Scene
di tripudio nelle strade di Baruffini dopo che l’Unione Europea ha riconosciuto
la denominazione di origine protetta alla TURTA ‘N PEVAR (torta in pepe per i
non baruffinofoni).
“E’ un grande giorno per il popolo di Barfii,
la turta n’ pevar è uno dei simbolo più importanti della nostra cultura. Un
alimento povero materialmente ma infinitamente ricco a livello spirituale, che accompagna
da tempo immemore i momenti più importanti della vita di ogni Baruffino come il
battesimo, le nozze e peranco il funerale (infatti una turta n’ pevar viene
sempre messa sul feretro e gli intervenuti alla mesta cerimonia se ne abbuffano
prima delle esequie, il che è causa dei loro strazianti pianti in chiesa e
durante il corteo verso il camposanto)”, dichiara il presidente del
Comitato per il riconoscimento comunitario della turta n’ pevar Scimuu Brodac.
“La turta n’ pevar si ottiene impastando
farina di grano saraceno, coste lesse, porri, formaggio, erba di S. Pietro,
mentuccia e pepe, tanto pepe, e cuocendo poi in forno. La turta si distingue
per il suo sapore aulente e la sua leggerezza al palato ed alla digestione. È ideale
quando viene consumata la sera perché tiene svegli per tutta la notte e ci si
rotola insonni nel letto. Questo consente alle giovani coppie di adempiere al
meglio i doveri coniugali, con ciò dimostrando che la turta è un afrodisiaco di
secondo grado nonché un fattore di fertilità demografica. E’ poi perfetta anche
per lo svezzamento dei poppanti, se disciolta nel latte e somministrata con
l’imbuto. Non va infine sottaciuto il suo essere alimento adatto per persone
affette da ulcera gastroduodenale e stipsi”, prosegue Scimuu Brodac.
“Entro breve chiederemo la DOP anche per la
turta ‘n pevar cosiddetta SUSTEGNÜDA, adatta per palati ancora più esigenti ed abituati
ai sapori forti, visto che, rispetto agli ingredienti base, sono aggiunti
sugna, farina di castagne, fondi di caffè, fieno marinato nel latte, patate
lesse e segatura in abbondanza”, conclude Scimuu Brodac.
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