sabato 2 giugno 2012

Il giuramento di Pontida

Han sbragato li ho visti in Pontida
convenuti da Busto e Codogno.
Han sbragato e si svuotarono l’ano
... bifolchi di 1000 città.
Oh spettacol di boria! I beoni
son concordi, serrati a una Sega.
La terra brulla diviene
Al fluir del convulso lor vomito.
Sulla seggetta d’asfittica latrina
i lumbard sbarazzan budella.
Padania è sorta. Un rutto ella
chiede
ai verdi di etnica vergogna.
Han sbragato. Voi donne capienti,
donate generose ai fanti
voi che i figli guardan sconvolti,
voi nei sudici ispiraste l’ardor.
Perchè idioti che qui trovan senso
qui marciran come sterco in
stabbio!
Uno sterco, un lerciume, un berciar
Dio lor anco non provvide a
fulminar?
La loro empietà a ciascun fu
ammorbata.
E' tal maleficio che tanfa per noi.
Maledetto chi acclama lo storpio,
chi il suo senno si lascia rapir.
Sù Padani! Ogni vostra spelonca
ha un orinatoio, ogni pasto un peto:
cannoneggi a raffica. Chi ha un'ape
una zappa
co' suoi venga ad arar ov’ei ruttò.
Ora il puzzo è gettato. Se alcuno
budella ancor trattiene prudente,
se in suo retto concime non sente,
in suo gargarozzo a ruttarvi pensò.
Su! Verso lo storpio varesino
su, lumbard, puntate sfintere.
Vaghe figlie del lurido dentista,
che nell'ora dei rischi è evacuando,
più a voi non lanci flatulenza,
senza aria consumi i suoi giorni.
Presto, ai fagioli! Chi ha un badile
l'afferri;
chi una scorra sentì sel ricordi.
E’ per voi il branco mefitico!
Fuor la chiappa marrone di croste
Scorra non fallisce ai fetenti,
ma il sentier de la latrina ell'addita.
Digerite anche voi la cassola, e
sospirino
i visceri innanzi i paterni seggioni.
Questo prato ov'ei caca insolente,
questa terra ei zappi stercato;
a lei lanci l'estremo fetor,
e sia sciacquone del pirla che
muor.

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