giovedì 17 dicembre 2015

Cantico delle fregature

Altissimu, onnipotente, bancatore,
tue so’ le pecunie, l'incassi e 'l profitto et onne guiderdone.
Ad te solo, Ricchissimo, se addicano,
et nullo umano pidocchio est dignu te rimirare.
Laudato sie, mi’ bancatore, cum tucte le tue fregature,
spetialmente sua maestà lo frate interesse,
lo qual est voracissimo, et spolpa noi per te.
Et ellu è strangolante et schiacciante cum grande ardore:
de te, bancatore, porta il morso et dilania.
Laudato si’, mi’ bancatore, per sora cambiale et le esattoriali cartelle:
in tasche nostre l’ài mandate taglienti et roventi et concupiscienti.
Laudato si’, mi’ bancatore, per frate bonifico
et per telematico et contante et versamento et onne raggiro,
per lo quale a le tue creature porti dissanguamento.
Laudato si’, mi’ bancatore, per frate addebito,
lo quale è multo sitibondo et succhiante et rapace et predace.
Laudato si’, mi’ bancatore, per frate mutuo,
per lo quale te magni le case nostre:
ed ello è greve et plumbeo et scannante et strangolante.
Laudato si’, mi’ bancatore, per sora nostra ipoteca,
la quale ne strozza et sodomizza,
et produce diversi dolori con ferite et sanguinamento et alesamento.
Laudato si’, mi’ bancatore, per quelli ke espropriano per lo tuo splendore
et ottengono infamitate et riprovatione.
Beati quelli ke taglieggeranno in pace,
ke da te, Altissimo, saranno ripagati.
Laudato si’, mi’ bancatore, per sora nostra esecuzione immobiliare,
da la quale casa de homo vivente non pò scampare:
guai a quelli ke vivono ne le scarsezze materiali;
beati quelli ke ubbidiranno a le tue sanctissime volontà,
ke la perdita patrimoniale ‘l farrà meno male.

Laudate e benedicete mi’ bancatore et rengratiate
e serviatelo cum grande humilitate ed inferioritate.

martedì 15 dicembre 2015

Accoglieremo a braccia aperte...

... quelli che hanno rubato ma senza nascondersi dietro un'idea
... i giocatori d'azzardo che hanno sbattuto la loro vita sul banco
... quelli che hanno tradito una bandiera che gli hanno appiccato addosso senza chiedere il permesso
... i bevitori senza speranza che hanno troppe croci da soffocare
... quelli che hanno disertato una guerra che non era la loro
... i cani con un ideale che vanno fieri dell'odore di battaglia che si portano addosso
... quelli che non sono stati all'altezza delle follie scelte da altri
... gli sconfitti accusati di essere contagiosi con la loro infelicità
... quelli che hanno sbagliato forte ma decidendo da soli
... i cavalli da tiro che hanno scelto di iniziare a guardare avanti e non più in basso
... quelli che sono partiti senza sapere bene il perchè
... le anime che hanno camminato al buio una vita intera per uscire dalle catacombe della memoria
... quelli che non hanno confessato ed espiato peccati inventati per loro dai protettori delle coscienze
... gli attori paralizzati nei camerini del teatro
... quelli che non hanno creduto agli eroi che passa il convento
... i musicisti che consumano i loro violini nelle piazze
... quelli che hanno pensato male e non hanno dato retta ai guardiani della mente
... gli ex bambini che hanno demolito la censura emotiva
... quelli che hanno sentito il suono di campane ignote ai più
... i reduci dalla grande faida contro la menzogna
... quelli che per essere squilibrati non hanno avuto bisogno di pendere dalla labbra di qualche profeta
... i navigatori che hanno frantumato la bussola a martellate
... quelli che hanno preso mille direzioni ed hanno fame di un posto da chiamare "casa"
... donne e uomini "sbagliati" e non più recuperabili nei loro desideri smisurati
... quelli condannati a vagabondare e quelli costretti a restare immobili
... i brutti sporchi e cattivi con il loro odore di periferia e di oblio
... quelli che danno retta alle voci che hanno dentro e stanno a guardare la schiuma del mare
... le persone provvisorie che vengono da altri posti e da altre solitudini
... quelli che solcano le metropoli con il loro isolamento che rasenta l'apartheid
... ragazze e ragazzi dissepolti dopo troppi anni di incomunicabilità massificata
... quelli che conoscono la voglia di ridere ed il coraggio di stare fuori
... i fiori sbocciati di nascosto nati da talenti segregati da tempo immemore
... quelli che hanno preso la parola nonostante il divieto dei sapienti
... gli autodidatti dei sentimenti che si sono costruiti da soli passioni ed ideologie
... quelli che consumano solamente scarpe e polvere di strade
... i sognatori che scrutano l'orizzonte per vaccinarsi contro la mediocrità
... quelli che leggono libri proibiti per ubriacarsi di un sapere gioiosamente distorto
... i partigiani che si battono da sempre contro la tristezza e la rassegnazione dei loro simili
... quelli che conoscono verità proibite e non riescono a tenerle tutte per loro
... gli invisibili stanchi di attendere di esser raccolti come fossero funghi dal primo che passa
... quelli che hanno parlato la loro lingua nonostante gli continuassero a dire che era morta
... quelli che sono così diversi da essere stati etichettati come folli
... quelli che ogni giorno scendono nelle strade per non morire sulla porta aspettando un salvatore qualsiasi

venerdì 27 novembre 2015

Fiori interiori&esteriori

In barba ad ogni convenzione, una mattina come tante altre, i fiori hanno deciso di sbocciare. Manco loro sapevano bene il perchè di questa scelta, ma tant'è.
Sono usciti silenziosamente dai germogli e dai boccioli e lentamente sono esplosi in tutti i loro colori. Non c'era un motivo, solo che avevano voglia di provare a provare, avevano voglia di "andare fuori", così, senza pretese e senza progetti particolari, sapevano solo che esisteva un "fuori", non ben definito ma accattivante. In un certo senso, avevano deciso di dimostrare a se stessi di esistere e di saper stare all'aria, di mostrarsi, addirittura pareva che volessero "prendere la parola".

***

I gerani stavano orgogliosi e floridi nelle loro fioriere e penzolavano dalla ringhiera guardando i passanti con i loro petali, rossi come cappelli da cardinale.
Le rose se ne stavano in cima ai loro steli cosparsi di spine, con quell'eleganza altera tipica di chi è cosciente di una bellezza indiscutibile, pienamente convinte della loro divina delicatezza.
I gigli bianchi parevano un po' imbarazzati a mostrare i loro petali di un candore marmoreo, ma erano convinti che era comunque meglio dello stare chiusi nel bocciolo. Per contro, i gigli arancioni erano perfettamente a loro agio, orgogliosi dei loro petali dal colore così potente, un colore che testimoniava una fame di vita e di sole troppo a lungo repressa.
La serenella aveva deciso di strafare, con centinaia di grappoli che mandavano un profumo più forte del rullo di un tamburo che chiama all'arrembaggio. Un profumo sensuale ed inebriante, un vero e proprio squillo di tromba che invitava a vivere.
I garofani presidiavano silenziosi e determinati l'aiuola, non avevano bisogno di fare altro, si limitavano a tenere alte le loro corolle ed a mandare un profumo persistente, incuranti degli sguardi e dei commenti dei passanti. 
La forsizia si sbizzarriva con una cascata di fiori giallo oro e pareva pronta a spandersi ovunque con i suoi rami, incurante di qualsiasi confine.
Anche il crisantemo era sul piede di guerra, stanco marcio di essere associato ai morti ed ai cimiteri. Avena appena saputo che il suo nome derivava dal greco e significava letteralmente "fiore d'oro", per questo aveva messo a bella posta quattro fiori color cremisi di raro splendore e sembrava volesse urlare "ci sono anch'io, non mi portate più a marcire vicino ad un loculo".

***

Le gesta dei fiori non passavano inosservate. Le prime reazioni erano sull'indifferente andante, improntate allo scetticismo ed alla commiserazione. Coloro che passavano in giardino si limitavano a dire "sì, ma tanto durano poco", "sì, sono anche carini, ma come sono pretenziosi", "apprezzabili, ma sanno poco della vita, impareranno", "beata gioventù, lasciamo che si godano la loro inconsapevole  spensieratezza", oppure "prima di quanto pensano andranno a sbattere contro la realtà e  sapranno cosa significa stare al mondo".

***

Passano due settimane ed i fiori sono non danno segni di cedimento, anzi, sono sempre più rigogliosi:
  • i gerani salutano sorridendo chi passa sotto la ringhiera
  • le rose occhieggiano con lo stesso fascino dell'imperatrice Plotina
  • i gigli spiccano alla luce del sole, con colori che sembrano usciti dal pennello di Van Gogh
  • la serenella continua ad ammaliare col suo profumo chi passa, come se fosse una sirena
  • i garofani stanno fermi, rocciosi e fieri come i Moai dell'Isola di Pasqua
  • la forsizia brilla tutta d'oro, manco fosse re Mida
  • il crisantemo ha fiori sempre più cremisi, che sembrano fatti di velluto

A questo punto la situazione comincia ad essere imbarazzante. Tutto quell'esplodere di colori, profumi e vita potrebbe, forse, magari, essere una potenziale, probabile, futura minaccia all'ordine pubblico costituito delle menti e delle coscienze. Infatti i fiori continuavano a mettere scandalosamente in mostra la propria gioia di vivere, facendo pericolosamente calare il livello di tristezza negli uomini. Il livello di bellezza nell'atmosfera stava salendo pericolosamente.
Ma più bellezza e meno tristezza significa meno possibilità di governo del pensiero, allentamento delle corde e delle catene che serrano le coscienze, meno paura, meno terrore. Una domanda iniziava a sorgere spontanea: come fa un popolo che si reputa civile a vivere senza paura??
Il sistema informatico centralizzato di monitoraggio emotivo, installato presso il Ministero della Programmazione Interiore, stava infatti segnalando il netto calo dei principali indici statistici di terrore collettivo:
  • paura che i minori di anni 18 apprendano dell'inesistenza di Babbo Natale
  • paura che ti fottano la station wagon di seconda mano
  • paura che ti scassinino il bilocale di 32 metri quadri (dove si vive comodamente in cinque)
  • paura dell'immigrato fresco di sbarco
  • paura della zoccola mulatta che ti spompa il marito
  • paura del negro arrapato che ti ripassa la moglie, la figlia e la sorella
  • paura del professore gay che contagia gli studenti in età adolescenziale
  • paura del pedofilo che ti si ingroppa il bimbominkia primogenito

Alcuni fatti preoccupanti si erano intanto verificati, con grande apprensione delle pubbliche autorità:
  • le donne cominciavano ad uscire di casa sole la notte
  • un paio di ragazze si erano trovate un fidanzato di origini extra UE
  • alcune famiglie avevano preso l'abitudine di non chiudersi in casa alla vista di persone che passano per strada
  • due ragazze lesbiche avevano deciso di andare a convivere, scrivendo pure i loro nomi sul citofono
  • un anziano aveva offerto il caffè ad un giovane che chiedeva la carità fuori da un bar
  • le neo mamme avevano iniziato a girare per strada col passeggino (anzichè starsene chiuse in un seminterrato a tripla mandata)

Basta! Occorreva intervenire prima che la situazione divenisse insostenibile. Avanti di questo passo, il popolo avrebbe intrapreso, in poco tempo, la strada della totale emancipazione dalla paura, diventando ingovernabile. L'anarchia delle menti, ben più pericolosa di quella politica, l'avrebbe presto fatta da padrona. 

Bisognava mettere tempestivamente un ripiego.
Il Gran Consiglio dei Sapienti si riunisce in somma urgenza in seduta segreta (che segreta non rimane per via del greve odore di muffa che si spande per le strade, penetrando nelle case e nelle scuole). Dopo 8 ore ininterrotte di dibattito, i sommi reggenti dei destini della nazione deliberano quanto segue:
  • lo sbocciare dei fiori si configura come unico e coordinato disegno criminoso posto in essere da un'organizzazione a delinquere con finalità di eversione dell'ordine claustrofobico e democratico
  • i fiori dovevano essere immediatamente rinchiusi in una serra coi vetri oscurati, affinchè potessero silenziosamente avvizzire senza essere visti 


***

Il giorno dopo prende corpo il progetto di salute pubblica predisposto dai Sapienti. Una speciale squadra di emergenza facente capo all'Ufficio Protezione Mentale interviene nel giardino, sradica piante e fiori e li trasferisce in una serra, affinchè non siano più esposti alla vista della popolazione.
Dopo una settimana, invece di avvizzire e seccarsi, piante e fiori sono talmente cresciuti in altezza da sfondare i vetri della serra ed essere di nuovo visibili. Lo scandalo continua, il disegno eversivo è più radicato e strutturato di quanto si pensi e ciò non può essere assolutamente tollerato oltre. Per testimoniare la vicinanza delle istituzioni al popolo, intervengono sul posto per un sopralluogo:
  • il Gran Consiglio dei Sapienti al completo
  • il Ministro della Programmazione Interiore, con codazzo di sottosegretari e portaborse
  • il capo dell'Ufficio Protezione Mentale

Terminato il sopralluogo, viene deciso all'unanimità un drastico intervento: i fiori e le piante saranno trattati col diserbante e poi smaltiti presso l'inceneritore dei rifiuti, affinchè spariscano non solo fisicamente ma anche nella memoria collettiva.

***

Detto fatto: dopo una settimana dei fiori non vi è più traccia e nessuno sembra più ricordarsene. La vita sembra riprendere normalmente, i livelli di paura collettiva e di mediocrità sembrano salire.

***

Una mattina, verso le 10, il Gran Consiglio dei Sapienti, il Ministro della Programmazione Interiore ed il capo dell'Ufficio Protezione Mentale sono riuniti in seduta comune presso il Cenotafio della memoria, per assumere alcune gravi ed indifferibili decisioni inerenti il destino della nazione (scelta delle luminarie per l'imminente Giornata mondiale della verza in salamoia ed individuazione del direttore della costituenda Agenzia internazionale per la protezione del cormorano padulo). Tutto sembra procedere al meglio: il silenzio tombale e l'odore di chiuso presidiano le strade, il mercato pullula di bravi cittadini in fila alla bancarella delle caldarroste amnesiache, la polizia collega bambini ed adolescenti ad un notebook infilandogli un cavo USB nel naso e li formatta seduta stante, senza che debbano far la fila a scuola o in questura.
Ma ... succede quello che non ti aspetti. Dal pavimento del cenotafio spunta un anaconda lungo 9 metri, con una botte di diserbante sulla schiena. Con una mossa fulminea ispeziona rettalmente ciascuno dei presenti con la testa e li clisterizza di diserbante facendo loro venire un groppo alla gola. 
Terminato il suo intervento di sanificazione intellettuale e spirituale, il serpentone prende la parola e declama: 

in verità, in verità vi dico
coloro che diserbano il pensiero saranno diserbati nelle budella
coloro che proteggono le nostre menti non proteggeranno le proprie terga
coloro che fanno il vuoto nelle coscienze avranno il vuoto nel proprio retto

... il contrappasso dei giorni nostri.

That's all folks!!

mercoledì 18 novembre 2015

Il camionaro

Infame camionista della media Valtellina
Mostro dotato di intelligenza luciferina
Empia incarnazione del peggior male
Sembianze umane con anima da maiale
Mignottaro senza alcuna remissione
Essere refrattario ad ogni redenzione
Per lui uomo uguale bestia da soma
Coscienza immersa in profondo coma
Il solo pensarlo ispira profondo ribrezzo
La sua immagine manda mefitico lezzo
Per un bancale vendeva una persona
Per 50mila lire ogni porcata era buona
Troppo tardi o maledetto sei schiattato
Ma in tanti credici abbiamo esultato
Troppo tempo sei rimasto su questa terra
Sei stato più orrendo della peggio guerra
Che bel fiore è pure il tuo baldo figlio 
Sangue del diavolo non crea certo un giglio
E quella fottuta sordomuta baldracca
Da sotterrare in una fossa piena di cacca
Speriamo sia davanti a rovente tribunale
Per l'animaccia sua solo pena capitale
Sotterrarlo con autocarro ribaltabile
Profanare la salma in modo memorabile
Riempirsi di birra scura sino alle ossa
E poi andare a pisciare sulla sua fossa
Fredda, infida e squamata creatura
Troppo tardi giunge la sepoltura
Entità malefica dal cuore sordomuto
Troppo tardi arriva l'estremo saluto

Epitaffio
In spregio a qualunque sentimento di umanità condusse la propria giornata terrena, reclinando troppo tardi il capo con empia serenità. 
Le sue spoglie attendono qui invano lo squillo dell'angelica tromba.

venerdì 9 ottobre 2015

Sernio (SO). Primo congresso internazionale sull'evirazione sociale, culturale e mentale

Si terrà dal 29 ottobre al 2 novembre prossimi a Sernio il primo Congresso internazionale sull'evirazione sociale, culturale e mentale.
Organizzatrice della manifestazione è la Società umanitaria serenasca per il regresso culturale - SUSREC, fondata e diretta da Ramona Vajassi e GianAmedeo Pitonessa. Pasquino Pinzocheri Press Agency li ha intervistati entrambi, al fine di adempiere in parallelo a due improrogabili doveri:
  1. rendere servizio alla verità a fini di edificazione morale della coscienza di massa, offrendo lampante evidenza di tutti i crimini culturali che si consumano nel borgo orobico vicino a Tirano, cui il fato prepara un destino in tutto e per tutto simile a quello di Cartagine
  2. far sì che i due summenzionati affannati mentali, spargifeccia, mettimale e scampaforca possano subire la doverosa esposizione al pubblico ludibrio ed all'esecrazione più atroce
Dichiarazioni di GianAmedeo Pitonessa:
  • ""qui a Sernio abbiamo trovato la formula tecnico-pratica per la felicità, metodo codificato per vivere spensierati. L'intuizione è semplice e geniale al contempo: se vuoi essere senza pensieri, ti basta smettere di pensare. Geniale, no??
  • qui a Sernio siamo agevolati dal fatto che enormi estensioni di terra sono coltivate a frutteto. Alcuni studi condotti da illustri accademici hanno appurato che la pianta di mele emette nell'atmosfera una sostanza dal nome scientifico di tetra-idro-butan-clorossidopomella (4HBuClOpom). Si tratta di un alcaloide fortemente volatile e dall'alto grado di accumulazione nel terreno e nelle falde acquifere. Noi serenaschi siamo la popolazione con la maggiore concentrazione corporea al mondo di 4HBuClOpom
  • una volta introdotta nell'organismo, la 4HBuClOpom si impadronisce completamente dei meccanismi elettroencefalici e biochimici dei neuroni e delle sinapsi, disattivando completamente i centri del pensiero. E, come sappiamo, via il pensiero via la sofferenza e la pesantezza della vita
  • io, ogni mattina, mi alzo e non mi sento crollare il mondo addosso ... al contrario, mi sento stracolmo di energia e, con grande gioia, corro nel mio frutteto e ci resto a lavorare anche 14 ore consecutive ed il perchè non lo so, come non lo sapeva mio padre che il frutteto lo ha piantato. So solo che la mia missione nella vita è curarmi delle mie 1.200 piante di golden delicious, gala e stark. Un motivo preciso non esiste ed io non mi devo fermare a pensare, non serve, sarebbe un inutile spreco di energie e di tristezza
  • non solo, la pianta di melo è l'habitat naturale di un microrganismo denominato Bacillus Stoltiferus Pomaceus (BSP). Quando il bacillo contagia un essere umano, il suo equilibrio neurochimico subisce un radicale cambiamento, con totale annullamento della capacità di pensare a tutto ciò che non sia la frutticoltura. Il bacillo agisce in sinergia con la 4HBuClOpom ed è in grado di generare una sorta di estasi che può durare intere settimane, nel corso delle quali non fai altro che pensare a potature, trattamenti, irrigazione, dirado, taglio dei succhioni, per poi giungere al supremo orgasmo della raccolta, un momento tantrico interminabile"" 
Dichiarazioni di Ramona Vajassi

  • ""da oltre due anni vivo a Sernio e la mia vita è radicalmente cambiata
  • sin dalla prima adolescenza io ho sofferto di enormi difficoltà nell'elaborazione del pensiero e della mia identità. Tutti continuavano a dirmi: pensa, ragiona, immagina, sogna. Per me era diventata un'insopportabile ossessione, un vera e propria violenza, imposta da coloro che mi circondavano ed autoimposta anche da me
  • poi sono venuta a vivere a Sernio e sono stata contaminata dalla 4HBuClOpom e dal BSP. Dopo pochi mesi di esposizione alla prodigiosa sostanza chimica organica ed al portentoso microorganismo ho completamente smesso di pensare. Da quel momento è iniziata per me una vera e propria rivoluzione interiore. Avevo trovato la pietra filosofale: il segreto per la costruzione dell'individuo non è l'aggiungere ma il togliere. Meno ragionamenti, meno stimoli, meno sensibilità, nessuna vita interiore e la nostra esistenza prende il volo
  • acquisita questa rivelazione fondamentale, io e GianAmedeo abbiamo capito che avevamo un dovere verso l'umanità intera, la nostra missione: diffondere ai popoli pellegrini su tutta la terra il verbo dell'evirazione sociale, culturale e mentale
  • per questo abbiamo promosso la costituzione della SUSREC, che ha come oggetto sociale il sempre maggiore impianto di frutteti in ogni angolo, anche il più recondito, dell'orbe terracqueo. Così facendo, sempre più persone saranno esposte alla 4HBuClOpom ed al BSP e potranno formattare le loro coscienze e conquistarsi la felicità eterna già su questa terra
  • per questo abbiamo deciso di organizzare qui a Sernio il Congresso internazionale sull'evirazione sociale, culturale e mentale. Abbiamo una nuova religione da rivelare, una religione che libererà l'umanità dalla schiavitù della mente semplicemente liberando l'uomo dalla propria mente. Semplicemente...""

giovedì 8 ottobre 2015

Carona (SO). Forte diffusione dell'utilizzo di fagioli allucinogeni

Da tempo immemore, nel territorio di Carona (ridente borgo in val Belviso) crescono in natura tre varietà di fagioli allucinogeni:
  • Puteola Tremens Flavo (noto come "tuono degli inferi" o "cannone giallo del diavolo")
  • Mephyta Interfectrix Tremens (noto come "terremoto dell'Olimpo")
  • Bombassus Viridis Omniputrescens (noto come "arcangelo fetente")

Dalla notte dei tempi, i tre terribili legumi sono consumati a Carona a fini divinatori e sciamanici, nella pratica della religione putreista (una dottrina pagana di origine steppica nata dal sincretismo e stratificazione di un complesso di credenze turco-mongole, indoiraniche, uralo altaiche, cipro-libiche, balcano-caucasiche e cataeggine portate a Carona da popoli nomadi e carovane di mercanti). Fino a poco tempo fa, tale pratica è stata però ristretta ad un esiguo numero di addetti ai lavori (i sacerdoti del Tempio della plumbea sublime aria, il sancta sanctorum del putreismo). In occasione di alcune ben precise ricorrenze liturgiche, i sacerdoti si riuniscono nel tempio e consumano piccole dosi di una miscela rituale ottenuta cuocendo e riducendo in poltiglia i tre legumi psichedelici. Ascoltando ed annusando con attenzione ciò che consegue al consumo della poltiglia, al pari degli aruspici etruschi, i sacerdoti traggono indicazioni circa l'umore ed il volere degli dei ed effettuano divinazioni e predizioni del futuro
Il consumo dei fagioli allucinogeni è strettamente riservato alla casta sacerdotale. Coloro che ne facessero uso senza titolo incorrono nel reato di blasfemia e sono passibili di esilio e di damnatio memoriae.
Tre mesi fa si è installata a Carona la comunità dei Mayoon, un gruppo di hippies eremiti emigrati da Sondalo in cerca di un'area poco antropizzata per realizzarvi una comune forestale, essendo loro soliti cibarsi, per motivazioni di carattere etico e religioso, solamente di ghiande di quercia, cortecce di conifere e sterco ovicaprino. L'arrivo dei Mayoon ha però sconvolto i costumi del pacifico popolo caronese. Infatti, a differenza di Sondalo, in quel di Carona non esiste un florido narco mercato presso il quale approvvigionarsi di allucinogeni e cannabinoidi. Di conseguenza, dopo aver assistito ad alcuni riti divinatori, i Mayoon hanno iniziato a consumare enormi quantità di legumi psichedelici, in modo sregolatoLe conseguenze non hanno tardato a manifestarsi. Di seguito la descrizione di alcuni nefasti episodi verificatisi a Carona e che hanno generato un vero e proprio allarme sociale.

Durante una serata all'insegna del libero amore e della promiscuità carnale tra uomini ed animali, un tale Eutimio Scrofacci ha ingerito mezzo chilo di "tuono degli inferi" e, mentre copulava con una manzetta di tre anni in un pascolo, ha emesso una scarica d'aria ad una velocità tale da spazzare via l'intera mandria di bovini, che è stata trovata sfracellata su un alpeggio dalle parti di Bormio. Non solo, sei ettari di bosco sono stati sradicati e si è sviluppato un incendio a seguito di autocombustione dei gas emessi dallo Scrofacci.

In preda a violenta crisi di astinenza da marijuana e foglie di cipolla, le due 20enni Luigetta Cannoni e Simona Stranguglioni, hanno consumato una micidiale purea fatta con mezzo chilo di "arcangelo fetente" e due chili di "terremoto dell'Olimpo". Dopo circa 20 minuti hanno iniziato ad avere tremende allucinazioni ed a dare in escandescenze intestinali, liberando nell'atmosfera enormi quantità di micidiali gas che hanno intossicato tutta la popolazione da Grosio a Sondrio e generato un scossa sismica di 8,7 gradi Richter.

Una comitiva di sette Mayoon era in escursione in alta val Belviso alla ricerca dello Stambecco dalle palle di piombo, entità mitologica da loro venerata come se fosse una divinità perchè ritenuta protettrice di coloro che praticano la promiscuità carnale tra uomini ed animali al fine di raggiungere una maggiore armonia olistica con tutto il creato (si tratta di una dottrina particolarmente diffusa a Sondalo che va sotto il nome di ingroppianesimo). Dopo oltre cinque ore di cammino, i sette hanno deciso di fare una piccola pausa per rifocillarsi. Dopo una breve orgia cumulativa e bisessuale, hanno sentito una forte necessità di assumere sostanze psicotrope a cui hanno dato risposta ingurgitando circa 2 chili a testa di "tuono degli inferi", "terremoto dell'Olimpo" ed "arcangelo fetente". Poco dopo aver consumato il ferale pasto, i sette sicofanti si sono rimessi in marcia, convinti di essere molto vicini all'avvistamento dello "Stambecco dalle palle di piombo". All'improvviso sono stati però tutti colti da un fortissimo attacco di delirium tremens gastrointestinale che li ha costretti a ruttare e petare per circa due ore e mezza. Spaventosi sono stati gli effetti delle emissioni:
  • morte per veneficio di circa il 75% della fauna selvatica della val Belviso
  • caduta di quattordici frane che hanno sommerso otto centri abitati
  • incendio di 622 ettari di bosco
  • intossicazione di 1.200 abitanti della val Belviso (che presentano sintomi assai simili a quelli riscontrati nelle persone colpite dalla diossina di Seveso)

Dopo quest'ultima catastrofe ambientale, il mite popolo caronese ha deciso di dire "basta", esasperato dagli abusi e dai comportamenti antisociali dei Mayoon, del tutto incompatibili con uno stile di vita tranquillo e riservato adottata da secoli a Carona. Un drappello di poliziotti in assetto antisommossa ha perciò sgomberato l'accampamento dei Mayoon, traendoli in arresto e trasportandoli coattivamente presso il Centro di Clisterotecnica Sperimentale di Tresenda, dove saranno sottoposti ad un'innovativa terapia di sanificazione, basata sul principio del double pomp single spurg:
  • una prima somministrazione in enteroclisma di calce viva (5 kg a persona) a fini di sanificazione gastroenterica e psichiatrica, seguita da
  • una definitiva sigillazione dei visceri con una somministrazione rettale di cemento a presa rapida tramite betonpompa

domenica 4 ottobre 2015

Memorie di un boia - Trancio V

"Beati coloro che sono meritevoli di giustizia poichè, grazie a me, saranno giustiziati".

Ciao a tutti, la vostra soave e floreale Gloria Camelia Floria Strozzi Forconi, il vostro Mamba del patibolo pensa giorno e notte a voi ... ed anche ai vostri pargoli!! Oggi ho deciso di dare il mio contributo affinchè anche loro possano sempre meglio crescere con sana e robusta costituzione morale. Dopo aver visto "il doposcuola di Cesira", piuttosto che di Romilda, Geltrude o Luigetta, io ho deciso di aprire il doposcuola del Boia.
Sì, il doposcuola del Boia, perchè anche gli innocenti, proprio in quanto tali, devono, sin dalla più tenera età, essere ben consci del fatto che esiste l'esecuzione capitale e del valore e ruolo sociale del boia. Agli infanti occorre infatti inculcare alcuni sani valori, tali da metterli in grado di essere uomini e donne con la testa sulle spalle (fin quando non incappano in qualche mannaia o ghigliottina). I valori sono questi, pochi e chiari a tal punto da escludere la necessità di qualsiasi sforzo di interpretazione:
  • il male esiste (ad esempio circolazione di auto a marchio alfa romeo, coltivazione e consumo di rape, duplicazione di dischi di toto cutugno, lettura di libri di susanna tamaro, messa in onda di trasmissioni condotte da roberto giacobbo o davide mengacci, ecc.)
  • noi non siamo impotenti di fronte al male poichè esiste un'istituzione giuridica e di igiene sociale chiamata pena capitale, la quale scrive game over, omega a quello che non avrebbe mai dovuto essere
  • la pena capitale si trasforma da ente supremo ed astratto in sfolgorante realtà grazie al ruolo salvifico del boia, che ha il compito di tradurre la trascendenza della condanna nell'immanenza dell'esecuzione

Io sono il boia! Io spengo il sole su chi è stato dichiarato indegno di esistere! Io giro per i paesi della nostra provincia con una limousine nero corvo attrezzata a patibolo mobile, quando serve parcheggio, mi faccio portare i pendagli da forca e li trasformo da esseri viventi in sbiaditi ricordi. Ebbene, quando organizzo una tornata di esecuzioni capitali, invito sempre le scolaresche ad assistere ed è per me meraviglioso vedere bambini tra i 6 ed i 10 anni che prima mi guardano un poco spaesati e poi, dopo avermi visto ghigliottinare, impiccare, garrotare e squartare, mi acclamano e mi applaudono, grati per i mondi che ho aperto loro. Mi chiedono l'autografo, che io appongo sempre utilizzando il sangue fresco (caldo) dei rifiuti sociali appena giustiziati. Non solo, una volta rientrati in aula sono animati da un salutare spirito di emulazione e smaniano dalla voglia di essere boia loro stessi, magari cominciando a  giustiziare il bidello, la maestra e la preside (i bambini non sanno precisamente il perchè questi soggetti devono essere mandati alla forca, ma i diretti interessati hanno le idee ben chiare).
E' per tutti questi motivi che ho deciso di aprire "il doposcuola del boia". Mi sento moralmente obbligata a diffondere la cultura dell'esecuzione e della forca tra i giovani, forgiandone lo spirito per il mezzo dell'esempio. Ecco il mio programma didattico:
  • educazione tecnica (progettazione e costruzione di ghigliottina, sedia elettrica, garrota, vergine di Norimberga, palco da impiccagione, botte di Attilio Regolo, maglio da mazzolatura, palo da impalamento, zavorre da annegamento)
  • scelta della modalità di supplizio (lapidazione, decapitazione, elettrocuzione, strangolamento, infilzamento, squartamento, impiccagione, affogamento, mazzolatura, impalamento, annegamento)
  • preparazione psicocologica del condannato (minacce e terrorismo, proiezione di video di altre esecuzioni, utilizzo di serpenti, scarafaggi e ragni, waterboarding)
  • scrittura ematica (redazione di codici miniati, realizzazione di affreschi e scritte murali utilizzando il sangue dei condannati)
  • forca didattica (invece del solito lavoretto di natale, seguo i miei alunni dalla A alla Z nel portare a termine un'esecuzione)
  • marketing dell'esecuzione e pubblicità (insegno ai pargoli come pubblicizzare l'evento ed attrarre più pubblico possibile, con preparazione di newsletter via mail, post su blog, manifesti, strilloni in piazza, cortei verso il patibolo con majorettes incappucciate che roteano la mannaia, lancio di volantini da elicottero)
  • realizzazione del patibolo (dal punto di vista tecnico, con corretto posizionamento degli strumenti di supplizio)
  • allestimento scenografico del patibolo (non basta infatti preparare gli strumenti di lavoro, occorre che il patibolo sia costruito alla stregua del palco per un concerto rock, con luci nere, falci al neon, musica sepolcrale di sottofondo)
  • esposizione al pubblico ludibrio (per esigenze di carattere formativo ed informativo, prima dell'esecuzione, i pendagli da forca devono essere posti in vista della plebe, con chiara indicazione del perchè stanno per dire addio al sole. Il volgo deve vedere bene e comprendere le ragioni di quel che sta per succedere, ma non deve in nessun modo tentare di infierire sui condannati poichè ciò andrebbe a profanare la sacralità dell'esecuzione, tutta fondata sul ruolo sacerdotale e sciamanico del boia)
  • coinvolgimento e regia del pubblico in caso di esecuzione per lapidazione (poichè la legge stabilisce che se il condannato riesce a svincolarsi dalla fossa deve avere salva la vita, la scelta dei lanciatori e delle pietre non può essere lasciata al caso, per evitare che amici e parenti del rifiuto sociale si presentino in massa lanciando ghiaia e sabbia)
  • documentazione multimediale dell'esecuzione (fotografie e riprese video, montaggio e realizzazione di filmati tipo "pubblicità progresso" da mandare sui media)
  • sartoria ed indumenti da lavoro (realizzazione del vestiario del boia e di cappucci e sudari per condannati)
  • personalizzazione degli strumenti (lo strumento da esecuzione non è uno standard ma dev'essere adattato in base alle inclinazioni ed alle esigenze del boia, anche con incisioni e/o pitture di acconcio contenuto)
  • acconciatura ed esposizione della salma a monito della plebe e della marmaglia (momento didattico fondamentale che richiede grande know how, soprattutto per quanto concerne l'appendimento di eventuali quarti e brandelli nei luoghi di maggior passaggio)
  • sorveglianza anti zanzare ed anti vampiri
  • preparazione ultimo pasto (le norme vigenti dispongono la somministrazione al pendaglio da forca, tanto per via rettale che orale, di bevande e soluzioni a base di belladonna, rafano, aconito, scorpione di haiti)
  • inventarsi un nome d'arte (un boia non può presentarsi  con il proprio vero nome ma deve assumere uno pseudonimo. Io sono Gloria Camelia Floria Strozzi Forconi, i miei due figli entreranno tra breve in servizio rispettivamente come Pierino Vladimiro Impalazzi Cappioni e Violetta Mannarini Spezzaossi)
  • coniarsi un motto (il motto accompagna il nome d'arte e serve a rafforzarne il significato. Io sono il Mamba del patibolo, i miei pargoli saranno puer tacens terrificus e slatka kuna bielica davitic)
  • prova di coraggio (anche il boia ha il suo battesimo del fuoco, tipicamente, come esame finale prima dell'immissione in ruolo, deve gestire dall'inizio alla fine un'esecuzione a basso livello tecnologico ma ad alto impatto scenografico, per dare prova del suo know-how. Se il pendaglio da forca funge da "tema d'esame", è rimessa all'esaminando la scelta della modalità tra impalamento, squartamento e mazzolatura)
  • scelta della modalità di esecuzione (quando non è già stabilita dalla sentenza di condanna alla pena capitale, la scelta della modalità di esecuzione è rimessa alla discrezionalità del boia, che deve sempre tenere ben presente il dato di fatto fondamentale: la funzione educativa per chi vi assiste. Per questo si evita sempre di giustiziare con l'iniezione letale e si punta su esecuzioni di maggior impatto visivo ed emotivo)
  • specializzazione sulle diverse modalità di esecuzione (essere boia è come essere medico: ci si deve specializzare. Altrimenti si corre il rischio di essere un "boia della mutua", che si arrabatta con tutto ma che tribola quando i volumi di pendagli da forca aumentano oltre un certo livello)
Lo so bene che subirò attacchi furibondi. Quanti benpensanti, quanti finti innocenti, quante vergini con l'imene di cartone sono pronti a scatenare fiamme e fuoco su di me. 
Io sono venuta non per unire ma per dividere e per porre una cesura netta, netta come il taglio di una mannaia!
Io non voglio scandalizzare ma porre fine allo scandalo.
I sudici mi tacceranno di sudiciume, gli stolti mi tacceranno di stoltezza: io sono contro la stoltezza ed il sudiciume
Io sono qui a dire che non ci può essere sempre rimedio a tutto.
Io urlo che il perdono è diseducativo, che il perdono è esso stesso un crimine da punire.
Io cancello il peccato tramite la cancellazione del peccatore.
Io sono la fine che consente il nuovo inizio.
Io sono l'unica scelta radicale possibile in una società dominata dal relativismo etico.
IO SONO IL BOIA!

Sinite parvulos venire ad me...

martedì 1 settembre 2015

Sondrio (SO). Subdola presenza del "fetido Lezzini"

Da diversi anni si verifica a Sondrio, nella zona compresa tra via XXV Aprile e corso Vittorio Veneto, uno strano, inspiegabile fenomeno: a più riprese, lungo la giornata, si diffonde un fetore insopportabile a tal punto da costringere i passanti a darsela a gambe ed i residenti a tapparsi in casa, sprangando porte e finestre. 
Il mefitico e ricorrente cataclisma, che sta suscitando grande allarme sociale, si abbatte d'improvviso, saturando l'aria di un odore ritenuto dagli esperti paragonabile a quello generato da un milione di polli con la dissenteria o dal peto di un brontosauro dopo che si è nutrito delle canoniche 3 tonnellate quotidiane di erba.
La puzza produce diversi effetti:
  • svenimenti di animali domestici, anziani e bambini
  • morte subitanea di uccelli ed insetti che si schiantano al suolo stecchiti
  • ingiallimento e caduta delle foglie degli alberi
  • rinsecchimento di erba e fiori
  • corrosione dell'intonaco dei fabbricati
  • crepe nell'asfalto delle strade

Per diversi anni, si è cercato in tutti i modi di individuare la causa di tale devastante fenomeno olfattivo senza però trovare una spiegazione plausibile. Lo scorso anno è stata però istituita, su impulso di numerose istituzioni pubbliche e private, una specifica task force denominata Commissione straordinaria panSondriese per la repressione di fetore, meteorismo e coprofilia (CSpS). Dopo circa dieci mesi di rilevazioni strumentali dei fetori e conseguenti analisi quali/quantitative, è stato possibile individuare la causa dell'agghiacciante fenomeno, che ha ora un nome, anzi un nome ed un cognome: GianGioele PierAndrea Lezzini, detto "el statalasso provincial", un nullafacente che da troppi anni contribuisce al quotidiano dissanguamento delle casse pubbliche, facendo nascere nella popolazione che paga le tasse una sacrosanta tendenza all'evasione fiscale, al fine di non essere moralmente complice del mantenimento di cotanto mangiapane a tradimento.

Ma chi è cotale marrano? Pasquino Pinzocheri Press Agency ha svolto le dovute indagini presso le sedi competenti (porcilaie, depositi di rifiuti organici, siti di stoccaggio per reflui zootecnici, impianti per la fermentazione anaerobica del letame). Ne è emerso quanto segue.
Il Lezzini è una rara figura di dissociato mentale dall'accento romanesco, perseguitato da turbe della personalità, con pesanti tendenze alla megalomania ed assoluta fiducia nelle proprie capacità intellettive. La situazione è aggravata dal fatto che il losco figuro ha la stessa massa cerebrale di una lucertola e le capacità intellettive di un protoplasma. Non solo, è affetto da una rara forma di cerebromarcescenza liquida, a causa della quale è solito avere versamenti di pus dalle narici (prima causa operativa di emissione mefitica). Quando porta in giro la sua faccia da rifiuto umano per le strade di Sondrio, è solito starnutire in maniera così violenta da imbrattare di pus le vetrine dei negozi e fare la doccia ai passanti.
Non si sa per quale motivo, il manigoldo è riuscito anni fa a finire a libro paga della pubblica amministrazione, con ciò comprovando che la scelta dei funzionari pubblici potrebbe essere realizzata con maggiore efficienza utilizzando il sistema dell'estrazione dei bussolotti, evitando così l'indizione di inutili, costosi ed inefficienti concorsi pubblici. Da troppi anni il cialtrone dà a credere di lavorare per il costante miglioramento dei servizi pubblici. Ma un osservatore non superficiale e dotato di minimi mezzi di ragionamento capisce subito che il Lezzini è un banale scaldatore di poltrone a spese delle pubbliche finanze, scaldatore di poltrone a tal punto che si è prima ammalato di calli alle chiappe, poi degenerati in piaghe da decubito chiappali (seconda causa operativa di emissione mefitica). Talvolta, mentre cammina, è soggetto allo scoppio di taluni bubboni mefitici posti sui glutei, aventi dimensioni paragonabili alle poppe di Carmen Russo, con conseguenze in termini di inquinamento odorigeno facilmente immaginabili.
Il minorato psichico ed emotivo ha poi delle strane abitudini alimentari, dettate dalla sua tirchieria psicotica. E' infatti solito nutrirsi di erbe spontanee che raccoglie sulle scarpate delle strade. Per risparmiare ulteriormente, quando ha voglia di carne, mangia grosse quantità di scarti di macello (in primis budelle non epurate dei residui fecali) che si cura di far stagionare sottoterra affinchè assumano il classico odore di carogna. Soffre perciò di una devastante alitosi stercogena (terza causa operativa di emissione mefitica). E' sufficiente che tiri il fiato mentre è per strada per scatenare un allarme da guerra biologica.
Ma le disgrazie non vengono mai sole. Il sudicio individuo, con tale regime alimentare indegno persino di avvoltoi e sciacalli, ha sviluppato una rarissima forma di neoplasia gassosa intestinale, benigna per lui ma maligna per chi lo circonda. Due volte al giorno le sue viscere si riempiono di circa 2 mc di gas che il porco deve evacuare assolutamente, per evitare rischi di esplosione delle budella e danneggiamento dello sfintere. Due volte al giorno si applica perciò una cannula rettale di drenaggio aeriforme, che fa poi sfiatare fuori dalla finestra del suo ufficio (quarta causa operativa di emissione mefitica).

Stante il fatto che il tema è al contempo scottante e soffocante, Pasquino Pinzocheri Press Agency ha intervistato il direttore della CSpS Felice Di Edmondo Gerginelli. Queste le sue dichiarazioni:
  • "i cittadini di Sondrio hanno sofferto per troppi anni a causa di emissioni mefitiche che hanno loro funestato la vita quotidiana e seriamente messo a repentaglio la salute psicofisica
  • ci sono voluti mesi di duro lavoro di intelligence per scoprire il responsabile di tali crimini contro il popolo lavoratore, ma lo abbiamo scoperto
  • non giriamoci intorno, GianGioele PierAndrea Lezzini è un vero e proprio nemico del popolo, da neutralizzare senza indugio. Nei suoi confronti non abbiamo il diritto di essere pietosi. Qui sono in gioco l'igiene e l'equilibrio psicofisico della società. Per questo, dobbiamo avere ben chiaro in mente che vale la regola tale per cui eliminato l'uomo, è eliminato il problema
  • ci avvarremo di una speciale procedura giudiziaria in forza della quale un comitato di tre persone scelte tra i membri della CSpS (il sottoscritto e due persone da me cooptate) potrà agire assommando in se le funzioni di polizia giudiziaria, pubblica accusa, magistrato giudicante e boia. In tal modo potremmo ridurre al minimo le lungaggini burocratiche ed i tempi morti della giustizia, giungendo quanto prima alla definitiva eradicazione del problema
  • tra un paio di giorni procederemo con l'arresto e, posso fornire assoluta garanzia, che tra un mese il nemico del popolo non sarà scomparso solo dalla vista dei cittadini ma anche dalla loro memoria. Di lui non rimarrà nemmeno il ricordo"

Ode al sanitrit

Quando tiro lo sciacquone
Tu frulli il grande minestrone
Tu sei congegno sì valente
E generi la poltiglia aulente
Anche se il prodotto ha durezza
Tu impasti e spappoli di destrezza
Se invece la situazione è fluida
Tu ne fai la meraviglia liquida
Grazie a te libero l'intestinal caverna
Per il ventre tu sei certezza eterna
Stai lontano dalle luci della ribalta
Ma sei il gran mago della palta
Grazie a te sto seduto sul trono
Ed emetto rilassato un forte tuono
Accorro alla riunione di gabinetto
Tu sei il tritatutto sempre perfetto
Non ti sfugge il biologico concime
Tutto governa il tuo illuminato regime
Sei sempre ingordo di letame
E nutri bene le cloache del reame
Tu sei l'ultima moderna meraviglia
Genialmente tu produci la poltiglia
Te ne stai nascosto umile laggiù
E mastichi silente oceani di pupù
Tu al tubo eviti mefitico rigurgito
E la fanga non raggiunge il cubito
Alla massima cloaca dai il flusso
Dello scarico sei padrone indiscusso
Regni assieme alla pompa stercoraria
E ne saturi l'immane portata oraria
Budelle sì pesanti e pure dolenti
Le fai esser leggere e gaudenti
Senza te che potremmo fare
Sei tu che ci aiuti a spurgare
Tu fai sì che nulla si disperda
Tu sei l'inarrivabile tritamerda

venerdì 7 agosto 2015

Frontale (SO). Regolamentazione di antropofagia e sarcofagia

La Camera alta della Libera ed Anarchica Repubblica Popolare Frontalasca ha emanato la legge 6 agosto 2015 n. 536, recante "Misure di regolamentazione per le attività di antropofagia e sarcofagia". E' quasi superfluo rimarcare come la legge altro non faccia che dare un inquadramento normativo a costumi ed usanze praticati a Frontale da tempo immemore, socialmente accettati e radicati a tal punto che eminenti etnologi hanno scritto che si deve più correttamente parlare di "antropologia" piuttosto che di "antropofagia" o, meglio ancora, di "cannibalismo etnico e culturalizzato".
La regolamentazione di antropofagia e sarcofagia si è resa necessaria per una pluralità di motivazioni:
  • la grande carestia che, da oltre un decennio, sta straziando la popolazione frontalasca ha incrementato di molto il consumo alimentare di esseri umani ed ha più volte fatto scatenare faide tra famiglie, con consumazione di numerosi fatti di sangue (che hanno ovviamente dato corso ad una surrogazione tra antropofagia e sarcofagia)
  • sempre per questioni di penuria alimentare, i furti con scasso e scavo presso il cimitero dell'Avernaccio hanno raggiunto livelli non più tollerabili, nemmeno per gli standard del vivere civile comunemente accettati a Frontale
  • la necessità di istituire un'agenzia pubblica deputata alla gestione tecnico - economica delle attività di antropofagia e sarcofagia, per porre fine alle gestioni privatistiche, fonte di innumerevoli abusi. Tale agenzia è stata denominatata Ufficio Centrale di Vigilanza su Antropofagia e Sarcofagia (UCVAS)
Pasquino Pinzocheri Press Agency ha intervistato Krvožedan Ljudjest, fresco di nomina a direttore dell'UCVAS. Queste le sue dichiarazioni:
  • ""la regolamentazione dell'antropofagia e della sarcofagia non poteva più essere rinviata. Basti pensare che negli ultimi 2 anni ci sono stati almeno venti casi di antropofagia tra vicini di casa, che hanno prodotto notevoli liti e vertenze tra famiglie, sfociate in abusi nell'applicazione della legge del taglione
  • non solo, da inizio anno ad oggi, si sono verificati ben 79 casi di furti di salme inumate al cimitero (ed abbiamo pure il dubbio che numerosi decessi non siano stati denunciati dai congiunti del defunto, vuoi per continuare ad incassare la pensione, vuoi per potersene cibare senza che qualcuno lo sapesse, evitando così il rischio di furto della salma)
  • altro aspetto da non trascurare: le esecuzioni capitali sono diventate quasi impossibili, visto che più volte il pubblico che assisteva ha dato l'assalto al patibolo per rapinare la salma, mettendo gravemente a rischio l'incolumità del boia e delle forze dell'ordine
  • è pertanto necessario che si giunga ad una ben precisa definizione del chi può mangiare chi, senza che esistano dubbi e zone grigie. Queste sono le finalità istituzionali dell'UCVAS
  • con la nuova legge è stabilito che: a) il diritto di antropofagia può essere esercitato solo su individui di età inferiore ai 20 anni oppure superiore ai 65 anni; b) il diritto di antropofagia può essere esercitato solo da persone legalmente conviventi con l'interessato e riportate nello stato di famiglia; c) il diritto di sarcofagia è riservato in primis a coniuge superstite e figli. In assenza di essi, si tiene conto di eventuali disposizioni testamentarie lasciate dal defunto prima di avviarsi vero la Gerusalemme celeste. Il diritto di sarcofagia è ovviamente cedibile dietro versamento di compenso agli eredi
  • coloro che intendono esercitare il diritto di antropofagia devono inviare una comunicazione in via preventiva all'UCVAS (c.d. istanza di concessione cannibalizia). Decorsi 5 giorni senza che sia emesso provvedimento amministrativo di diniego, vale la regola del silenzio - assenso. Entro 10 giorni dall'avvenuta antropofagia, occorre che gli esecutori trasmettano all'UCVAS la dichiarazione di avvenuto consumo
  • il prelievo di salme dal cimitero a fini di sarcofagia sarà consentito solo agli eredi del defunto o ad eventuali loro aventi causa
  • l'UCVAS ha anche altri compiti: a) definire le tariffe massime e minime per la cessione del diritto di sarcofagia da parte degli eredi; b) dirimere eventuali controversie tra eredi per l'esercizio del diritto di sarcofagia; c) definire le modalità tecniche di prelievo delle salme dai luoghi di sepoltura a fini di sarcofagia; d) tenuta di un registro pubblico ove sono registrate le successioni e le compravendite sarcofagiche nonchè i prelievi di salme dai sepolcri a fini di sarcofagia; e) gestione della borsa ove coloro che lo desiderano possono negoziare i diritti di sarcofagia, mettendo in contatto domanda ed offerta; f) gestione di rifiuti e cascami derivanti da antropofagia e sarcofagia
  • un caso a parte sono le salme derivanti da esecuzioni capitali: atteso che, in quanto pendagli da forca, sono giuridicamente di proprietà del ministero della giustizia, la loro immissione sul mercato avverrà con appositi bandi ad evidenza pubblica, gestiti sempre dall'UCVAS ed aggiudicati al miglior offerente (nel caso di stock superiori alle 3 salme, sarà possibile anche il collocamento in borsa)""

martedì 4 agosto 2015

Memorie di un boia - Trancio IV

Mortiferi baci&abbracci a tutti!! Sono sempre io, la vostra Gloria Camelia Flora Strozzi Forconi, il vostro "Mamba del patibolo", il boia più creativo e alla moda che ci sia, il vostro incubo più fortunato.
Oggi vi voglio parlare di un tema spinoso ed attraente al contempo: i risvolti erotico - sessuali dell'esecuzione capitale. Sissignori, sotto certe condizioni, spedire all'inferno un pendaglio da forca è una fonte di piacere carnale insuperabile!! Come sempre, occorre andare al di là di apparenze e luoghi comuni, ragionando fuori dagli schemi precostituiti e dai concetti preconfezionati ... insomma, occorre essere un boia libero professionista come me!
C'è chi svolge la libera professione per redigere rogiti ed atti, chi per compilare dichiarazioni dei redditi, chi per stendere progetti di case e capannoni e chi per ridurre il tasso di feccia e rifiuti nella società. Io faccio il boia per passione, non sono un'impiegata statale che aspetta tutti i mesi il 27, io sono un'artista del patibolo, lavoro a cottimo ma ogni esecuzione è per me un pezzo unico, un'opera d'arte.
Io nel mio lavoro ci metto l'anima ... e faccio rendere al diavolo l'anima dei condannati! Io non pratico banali iniezioni letali, non mi limito a schiacciare un bottone, io spengo il sole sulle persone mettendoci tutta me stessa!
E' per tutti questi motivi che l'esecuzione capitale mi procura piaceri carnali inenarrabili. Di seguito vi illustro alcuni dei devastanti piaceri che ho provato nel corso della mia onorata carriera (tutt'altro che in dirittura d'arrivo, grazie alla legge Fornero ho ancora davanti a me almeno 20 - 23 anni di esecuzioni capitali, ma per me non è un lavoro usurante ma semmai vivificante). Naturalmente si tratta di una cernita di episodi, perchè se ve li raccontassi tutti, ne uscirebbe un tomo spesso come un vocabolario.

Ghigliottina a Cosio
Tre anni fa ho giustiziato, nel bel mezzo della Sagra degli arrosticini di Cosio, un tal Piermatteo Carciofolotti, mandato sulla forca per aver scaricato da internet un file mp3 con la canzone del pulcino Pio.
Di primo acchito, sembrava che il condannato fosse conscio dell'empietà del suo gesto e di conseguenza aspettasse l'esecuzione quasi con impazienza, come se fosse un'occasione per salvare la propria anima e lasciare questo mondo di tentazioni dove lui aveva esaurito il proprio ruolo. Sembrava così, perchè quando l'ho posizionato ed incatenato sulla tavola scorrevole della ghigliottina, ha improvvisamente iniziato a dare in escandescenze. Per qualche secondo l'ho lasciato strepitare, poi ho spinto il suo collo sotto la lunetta e mi sono apprestata a sbloccare il fermo della mannaia ... ma mi sono fermata un attimo, vedendo che il Carciofolotti era in preda ad una violenta e smisurata erezione, tale da lacerargli il cavallo dei pantaloni. Mi sono sentita assalita da un delirante, farneticante desiderio erotico ed ho deciso di concedermi a lui, riservandogli un'esperienza carnale da perderci la testa (in tutti i sensi). Abbiamo cominciato a copulare nell'unica posizione consentita, lo smorzacandela, visto che era immobilizzato sulla tavola. La sua virilità era ciclopica ed io ero completamente impazzita dal folle piacere. Ad un certo punto ho sentito che un un orgasmo potente come la dinamite mi stava per sconvolgere ed allora ho deciso: mentre il mio corpo si contorceva tutto come attraversato da una scarica a 100mila volt, ho azionato la mannaia. Come io ho lanciato un rantolo di piacere animalesco, la sua testa è volata via ... un perfetto tempismo, ça va sans dire!

Impiccagione a Talamona
E' successo qualche mese fa, nel cortile delle scuole elementari di Talamona. Dovevo impiccare AntonGabriele Lassoni, condannato a morte per alitosi, flatulenza e traffico illecito di carrube. Le lezioni a scuola erano state sospese e tutti i bambini erano stati portati in cortile per assistere all'esecuzione.
Avevo già innalzato il patibolo, controllato il funzionamento della botola e preparato il cappio. Attendevo con trepidazione l'arrivo del pendaglio da forca.
Mi portano il marrano caricato sul cassone di un Ape, già legato come un salame e bendato. Lestamente lo faccio salire dalla scaletta del patibolo, gli infilo la testa nel cappio e poi mi godo lo stato di eccitazione che sta dilagando tra i miei giovani spettatori, tutti lì, impalati e col fiato sospeso, ad aspettare che io tiri la leva che fa aprire la botola e spenga per sempre la luce davanti agli occhi del Lassoni. Decine di occhi immobili nei quali mi pare di leggere "apri la botola, apri la botola, siamo qui per questo, meglio che far lezione di geografia". La frenesia dei bambini si stava impadronendo di me. Sentivo sulla mia pelle uno strano formicolio, come un susseguirsi di scosse elettriche dall'effetto psichedelico. Ad un certo punto, quel formicolio si è trasmesso alle mie parti intime e continuava a crescere. Mi sono sentita come portata in volo da una sorta d'irresistibile turbine di energia, un climax ascendente cui mi volevo arrendere senza condizioni, sempre più in alto, sempre più forte, sempre più fuori dal mio corpo. Ad un certo punto, pur se sconvolta da quella magnifica sensazione, mi sono resa conto che, avanti di quel passo, il pendaglio da forca avrebbe inopinatamente salvato il collo ... inammissibile per la mia deontologia professionale!! Così, d'impeto, ad occhi chiusi, ho tirato la leva e la botola si è aperta. Il tonfo della botola mi ha riportato alla realtà, ho aperto gli occhi ed il marrano penzolava lieve dalla corda, dondolando come un pendolo, aveva gli occhi strabuzzati ed i suoi intestini si erano rilassati mandando un gran fetore. Dinanzi a questa scena sono stata colta da un orgasmo che mi ha fatto tremare tutti i muscoli per almeno una trentina di secondi, dopo di che mi sono dovuta sdraiare a terra, stordita ed ubriaca. Anche questa volta, però, il lavoro era stato fatto, e fatto come si deve!

Garrota a Dubino
Nel dicembre dello scorso anno ho garrotato, di fronte al municipio di Dubino, la 70enne Etelberta La Pedria, condannata alla pena capitale per commercio all'ingrosso e cessione al minuto di vini prodotti tra Mello e Traona (azione potenzialmente in grado di mietere centinaia di vittime).
Sistemo la pericolossima trafficante di mescite sulla panca della garrota, gli applico il collare e comincio a girare la vite, lentamente, per non rovinare la suspence al pubblico che assiste numeroso.
Ad ogni giro di vite gli astanti urlavano "olè" e facevano un tifo da stadio. Io invece, ad ogni giro di vite, dicevo dentro di me "sìiiii..... sìiiii.....", come se stessi possedendo carnalmente qualcuno con un fallo magico spuntato come per miracolo. Giravo la vite a strappi, con forza fisica spropositata rispetto al necessario, come in preda ad un'ossessione. Ad un certo punto, il coro degli spettatori si è fatto sempre più assordante ed io mi sono accorta che la spacciatrice di liquami pseudo enologici aveva ormai gli occhi fuori dalle orbite e la lingua a penzoloni. E' stato a quel punto che ho dato un ultimo colpo di vite ed ho urlato "sìiiiiiiiiiii, godoooooo", in preda ad una eccitazione incontrollabile. Anche quel giorno, una volta venuta sera, ho chiuso gli occhi con la serenità di chi ha fatto il proprio dovere, credendo nel proprio lavoro e godendo letteralmente di esso senza ipocrisie.