Premessa
In questo breve trattato si vuole illustrare
un’interessante applicazione della matematica al recupero pedagogico dei bambini
viziati, iperaccuditi, devastati dalle troppe cure parentali (da qui in poi
per brevità bimbominkia). Infatti, sbagliano grandemente coloro che reputano
la matematica una scienza arida e priva di applicazioni pratiche.
Lo studio parte da due premesse fondamentali, di
carattere ontologico, gnoseologico, filosofico:
- L’edificazione
del bimbominkia è da imputare all’iperaccudimento ed alle eccessive cure
parentali;
- Lo
stato di bimbominkia può essere superato con: a) la somministrazione di mazzate
in modo mirato; b) la riduzione di accudimento e cure parentali
(ottenendo in tale modo benefici non solo educativi ma anche di ottimizzazione
delle spese e del bilancio familiare).
Se non si condividono questi assunti, è del tutto inutile
proseguire nella lettura del presente documento.Con questo elaborato, si vogliono, mediante
modellizzazione in formule matematiche:
- Definire un metodo per quantificare il tasso di “bimbominkizzazione”
di esso medesimo bimbominkia;
- Determinare la quantità, la frequenza e la modalità di
somministrazione delle mazzate necessarie per porre termine allo stato di
bimbominkia (rimedio primario);
- Determinare l’entità della riduzione di accudimento e
cure parentali tale da: 1) rendere più efficace la somministrazione
delle mazzate; 2) consentire, di conseguenza, una riduzione della quantità
di mazzate da somministrare (rimedio secondario e sussidiario.
Quindi, dopo le formule di Erone, Taylor, McLaurin,
Brahmagupta, Eulero, si vuole enunciare una equazione fondamentale per il
recupero pedagogico dei bimbominkia. Un’equazione che aiuta a gestire e poi
a sradicare quello che è un autentico flagello dei tempi nostri e che pone una
seria ipoteca sulla società di domani, attesa anche la pressoché nulla
mortalità infantile che, fortunatamente, contraddistingue i paesi cosiddetti “occidentali”.Descrizione del problema
Un bimbominkia è abituato ad ottenere sempre ciò che
vuole, quando lo vuole e come vuole. A tutti i bambini capitano le giornate no -
così come agli adulti - ma i bimbominkia sono fermi sulla modalità egocentrica.
Tutto ruota intorno ai loro bisogni, alle preoccupazioni, ai sentimenti, ai
desideri che esprimono, e gli altri passano in secondo piano.
I bambini fanno quello che viene loro insegnato, secondo
le aspettative che loro vengono trasmesse. Se i genitori sono permissivi e non impongono
limiti, il bambino non sarà abituato a rispettare restrizioni opportune, con
ciò cadendo nello status di bimbominkia.
Quando i genitori viziano i figli, spesso sono animati da
buone intenzioni, sebbene queste ultime siano malaccorte. Accontentano i figli
perché vogliono garantire loro la miglior vita possibile, offrire tutto quello
che loro non hanno avuto da piccoli. Alcuni temono che rispondere con un fermo
“no” possa ferire i sentimenti del bambino o danneggiare la sua
autostima. Talvolta, i genitori sono semplicemente troppo esausti per esigere
il rispetto delle regole o per imporne, in primo luogo.
Di seguito si citano sette segnali che
aiutano a riconoscere un bimbominkia:
- Quando dici NO, si mette a fare i capricci
finché non gliela dai vinta. I bimbominkia hanno evidenti difficoltà ad
accettare un NO come risposta. I capricci e gli accessi d’ira possono essere
appropriati in termini di sviluppo nei bambini da uno a tre anni, e ancora
molto piccoli, che non sanno esprimersi in maniera opportuna, ma se le crisi di
nervi si verificano di continuo e non si placano con la crescita, potrebbero
voler dire che siamo di fronte a un bimbominkia. I bimbominkia non sopportano la
parola “NO”. Si aspettano di ottenere ciò che vogliono, e di solito ci
riescono.
- Non sono mai soddisfatti di quello che hanno. I bimbominkia
potranno anche avere tutti i giocattoli e i vestiti del mondo, ma non sarà mai
abbastanza. Vogliono di più, sempre di più; proprio perché hanno tanto, tendono
ad essere irriconoscenti ed avidi. Invece di esprimere gratitudine per ciò che
hanno, si concentrano sull’ottenere ancora. Iniziano a dire “grazie”
sempre meno, e “voglio” sempre di più.
- Credono che il mondo giri intorno a loro. I bimbominkia
tendono all’egocentrismo. Non li sfiora nemmeno il timore d’infastidire gli
altri. Badano solo a loro stessi, si sentono in diritto di farlo e si aspettano
un trattamento di favore.
- Pretendono di ottenere le cose il prima
possibile. I bimbominkia sono particolarmente
impazienti: quando vogliono una cosa, la vogliono all’istante. Di solito,
è più facile assecondarli che rinviare la loro pretesa.
- Non sanno perdere. I
bimbominkia hanno particolari difficoltà a gestire la delusione in caso di
sconfitta. Se un bambino tende ad incolpare gli altri di scarso rendimento,
aspettandosi di essere l’unico a ricevere lodi per tutto quello che fa, o se la
prende con gli altri perché non fanno le cose come vorrebbe e non riesce a
riconoscere i meriti di compagni di squadra e avversari, è probabile che sia un
bimbominkia. La tendenza ad essere bimbominkia non è genetica, è un
comportamento appreso che si può disimparare, meglio se il prima possibile.
- Non si arrendono finché non hanno ottenuto
ciò che vogliono. I bimbominkia tenderanno ad adottare
tattiche manipolative per ottenere il “sì” che cercano, anche se questo
significa mentire o mettere i genitori uno contro l’altro.
- Si rifiutano di portare a termine anche i
compiti più semplici finché non li si prega o li “corrompa”. È
normale che i bambini abbiano bisogno di un po’ d’incoraggiamento per lavarsi i
denti o mettere in ordine i giocattoli, ad esempio. Ma quando un genitore
chiede loro di fare qualcosa, dovrebbero ascoltare. Se si rifiutano spesso di
portare a termine compiti elementari finché non si è costretti a pregarli o a
promettere soldi, dolcetti o giocattoli, si è di fronte al rischio di edificare
un bimbominkia.
Assunti di baseSe il problema che ci occupa è superare lo status di
bimbominkia definendo quante mazzate somministrare, la frequenza e la modalità
di somministrazione, è adesso necessario definire di seguito alcuni parametri
tecnici.
Parametro E (anni di età del bimbominkia). Più
l’età è avanzata e più pesante dev’essere l’intervento correttivo. La grande
pedagogista greco classica Medea Pedofagis era solita sostenere che “Un
manverso a 6 anni vale più di 10 cinghiate a 9 anni e di 20 legnate con una
tavola di faggio stagionato a 12 anni”. Di conseguenza, ad E dev’essere poi
applicato un coefficiente moltiplicativo α. Questi i valori di α:
- da 3 a 6 anni: 1
- da 6 a 9 anni: 3
- da 9 a 12 anni: 9
- oltre i 12 anni: 15
Parametro Mz (tipo di mazzata che si intende
somministrare). Va da sé che le diverse tipologie di mazzata non sono tra loro
equivalenti ed è perciò necessario dare loro un peso diverso, a seconda del
valore intrinseco diverso delle mazzate medesime. Questi i valori di Mz:- sculaccione: 1
- manverso: 3
- colpo di battipanni: 5
- cinghiata: 7
- calcio nel deretano con scarpone da montagna: 10
- calcio nel deretano con scarpone antinfortunistico: 12
- palata sulla schiena con manico di scopa: 15
- legnata con tavola in pioppo: 18
- legnata con tavola in faggio stagionato: 25
Parametro Fm (frequenza di somministrazione delle
mazzate). La frequenza di somministrazione delle mazzate è un dato tecnico
fondamentale. Infatti, una somministrazione costante, ad ogni intemperanza
del bimbominkia, è da considerarsi assolutamente preferibile. A titolo
esemplificativo, si può affermare che piazzare un manverso per ogni
capriccio è sicuramente meglio che soprassedere su 10 capricci e poi
intervenire con 10 cinghiate. La logica del “conto unico” è
sicuramente perdente quando si è di fronte ad un bimbominkia. Di seguito la
quantificazione di Fm, in correlazione col numero di capricci cui si è
soprasseduto prima di procedere alla somministrazione delle mazzate:- nessun capriccio soprasseduto (mazzata a vista): 25
- da 1 a 3 capricci soprasseduti: 20
- da 4 a 6 capricci soprasseduti: 10
- da 7 a 9 capricci soprasseduti: 2
- oltre 10 capricci soprasseduti: 1
Parametro Sa (schizzinosità alimentare). Un tratto
distintivo, ed immancabile, del bimbominkia è il non voler mangiare quello che
c’è in tavola, pretendendo altro cibo e vessando i genitori finchè non lo
accontentano. Si tratta di un atteggiamento inaccettabile, che impatta
fortemente sul numero di mazzate da piazzare al bimbominkia. Il parametro Sa è
quantificato sulla base del numero di rifiuti del cibo messo in tavola nell’arco
di una settimana standard (3 pasti/giorno per 7 giorni, 21 pasti). Questi i
valori:
- 1 rifiuto del cibo a settimana: 1
- da 2 a 5 rifiuti del cibo a settimana: 5
- da 6 a 10 rifiuti del cibo a settimana: 15
- oltre 10 rifiuti del cibo a settimana: 50
Nel caso ci sia poi anche il rifiuto della merenda, ad Sa
occorre applicare un coefficiente moltiplicativo β. Questi i valori di
β:
- 1 rifiuto della merenda a settimana: 1
- da 2 a 4 rifiuti della merenda a settimana: 3
- oltre 4 rifiuti della merenda a settimana: 10
Parametro Rcf (reddito complessivo familiare). Siccome
l’erogazione di cure parentali è strettamente connessa alla capacità di spesa
della famiglia, occorre prendere in considerazione il parametro Rcf, definito a
partire dalla somma dei redditi annui di coloro che hanno messo al mondo ed
edificato il bimbominkia. Questi i valori:
- fino a 20.000 €/anno: 1
- da 20.001 a 40.000 €/anno: 2
- da 40.001 a 60.000 €/anno: 5
- da 60.001 a 100.000 €/anno: 10
- oltre 100.000 €/anno: 18
Poiché l’essere o meno figlio unico impatta sulla
quantità di cure parentali erogate al singolo bimbominkia ad Rcf dev’essere poi
applicato un coefficiente moltiplicativo γ. Questi i valori di γ:
- figlio unico: 10
- due fratelli: 5
- tre fratelli: 2
- oltre 3 fratelli: 1
Nel deplorevole caso in cui i genitori del bimbominkia
abbiano anche contratto debiti per erogare inutili cure parentali, si applica inoltre
ad Rcf il coefficiente moltiplicativo δ. Valori di δ:
- indebitamento fino a 10.000 €: 5
- indebitamento oltre 10.000 €: 15
Parametro Qcp (quantità di cure parentali erogate).
Si tratta di un parametro fondamentale, poiché è la misura concreta della
bimbominkizzazione del candidato alla somministrazione di un congruo numero di
mazzate. Qcp è la sommatoria su base annua del numero di:
- giocattoli
- paia di scarpe e vestiti
- visite presso parchi divertimenti
- acquisti di gelati e caramelle
- uscita al cinema ed al ristorante con coetanei del
bimbominkia
- videogiochi, tablet e smartphone
Equazione fondamentale per il
recupero pedagogico dei bimbominkia
Terminata la definizione dei parametri, è ora possibile
completare la modellizzazione matematica ed enunciare la regola aurea,
l’equazione fondamentale per il recupero pedagogico dei bimbominkia, che
consente di calcolare la quantità pedagogica di mazzate (QPM). Si pone
quindi:
QPM= (αE+Mz+βSa+γδRcf+Qcp)/Fm
Pare interessante, con l’occasione, enunciare anche
l’equazione che consente di calcolare il livello assoluto di
bimbominkizzazione (LaBm). Si pone perciò:
LaBm = Qcp*(γ+δ)
Si reputa opportuno segnalare che l’equazione QPM è
valida solo nel caso in cui E sia minore di 14 anni. Oltre tale età
il recupero pedagogico del bimbominkia non è più possibile ed occorre riporre
tutte la speranze nel momento dell’ingresso nel mondo del lavoro.
Conclusioni
Il modello sopra illustrato è universalmente valido per
quanto riguarda la formula di calcolo. Giova però rammentare che nuove ricerche
possono condurre a:
- nuovi valori dei parametri
- aggiunta di ulteriori forme di cure parentali inutili
- nuove tipologie di mazzate da somministrare
In questi casi, sarà agevolare aggiornare ed ampliare il
modello, mantenendone la struttura di base.