martedì 9 aprile 2013

Sernio (SO). Scoperta l'esistenza del mostro lacustre Rosticcino

Nella diga di Sernio vive un mostro lacustre, che i locali hanno affettuosamente battezzato Rosticcino. L'essere acquatico è già stato avvistato tre volte in una settimana:

  • il 3 aprile da Simone Mosciarelli e Stefania La Casta, una coppia di fidanzatini che era appartata sul cassone di un ApeCar in cerca di un poco di intimità. A causa del subitaneo ed imprevisto attacco di flaccidosi fulminante che ha colpito Simone, i due hanno deciso di godersi comunque la romantica atmosfera del lago di Sernio by night e di aumentare il tasso di romanticismo sorseggiando una intera damigianetta del fumigante vino prodotto con le uve dei vigneti sovrastanti. Dopo un ora di ininterrotto consumo di cotale diabolico nettare, il mostro è sbucato dalle acque del lago ed ha calorosamente salutato i due fidanzatini con un affettuoso e fiammeggiante rutto, dicendo a Simone: vergognati, smidollato che non sei altro. Io alla tua età fecondavo anche venti uova in un pomeriggio ... e tieni conto che per fecondare un uovo dei nostri serve un gallone di seme bello e buono! E' proprio vero, la virilità nel periodo giurassico era tutta un'altra cosa! L'apparizione del mostro in se e per se non deve stupire. Infatti, è vero che il vino locale di Sernio non è in grado di dare ebbrezza alcoolica in quanto di alcool è pressochè privo, ma possiede acclarate capacità di spalancare le porte della percezione, a causa degli spasmi gastrici e delle contorsioni intestinali che induce. Stefania si è gettata ai piedi del mostro urlando: tu sei   Rosticcino, il drago porcello e biricchino. Ti prego, prendi me ma non far del male al mio amato Simone! La sua virilità è gelatinosa ma io lo amo immensamente lo stesso! Con i suoi occhi di brace, il mostro ha guardato la ragazza, è rimasto un attimo in silenzio ed ha poi esclamato: a me le femmine piacciono solo con le squame ... e poi io non potrei mai congiungermi carnalmente con una femmina con l'alito che sa di vino serenasco anzichè di sterco e uova marce. Anche per me c'è un limite a tutto. Dopo di che è tornato nella profondità degli abissi del lago di Sernio. 
  • il 6 aprile Rosticcino è stato invece avvistato all'alba da un pescatore di frodo, Tommasone Trotaverde. Il losco figuro aveva infatti gettato in acqua una badilata di carburo per far guizzare fuori dalla superficie dell'acqua i pesci e catturarli poi col retino. Il gorgogliare dell'acqua ha disturbato il mostro lacustre, che si stava facendo la ceretta (sott'acqua la cura delle squame col fuoco è impossibile, per ovvi motivi). Immediatamente è affiorato ed ha urlato a Trotaverde: hey marrano, facciamo un patto: i pesci te li catturo e te li porto io così non devi faticare e pescare. Tu decidi che pesci vuoi, io decido dove metterteli per portarli a casa. Il cesto non ti serve, credimi ... e piantala di disturbarmi col carburo, io devo riposare, non sono mica uno sfaccendato come te! Sconvolto dal terrore, Trotaverde è fuggito a gambe levate, inseguito da una fiammeggiante ruttata del mostro che gli completamente depilato lo scroto.
  • stamane il drago è apparso a degli agricoltori intenti ad alcuni lavori nei vigneti sovrastanti il lago. Con una tonitruante fiammata della bocca ha incenerito tutti i vigneti ed ha urlato ai vignaioli: se non la smettete di produrre quel liquido color vomito che voi vi ostinate a chiamare vino, la prossima volta incenerisco pure voi, ma prima vi clisterizzo con 50 litri ciascuno della vostra brodaglia ... in fondo è sempre meglio che berla. Oltretutto, fa venire le allucinazioni ed io devo apparire a tutti quelli che ne sono colpiti. Uno sbattimento che alla mia età non sopporto più. Poi Rosticcino è tornato in acqua e non si è più visto.

Per completezza di informazione è necessario segnalare che i tre agricolori, Trotaverde, Mosciarelli e La Casta sono ora ricoverati presso il reparto neuroenterodeliri dell'Ospedale municipale di Sernio, dove sono sottoposti ad una psicoterapia naturale cinese, basata sulla fustigazione omeopatica con canne di bambù.

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