lunedì 8 aprile 2013

Biolo (SO). Costituito il “Consorzio per la tutela del vini biolesi”

È stato costituito di recente il “Consorzio per la tutela del vini biolesi” (CTVB). Il CTVB ha come oggetto sociale la tutela della tipicità e la promozione commerciale dei vitigni tipici di Biolo e dei vini da essi prodotti. A minor gloria e maggior disdoro dell’iniziativa, è opportuno riportare il nome dei quattro storici vitigni che dalla notte dei tempi i biolesi si ostinano a coltivare, sorretti dall’infondata convinzione che il prodotto da essi tratto sia vino:
  • Acetello
  • Nibbiolo
  • Scortichera
  • Torcipanza

Abbiamo fondato il CTVB perché abbiamo raggiunto la consapevolezza che fossero maturi i tempi per far conoscere al mondo intero i nostri prelibati vini. Intendiamo attaccare il mercato con alcuni capolavori dell’enologia che riteniamo delle vere e proprie punte di diamante:
  • Carta raspa degli Dei (50% acetello, 20% nibbiolo, 15% scortichera e torcipanza). Vino sbarazzino, dal brillante color melanzana, con un profumo pungente e note di ammoniaca e allume di rocca, di facile beva, in grado di favorire la digestione. Si abbina perfettamente con piatti a base di frattaglie crude.
  • Strangolone (40% scortichera, 40% torcipanza, 20% acetello). Vino di grande personalità ma assai beverino, dall’accattivante color argilla, profumo solforoso, con note di verderame e stucco da falegname, dal forte impatto sia organolettico che sull’apparato digerente. Ideale per accompagnare pietanze a base di sugna e strutto fermentato. Molto adatto anche come diluente ed agente sverniciante per metalli.
  • Vampata di Biolo (60% torcipanza, 30% acetello, 10% scortichera). Fermentato con aggiunta di cipolle, rape rosse e cavoli, è un vino per le grandi occasioni, color nero lucente, profumo di idrocarburi, emette piacevoli vapori verdognoli, con note di trementina e calce viva. Consigliato per l’abbinamento con la puzzola arrosto oppure fatta in salmì dopo essere stata marinata nel siero di latte rancido. Particolarmente indicato inoltre per la produzione di sottaceti. Ha anche un uso sanitario per enteroclismi  finalizzati alla cura di alcune irritazioni della mucosa intestinale
  • Drago di Biolo gran riserva (65% acetello, 15% scortichera, 15% torcipanza, 5% nibbiolo). Addizionato in fase di fermentazione con kerosene e soda caustica, è un vino prodotto solo nelle annate migliori, con ammuffimento in vigna dei grappoli e vendemmia tardiva. Ti affascina in modo irresistibile col suo color arancione brillante, il suo profumo bruciante, le sue note di trielina e resina epossidica. È un vino che crea molta atmosfera ed il cui effetto afrodisiaco è scientificamente provato. Si abbina in modo perfetto con pietanze a base di serpente marinato e scorpioni panati. È altresì assai indicato per la cura dell’alitosi e della stitichezza cronica. Altra sua caratteristica distintiva è la capacità di autocombustione in caso di contatto con l’aria. Per questo è vivamente consigliata la sua conservazione in bombole”,
dichiara il Presidente del CTVB Aquilino Fiascotti Acidelli.

Per meglio valorizzare i nostri sublimi prodotti, anche nel confezionamento abbiamo ritenuto opportuno superare lo schema, ormai trito e ritrito, dell’imbottigliamento in vetro. I nostri vini saranno quindi immessi in commercio:
  • in comode taniche da 5 - 10 - 15 - 25 litri
  • in pratici pallet - cisterna da 200 - 500 - 1.000 litri
  • in ergonomiche bombole da 10 - 15 - 25 - 100 kg con sistema di spillatura a pressione
  • con il comodo sistema della consegna sfusa con autobotte per coloro che dispongono di serbatoio domestico interrato oppure di silos (in questo caso però occorre ordinare un quantitativo minimo di 2mila litri)”,
prosegue Fiascotti Acidelli.

Sono sicuro che la fondazione del CTVB proietterà i vini di Biolo nel gotha dell’enologia mondiale. Del resto, se si vuole promuovere un territorio con la sua tradizione occorre essere presenti sul mercato in prima persona e superare lo schema delle forniture da terzisti ai produttori di sottaceti ed all’industria dei solventi e delle vernici”, conclude Fiascotti Acidelli.

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