giovedì 10 aprile 2014

Autostop per Itaca

... su, dai che devo andare ho ancora sette porte a cui bussare ed una ventina di compagni di viaggio da raccattare ... e poi devo consegnare non so cosa al porto, sembra abbiano cercato di rubarmi la nave ma non so bene, ieri sera mi sono scofanato mezza tonnellata di loto ... loto, lotus, devo correre, devo scappare, domani mi dicono anche da chi ... aspettiamo, portiamo pazienza ... che ridere, ieri sera, barzellette sui testimoni di geova, quante barzellette, a forza di barzellette magari diventiamo pure noi barzellette ... ridere, ridere, riso al curry, riso amaro ... tu sei più affascinante di silvana mangano, te lo hanno mai detto? te l'ho mai detto? sì, mi ricordo ... dammi un bacio, lo sai che non mi rinnovano il passaporto? e allora baciami, viaggerò con quello, sono sicuro che basta, ogni giorno mi fai vincere al superenalotto, tu sei il jackpot di una vita, la grotta della mille e una notte, che notti ... squilla il telefono, è la gioia di vivere che chiama con addebito chiamata al destinatario, è sempre in ritardo quella pasticciona, come le ferrovie è sempre in ritardo, come le poste sbaglia indirizzo, come facciamo? dobbiamo andare lontano? quanto? lo so, faccio troppe domande, io che dovrei essere mercante, trafficante, spacciatore, contrabbandiere di risposte, le avrei anche le risposte ma non trovo la chiave del magazzino, l'hai presa tu per caso? o è arrivata la pula a mettere i sigilli? chi è che bussa? e dagli con le domande ... vado, apro io ... è mia sorella, non la conosco da anni, colpa di una qualche telecom dentro noi che ha tagliato i fili, o li ha tagliati lei? cosa gli racconto? cosa mi sento raccontare? non c'è campo, il mio cellulare prenderebbe anche, è lei che non manda segnale, magari è un bene, sicuramente ... ma no, devo andare, meglio salutarla qui, adesso, lei ha voluto perdere il mio numero, che storia sbagliata ... torno da te, non servono motivi e poi ti voglio salutare, cosi bella, lucente, nuovo fiore ogni momento, che gemma abbagliante, che luce ardente che sei e che mandi, dimmi, sei sempre stata così? o prima di incontrarmi era ancora più unica? oppure posso vantarmi io? stranezze, desideri infiniti, voglie da decifrare, eravamo tavolette di creta sumere, lo siamo ancora? irresistibile l'attrazione per l'ignoto, tu hai ancora ignoto da estrarre dalle tue miniere, ne sono sicuro e io dovrei partire ... ignoto e lettere da spedire ne ho a metri cubi pure io, forse è meglio che resti, no devo partire, ho dimenticato chi mi ha detto di partire, ma non conta, o forse è importante saperlo ... ma che sete mi è venuta, versiamone una pinta e alziamo il gomito, beviamo, beviamo, sono troppo assetato di novità e poi la bulimia da stranezze, sì quella mi piace, mi rende orgoglioso di me stesso, sì come mi piaccio ... dai, aiutami a fare le valigie, sono già in ritardo, devo farmi trovare in piazza alle 9 o forse mi vengono a prendere, cosa sta insieme e cosa no, ecco la colla, rifacciamo un poco di ordine o lasciamo stare l'ordine, sono una persona unica e piena di talento, ordine e disciplina sono come il diserbante per me, anche tu sei unica, fuoriclasse, non classificabile, mai vista prima, un uccello del paradiso, ti prego non farti mai spegnere dalla voglia di ordine, non potrei sopportare mai un cuore ingegnere ed un'anima matematica, saremmo astronomi senza alcun telescopio, ci perderemmo tutte le stelle, le notti di maggio profanate, il cielo di novembre annientato per sempre, no, no, no ... allaccio l'orologio, ha la batteria scarica, mi sento intrappolato dalle lancette immobili, sentimento del non-tempo, che tempo aspetto, il tempo di arrivare, il tempo di andare, il tempo di rinascere, per favore qualcuno rubi il mio orologio ... che strana voglia di parlare, di calcio, di politica, di gioia, di tenerezza, sappiamo ancora dove abita? sì, lo sappiamo, perdio! che fascino quella finestra, il sole, il verde, la luce, qualche cima ancora innevata, meraviglie della natura, adesso ti stringo e ti bacio forte, che meraviglia sei tu, di te non mi stanco mai, sei la baia tranquilla dove si scampa alla tempesta, la tempesta di ieri, la tempesta che deve ancora venire, con tutta questa voglia di prendere il largo, con questa fame di essere al largo, quest'orrore che provo per gli ormeggi ed il terrore della banchina, ridatemi il timone bastardi, se qualcuno tocca le mie vele lo sbudello, ho bevuto e fumato troppo e male, un fumo che quasi non ci si vede, sbattiamo giù la porta, fuori da queste squallide stanze di solitudine e poi fuori, in strada, nel grande fluire di persone, cartelli, bandiere, urla, un odore di vita e di consapevolezza che quasi ci stende, sempre meglio che essere stesi ad asciugare aspettando un qualche messia low cost, qualcosa purchè sia, meglio bestemmiare a questo punto, voglio essere un uomo sbagliato, ma per conto mio, magari non sono poi tanto sbagliato, non è che a forza di sentirmi dire che sono malato mi sono ammalato? continuavano a dirmi che sono nato male e cresciuto peggio, ho rischiato di convincermi? mi insegnavano a essere diverso, spero di aver studiato male e di esser stato bocciato all'esame di conformità! mi scolo un paio di birracce di marca ignota, roba da straccioni, che ti butta fuori dalla società, poi andiamo a fare un giro nel barrio, lì mi conoscono bene, mi sento una betulla cresciuta tra marciapiede e cordolo, una bella sensazione, mi scorre il sangue nelle vene ... com'ero fuori posto invece a quel pranzo di nozze, vedere tutta quella gente ben vestita, mangiavano solitudine ma erano ben composti e seduti a tavola, cosa raccontavano a se stessi? non parevano convincenti, io invece non parlavo con nessuno e nessuno parlava con me, non avevo voglia di essere chiamato muto dai sordi ed invisibile dai ciechi, chissà poi perchè ero finito lì? dev'essere perchè c'era da consegnare la torta o serviva qualcuno per lo strascico della sposa, poi mi hanno detto di restare, usandomi cortesia e la loro personale pietà, mi volevano avvelenare di buone maniere, gli serviva una bestiolina curiosa? sapevano che ci voleva qualcosa per ravvivare l'atmosfera? forse mi volevano derattizzare, non sanno che noi topacci non moriamo mai, intanto ho mangiato e bevuto alla loro salute, ne avevano davvero un gran bisogno, un bisogno disperato, ossessivo, illogico, irrazionale, non mi lasciavano più andare, per fortuna che mi hai telefonato tu ... sono rincasato, mi serviva assolutamente una doccia all'anima, ho usato 2 litri di smacchiatore e poi ti ho abbracciata forte, eri tu e null'altro quello che stavo cercando ... sei tu che mi fai vacillare, come traballo bene, perchè andare? perchè partire? perchè arrivare? ora mi sono deciso, voglio piangere senza versare lacrime, parlare senza proferire parola, urlare senza alzare la voce, corrrere restando immobile, ero già partito, ero già arrivato ...

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