martedì 30 giugno 2020

(a modo suo) Una guerra anche questa...


Dormi sepolto in un campo di grana
Non il garofano o la rosa nana
Che ti fan veglia dentro i forzieri
Ma solo le mazzette di fondi neri

Dentro le casse del mio pingue caveau
Voglio che saltino lingotti lucenti
Non certo dei magri conti correnti
Che non ci compri nemmeno un comò

Così dicevi e svuotavi i libretti
E ti esercitavi in furti perfetti
Te ne vai gaio come chi spolpa
E sai che nessuno mai ti darà colpa

Fermati baro, fermati adesso
Smetti di arraffare come un ossesso
Dei pignorati adesso senti la voce
Chi per un bilocale provò nera croce

Ma tu non sentisti e la cassa cresceva
E l'arraffo sempre più lievitava
Ed arrivasti a forbire la grugna (*)
Spolpando ai poveri anche la sugna

E mentre marciavi cassa in spalle
Ai tapini pignorasti pure le palle
Eran ridotti tutti in gramaglie
Loro mandasti all'asta la moglie

Rubagli baro, rubagli ora
E poco dopo rubagli ancora
Fino a renderlo tutto emaciato
Ed ogni bene sarà esecutato

E se gli rubi in fronte o di dietro
Soltanto il tempo avrà per fallire
Ma il tempo a te resterà per vedere
Vedere un uomo farsi assai tetro

E mentre gli arraffi l'ultimo pane
Quello si volta con sguardo da cane
E la roncola imbraccia feroce
Con un colpo secco ti leva la voce

Stramazzi a terra spargendo dobloni
E ti accorgi che con tutti i milioni
In pochi secondi t'hanno purgato
E adesso sconti ogni peccato
Cadesti a terra spargendo cambiali
E chili di ipoteche giudiziali
Il tuo patrimonio bello rotondo
Restava lucente qui in questo mondo

Banchetta mia come crepo da cane
Ho rubato per troppo tempo il pane
Banchetta bella dritto in Averno
Vado e mi sa che ci resto in eterno

E mentre il soldo andava a ramengo
Dentro alle mani stringevi un marengo
Dentro alla bocca stringevi lingotti
Così lucenti da ingrifare i bigotti

Dormi sepolto in un campo di grana
Non il garofano o la rosa nana
Che ti fan veglia dentro i forzieri
Ma solo le mazzette di fondi neri

(*) licenza poetica

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