giovedì 4 aprile 2013

Cataeggio (SO). Trafugati presso il Museo paleontologico “Isidoro Fetonazzi” i resti fossili del “Mephytosaurus enterotonitruans” di Arigna - Catastrofico l’impatto sul territorio

La scorsa notte sono stati rubati a Cataeggio i resti fossili di Mephy, il Mephytosaurus enterotonitruans, ritrovato nel territorio di Arigna. I reperti paleontologici erano conservati presso il Museo paleontologico “Isidoro Fetonazzi”. La struttura ha  sede in località “Ca’ Miasma”, presso la cosiddetta “Domus foetida”, dove è nato, cresciuto e deceduto (purtroppo tardi) Isidoro Fetonazzi, eroe nazionale cataeggino, meglio noto negli annali storici del mai abbastanza aborrito borgo come “la cloaca macilenta” oppure “il profeta putrescente”.

Il furto dei resti di Mephy ha prodotto un’immane catastrofe ambientale e per la salute pubblica, che sta flagellando l’intera Valmasino. Infatti, i resti erano fossilizzati da milioni di anni in un banco di cicerchie, borlotti e castagne, contornato da un substrato di verze e cipolle gassificate. Ciò fa sì che i fossili siano in grado di emettere flatulenze di possente impatto, sia acustico che, soprattutto, odorigeno ancora oggi. Il contatto dei fossili con l’aria aperta ha riavviato immantinente i tonitruanti intestini della bestia, che ha iniziato a cannoneggiare il territorio con possenti flatulenze il cui rumore è paragonabile a quello dell’eruzione del vulcano Krakatoa (si lascia immaginare l’odore). Si segnalano alcuni dei danni già appurati dalle pubbliche Autorità:
  • Filorera: completa defogliazione di ogni specie vegetale
  • Zocca e Sasso Remenno: pleure polmonare ed ustioni alla pelle dei residenti
  • Cornolo: tutti i selvatici che vivono nei boschi hanno perso la pelliccia, mentre le acque della val d’Odola hanno assunto una colorazione marrone fluorescente
  • Bagni: una nube marrone ha scaricato uno scroscio di liquido altrettanto marrone (e pure fetente) che ha letteralmente distrutto il manto erboso dei prati
  • Val di Mello: i gas emessi da Mephy hanno saturato il terreno, da cui provengono ora delle esalazioni che hanno già causato la morte di un centinaio di capi di bestiame tra bisonti delle praterie ed elefanti
  • nessun danno si segnala invece a Cataeggio. Infatti, la plurisecolare abitudine al fetore e la repulsione verso qualunque forma di igiene, tipiche dell’abominevole centro abitato, fanno sì che popolazione ed ecosistema siano del tutto immunizzati rispetto ai venefici afrori di Mephy (che, anzi, sono accolti con grande entusiasmo)
  • si è riattivato l’anticiclone Mefitonte, che sta ammorbando senza pietà l’area tra compresa tra Talamona e Berbenno (migliaia di persone hanno dovuto essere evacuate)
  • la respirazione dei miasmi emessi da Mephy produce sulla popolazione uno scompenso psicofisico dal nome scientifico di Mefitopatia convulsiva sistemica (già 924 persone ne sono affette ed i casi aumentano di giorno in giorno)

Non deve perciò meravigliare l’imponente apparato di uomini e mezzi che le pubbliche autorità hanno dispiegato per addivenire quanto prima al ritrovamento dei fossili. Infatti, ad oggi non è stato ancora possibile stabilire (neanche in modo approssimativo) dove si trovi Mephy. Gli infernali fetori che emette sono infatti così forti che non è possibile, con gli strumenti oggi a disposizione, quantificare il livello di puzza esatto di ogni ambito della Valmasino. Se ciò fosse possibile, realizzando una carta puzzografica del territorio, si potrebbero restringere le ricerche nelle zone denotanti la maggiore intensità mefitica. Purtroppo, gli strumenti mefitometrici attuali, appena esposti alle esalazioni di Mephy vanno in tilt e schizzano a fondo scala, rendendo del tutto inutile la misurazione.

Una speranza di soluzione del problema si intravvede però nelle dichiarazioni di Othmar Gottlieb Von Putrenz, docente di Tecnologie per la protezione da agenti ipermefitici presso l’Università di Ratisbona. Dichiara quanto segue:
  • Il caso della tempesta fetida che sta devastando la Valmasino è di grande interesse accademico. Mi sono precipitato immediatamente sul posto con i miei assistenti alla cattedra ed alcuni tesisti. Assieme a loro sto studiando delle possibili soluzioni al problema
  • Stiamo realizzando un puzzometro ad emissione di raggi gamma che sarà in grado di effettuare una precisissima cartografia a scala di fetore del territorio. Ciò ci consentirà di individuare esattamente il posizionamento di Mephy
  • Utilizzando un aereo appositamente attrezzato, bombarderemo l’area con ordigni contenenti zolfo, fosforo, acido cloridrico e pesteda grosina, composti che fungono da antagonista chimico delle flatulenze di Mephy
  • A quel punto, una speciale task force provvederà al prelievo di Mephy ed al suo stoccaggio in un bunker antifetido mobile
  • Per la sistemazione definitiva di Mephy occorrerà eseguire a Cataeggio una trivellazione di 2 km di profondità, dove posizioneremo il diabolico trombone, ricoprendolo poi con uno speciale sarcofago di calcestruzzo, molto simile a quello di Chernobyl
  • Solo una chiosa finale: ma non si poteva lasciare quel satanico scorreggione sotto terra in quel di Arigna? Era proprio necessario portarlo alla luce e guadagnarsi una simile punizione divina? E poi, era così necessario installarlo in un museo del fetore e della non igiene personale e farne oggetto di culto? Idolatria della puzza più ripugnante: o tempora o mores!!

La trafugazione di Mephy dal museo Fetonazzi ha gettato nello sconforto il popolo di Cataeggio, rimasto orbato di cotanto fetore: “Il nostro popolo è stato fatto oggetto di uno sfregio imperdonabile e di un sacrilegio che grida vendetta al cospetto degli dei. Infatti, noi vediamo in Mephy la deificazione trascendente di Isidoro Fetonazzi, che onoriamo come padre della patria, con immortale ricordo, rendendogli il dovuto culto. Chi ha commesso questo crimine ha dimostrato un totale disprezzo per la storia, la cultura e l’identità di Cataeggio. Tempo fa siamo stati baciati da una grande fortuna: avere un fossile preistorico in grado di emettere ancora un simile abbacinante, ed affascinante, fetore stallatico. Cataeggio era divenuta per gli amanti di puzza, croste e sporcizia, quello che La Mecca è per i musulmani. Visitare il museo e scendere nella cripta per sentire l’afrore selvaggio di Mephy era una vera a propria esperienza mistica, capace di fare astrarre dal tempo e dalla realtà circostante e di spalancare le porte della percezione. E ora tutto questo rischia di svanire, come lacrime nella piogga”, dichiara irrimediabilmente straziata dal dolore la Direttrice del Museo Romilda Lezzini Rancidoni.

A seguito della diffusione del furto di Mephy, si è costituito a Cataeggio un sedicente  Comitato popolare per la liberazione del Mefitosauro.La scomparsa di Mephy ci ha scaraventati nella disperazione. Gli autori del vile attentato, se mai avessero una coscienza, dovrebbero amaramente pentirsi e smettere di lavarsi per almeno un quinquennio in segno di espiazione, per mondarsi del mortale peccato che hanno commesso. Per parte nostra, noi abbiamo deciso di organizzare una colletta per raccogliere fondi da spendere per l’organizzazione di una spedizione alla ricerca del puzzone perduto. Abbiamo perciò messo in vendita delle magliette con scritto Mephy we miss you - Mephy come back - Mephy we can’t live without you - Freedom for Mephy NOW - Mephy we ♥ you. Invitiamo la popolazione a contribuire con generosità alla nobile causa”, dichiara la Presidente del Comitato Sinforosa Crostoni Dallagrassa.

Pasquino Pinzocheri Press Agency, superato il primo momento di comprensibile disgusto, ritiene sia suo precipuo dovere sottolineare quanto segue:
  • Cataeggio assurge ad emblema nazionale, per la capacità di provare piacere a fronte del peggiore degrado
  • Cataeggio è senza speranza. Di conseguenza, è auspicabile che il grande Artefice dell’Universo, decida di salvare le anime per il mezzo della distruzione della materia. Lasciamo a lui la scelta del flagello più adatto da abbattere senza sconti sul borgo, affinché nessuno, d’ora in poi, abbia più a gloriarsi delle sue pessime opere

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