lunedì 11 giugno 2012

Il nanetto in gondoleta

Lunga vita al nanetto veneziano
Che spande per l’Italia odor di guano
Scende in gondoleta lungo il canal grande
Il tanfo che manda sempre più s’espande
Guarda il malefico tappetto moralizzatore
Con la sua prosopopea da Puffo fustigatore
Trombone retorico parla di meritocrazia
Nato vecchio e gonfio di gerontocrazia
Quando ci ammorba con i suoi sermoni
Vorrei solo abbassarmi i pantaloni
Mi trattiene però da tal bella perfidia
La paura che poi mi schiatti per l’invidia
Come stare vivere senza il suo livore
Di fronte a lui è facile essere migliore
Punto di riferimento è lui verso il basso
Mini bidone ricolmo di vuoto fracasso
Emblematico frutto di questo tempo vigliacco
Figlio di un paese che ride e tiene il pacco
Macchine veloci fatte coi pizzi dei sogni
Omino perverso fatto con chili di bisogni
Gira per l’Italia esimio fusto di letame
Termometro esatto del crollo del reame
Piccolo di testa e non solo di statura
Effetto collaterale di fine dittatura
Pesante e persistente flatulenza (in)culturale
Ennesima riprova che siam davvero messi male
Omosessualità praticata con altrui terga
Enorme pochezza che in lui bene alberga
Dalla gran rabbia mi viene il fiato corto
Mamma sua non poteva andar di aborto?
Quando mi scontro con la sua pochezza disumana
Mi chiedo perché la levatrice e non una mammana
Bastavano prezzemolo ed un bel cucchiaio
Avremmo risparmiato tutti un pezzo di troiaio
Tremendi sermoni su merito e severità
Grandi dubbi sul suo stare all’università
Peggio lui degli statali che vuole castigare
Scontro di retroguardia che non posso sopportare
Libertino in città bigotto in campagna
Parla lui la mutanda mi si bagna
Mi vanno in rivolta tutte le budella
Quando il marrano proferisce la favella
Non vi voglio però tediare oltre
Con lo sterco facciamogli una coltre
Mangerò prugne produrrò diarrea
Per soffocare la sua prosopopea
Mangerò fagioli borlotti produrrò vento
Per spazzarlo via al 100 per cento
Berrò birra produrrò un lungo getto
Lavarlo tutto è il mio bel progetto
Berrò acqua minerale per immensi rutti
Farò piazza pulita dei suoi pensieri putti
Chiamerò Superman arrapato e vestito da padulo
CHE GLI RUBI IL CUORE TROPPO VICINO AL CULO

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