mercoledì 19 aprile 2017

Valmasino (SO). Una troupe cinematografica sta lavorando alle riprese del film "Ultimo tango a Bregolana"

Pasquino Pinzocheri Press Agency ha orecchiato in alcune fumerie d'oppio in quel di Ardenno che una troupe cinematografica è impegnata in Valmasino nelle riprese del film Ultimo tango a Bregolana.
Animati dall'imprescindibile dovere di render edotte le masse circa l'ennesimo episodio che testimonia il degrado culturale ed intellettuale che funesta da tempo immemore quelle lande, si è deciso di indagare. Si riportano di seguito le informazioni acquisite, con il caldo auspicio che ciò induca le sterminate schiere di lettori a maturare i necessari sentimenti di abominio ed esecrazione.

Personaggi ed interpreti:
Pedrüsc La Crosta: Raffaele Scavalcabecchi
Lüzia la stambecca: Capretinha Bergolenha (pseudonimo di Rominha Martinela Manzanares de Conceiçao y De La Pinha Infilada)
Romilda La Crosta: Cesira Pecoroni
Bortolin Maranela: Egidio Stanganelli Cappellacci
Bertu Castegna: Genesio Trombacci Bombetti

Composizione della troupe
Regista: Annibale Patumiera
Aiuto regista: Vladimiro Sbracantoni
Direttore della fotografia: Sinforosa Cannarozzo
Fonico: Ildebrando Smandrappini
Cameraman: Simonpietro Borraccioni - Pierugo Scolafiaschi - Ginevra Mangiapane

Trama del film
Dopo esser stato ignominiosamente cacciato di casa dalla moglie Romilda per la totale assenza di qualunque forma di igiene personale, il venticinquenne Pedrüsc La Crosta, un grossista di letame originario di Cataeggio, va fuori di se e sembra aver perso qualunque ragione per restare in questo mondo (dando con ciò prova di grande grettezza ed egoismo, poichè una sua eventuale scelta di dire addio al sole avrebbe recato grande beneficio all'umanità intera). 
Vagando senza meta per i boschi della Valmasino, in preda ai fumi dell'alcol ed alle esalazioni psicotrope prodotte dal suo corpo ricoperto di croste nere e marroni, Pedrüsc raggiunge la piana di Bregolana dove incontra Lüzia, una splendida femmina di stambecco di 3 anni. I due sono travolti da una passione e da una frenesia erotica irrefrenabili e consumano un primo amplesso selvaggio in una stalla abbandonata, che decidono di eleggere a loro nido d'amore da qui all'eternità. Nasce una relazione fatta solo di sensi nel corso della quale i due, ignorando tutto dell'altro partner, esplorano a fondo le rispettive carnalità, raggiungendo al  contempo picchi di piacere ed abissi di abiezione e depravazione (sempre in totale spregio di qualunque norma igienica, anzi i due si giurano reciprocamente che mai e poi mai cadranno nella tentazione dell'igiene intima).
Lüzia, figlia nata da una relazione adulterina di sua madre Fetuzza con il pecoraio Menegash, comincia piano piano ad innamorarsi di Pedrüsc poichè sente la necessità di dare alla propria vita una dimensione anche spirituale, che vada oltre i meri aspetti della carnalità e del fetore corporeo. Purtroppo, Pedrüsc non la corrisponde, anzi decide di allontanarsi da lei.
Pedrüsc viene contattato dall'ex moglie Romilda, che ha avviato le pratiche per il divorzio e chiede gli alimenti, per un importo di € 500 al mese. Il manigoldo si dichiara disponibile ad accogliere la richiesta, purchè il pagamento avvenga non in denaro ma in merce, ovvero con 250 carriole/mese di letame. Offesa nel profondo, Romilda assolda due delinquentelli di paese, Bortolin Maranela e Bertu Castegna, per vendicarsi dell'ex marito. I due tendono un agguato a Pedrüsc, lo sequestrano, lo rinchiudono in un essiccatoio per le castagne e lo sottopongono a tre giorni di abluzioni forzate con acqua bollente, carta raspa ed acido muriatico, privandolo di tutte le sue croste. Dopo di che viene rilasciato di notte in zona Filorera.
Il trauma psicologico della forzata igiene personale porta Pedrüsc ad una fase di profonda analisi interiore, alla fine della quale realizza di essere anche lui profondamente innamorato di Lüzia. Una mattina si mette all'ossessiva ricerca della sua onniamata stambecca, battendo palmo a palmo tutta la Valmasino e la trova infine nei boschi di Sasso Bisolo, mentre fuma uno spinello dalle dimensioni simili ad un manico di scopa, prodotto con la potente  e famigerata marijuana di Cornolo (dal nome scientifico di "cannabis svergola scetergnensis").
I due si danno al più sfrenato consumo di erba, fino a che cadono in preda ad allucinazioni e stati di alterazione paranoica. Terminato lo stravizio erboristico, i due decidono di andare a vivere assieme per tutta la vita e tornano nella stalla di Bregolana che era stata teatro del loro primo congresso carnale. Dopo otto giorni consecutivi di amplessi, i due cominciano a sentirsi affamati e decidono perciò di andare a mangiare un boccone alla "locanda del Pursceler" di Cataeggio, dove consumano una trentina di chili a testa di borlotti in umido con le cotiche, accompagnati da un paio di fustini di prugne secche.Terminato il fiero pasto, si vanno a sdraiare nei prati della Zocca, dove si accendono un altro ciclopico spinello per favorire la digestione. L'effetto dello stupefacente non si fa attendere: i due sono colti da terribili allucinazioni all'intestino e danno il via ad un'interminabile gara di flatulenze, al termine della quale entrambi crollano a terra esanimi e privi di vita, soffocati dalle loro stesse rombanti esalazioni.

***

Ove il film dovesse uscire nelle sale, Pasquino Pinzocheri Press Agency auspica che i cittadini scendano in piazza, assaltando i cinema che avessero il barbaro coraggio di inserirlo in cartellone. Ben lungi dall'invocare la censura, occorre però sempre tener presente che quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor.