mercoledì 26 febbraio 2014

Tovo S. Agata (SO). Esplosa la fobia del comunismo

Da circa un mese la popolazione della metropoli di Tovo è in preda alla psicosi da avvento del comunismo. I cittadini compiono ogni sorta di gesto inconsulto in grande copiosità, soverchiati dal terrore che un governo bolscevico, formato da persone non timorate nè di Dio nè del Milan, prenda il potere. Si citano di seguito alcuni fatti di cronaca, in modo non esaustivo, solamente per dare a chi legge un'idea del clima che si è venuto a creare.

Piermatteo Trinconi ha segregato in cantina le sue tre figlie Isotta, Ginevra e Candida. Il Trinconi teme infatti che, in quanto esponenti della piccola borghesia schiavista di se stessa, in caso di avvento del marxismo - leninismo, le tre candide colombe potrebbero essere mandate a lavorare nel lupanare gestito dal Circolo dopolavoristico dell'Armata del Popolo (anche sfruttando la naturale ed atavica inclinazione della bassa borghesia a darsi con entusiasmo a chiunque detenga una minima parvenza di potere).

Etelbalda La Storta (negoziante di alimentari) ha distrutto tutte le sue scorte di olio, aceto e sale. Il gesto è motivato dal fatto che, notoriamente, i comunisti siano soliti condire e far marinare i bambini prima di mangiarli. Di conseguenza, Etelbalda La Storta ha inteso mettere al riparo la propria coscienza dalla colpa di avere, anche involontariamente, contribuito ad atti di pedofagia.

Giuseppe Paloni Vergarelli (di professione importatore di minorenni dai Balcani e dall'Africa Subsahariana) ha dato fuoco al figlio Ercole, dopo che questo gli ha confessato di essere gay. Il Paloni Vergarelli ha perciò pensato che il suo adorato rampollo fosse automaticamente anche comunista e lo ha quindi immolato in nome della libertà.

Mario Claustrini ha abbattuto con un lanciarazzi anticarro tre vu cumprà che hanno avuto l'impudenza di suonargli il campanello per vendergli dei calzini (era convinto fossero guerriglieri rossi, intenzionati ad espropriargli proletariamente la casa e la moglie, in nome del collettivismo immobiliare e carnale). Dopo di che si è dato alla fuga, si è costruito un bunker  nel pollaio e vi si è asserragliato con la famiglia, dopo aver fatto scorta di profilattici e vino della Cantina Cooperativa di Villa e Bianzone. Per ammazzare la noia, si abbandona ad intensa attività copulatoria, indifferentemente con le galline e le figlie.

Marco Scrotozzi (19 anni) ha tentato di strangolare la fidanzata Roberta (fortunatamente senza riuscire nel suo intento). I due si erano appartati in auto nella zona antistante la piantagione di alberi di Natale. Quando lo Scrotozzi si è accorto che Roberta indossava delle lingerie rossa è uscito di senno e le ha serrato le mani al collo. La ragazza è riuscita a liberarsi con una poderosa ginocchiata al basso ventre. Il giovane ha confessato alle forza dell'ordine che la vista dell'abbigliamento intimo color rosso gli ha fatto sorgere la convinzione che la fidanzata volesse procreare con lui un figlio da avviare allo studio dell'ideologia marxista - leninista.

Maria Virginia Bianchetti, in preda al terrore di essere profanata da una masnada di guerriglieri rossi senza Dio,  ha indossato una cintura di castità in titanio che si è fatta costruire per la bisogna. Purtroppo ha perso la chiave della corazza a difesa della sua intimità ed ora non sa più come cambiarsi il Tampax.

Giovanni Marcionazzi (di professione pulitore di porcilaie) temeva di essere espropriato della sua lussuosa abitazione (42 mq in seminterrato, frutto di 25 anni di sanguinosi risparmi, passati a nutrirsi di carrube e frattaglie). Per questo ha incendiato la casa; ora dorme sul campanile della chiesa, facendo la vedetta per dare l'allarme in caso di arrivo dei rossi, armato di forcone e padella di ghisa.

Simonetta Nervegni (16 anni)  ha accoltellato il fidanzato mentre stava affettando dei pomodori. Interrogata dalla Polizia sulle motivazioni dell'insano gesto, ha dichiarato che il colore rosso dei pomodori gli ha causato un raptus di follia e temeva di essere rapita da una misteriosa entità che aveva la scritta CCCP tatuata sul braccio sinistro. 

GianBernardo Roghini Spada (di professione sacrestano) ha scoperto che i suoi due figli, con le relative mogli, erano aderenti ad un gruppo su Facebook che propaganda i valori del libero amore, della coppia aperta e dello scambio. Nella sua mente si è insinuata la convinzione che sostenere pubblicamente la validità della promoscuità sessuale sia uno dei sintomi dell'imminente avvento del comunismo (per contro, praticarla di nascosto è invece cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza). Per questo, alle 4 di mattina ha saturato di gas le abitazioni dei figli, ha impostato con un timer lo scoppio alle 5.30 e poi si è diretto in chiesa per i preparativi di una cerimonia di battesimo.

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