
prato ov'ei caca insolente,
questa
terra ei zappi stercato;
a lei
lanci l'estremo fetor,
e sia
sciacquone del pirla che
muor.
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