Si terrà dal 12 al 27 giugno a Pedesina la prima Sagra del Borlotto
Petardino. 15 giorni no stop, tutti dedicati a questo ortaggio unico al mondo,
che ha corso seriamente il rischio di estinguersi.
“Il borlotto petardino è coltivato da oltre 500 anni a Pedesina. Negli
ultimi anni abbiamo rischiato l’estinzione della specie vegetale; basti pensare
che 10 anni fa a Pedesina esistevano solo 5 kg di borlotti da semenza. La biodiversità
era a rischio e, grazie alla consulenza della Facoltà di Agraria dell’Università
di Mellarolo ed al presidio di SlowFood, abbiamo dato via ad un progetto
pilota. La coltivazione del borlotto petardino è assai impegnativa: prima della
semina e durante la crescita delle piantine il terreno dev’essere continuamente
concimato con una speciale miscela di polvere da sparo, farina di castagne,
birra, crauti e cipolla tritata. Appena raccolto, occorre sgusciare i borlotti
e farli poi essiccare all’ombra e con il fumo ottenuto bruciando i suoi
baccelli, carbone e zolfo. Il progetto ha funzionato alla meraviglia: nel 2011
abbiamo prodotto 23 tonnellate di borlotti ed ora siamo pronti per la prima
Sagra”, dichiara Arioso Trombetti, Presidente del Consorzio Tutela Borlotto
Petardino (CTBP).
“Durante la sagra sarà possibile assaggiare le squisite specialità a
base di borlotti petardini. Oltre ai classici stufati, faremo provare delle
rarissime prelibatezze come il distillato di borlotti, il timballo di miele,
sugna e borlotti e, soprattutto, le stupefacenti salsicce vegeteriane con
borlotti, fieno e rape. Oltre alla grande qualità organolettica, i prodotti a
base di borlotti petardini hanno un indubbio effetto ludico e rilassante, grazie
ai frizzanti rumori causati dal loro consumo ”, aggiunge Trombetti.
Piena la condivisione di Morbegno 2020. “Il progetto di recupero del
borlotto petardino è pienamente coerente con la nostra ideologia di sviluppo sostenibile.
È un esempio concreto di agricoltura a km zero, che riduce le emissioni di gas
serra dovute al trasporto delle derrate alimentari. Non solo: le tecniche di
coltivazione escludono completamente l’uso di fertilizzanti chimici che
contaminano terreno e falde acquifere. L’unica preoccupazione è l’aumento di
gas serra e di gas azotati dovuti alle pesanti detonazioni post digestive
causate dal consumo di borlotti petardini, che hanno forte potere detonante a
causa delle tecniche di coltivazione ed essiccazione. Ma, lo sappiamo bene che
è sempre l’uomo la causa di ogni danno all’ecosistema. L’unica soluzione per
salvare l’ecosistema è, in ultima analisi, l’estinzione del genere umano; un
obiettivo che anche per Morbegno 2020 pare, almeno oggi, di non semplice
realizzazione”, dichiara Efrem il profeta.
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