martedì 28 gennaio 2014

Campane (più o meno stonate)

da sempre consumiamo le nostre scarpe nelle periferie della memoria
siamo una sola cosa con foglie, asfalto e cemento
siamo l'ennesima Ilio che si consuma silenziosa mentre attende il suo archeologo
una beffarda metamorfosi ha fatto di noi una buffa stele di Rosetta
abbiamo tolto apposta le pile agli orologi
di citofonare alla felicità non siamo mai stanchi
rimanere in attesa senza pazienza è la nostra via per l'eternità
quante pillole di oblio ci volevano prescrivere
quanti fiaschi di disprezzo abbiamo dovuto tracannare a gomito alto
le nostre porte sono aperte da sempre
siamo fiori che sbocciano dove non si sa
parliamo ai sordi e siamo dichiarati muti
guardiamo in faccia i ciechi e non esistiamo
la ricerca di rumore e colore ti occupa una vita intera
la prossima resurrezione avverrà quando scioperano giornali e TV
silenziosi come la foresta che cresce
ci dicono che siamo alberi
senti che tanfo di cloroformio e cera
avvelenamento da incenso
senti che berciare di budella profonde
non siamo conformi
in piccole dosi possiamo anche piacere
simpatiche bestiole
chiederemmo quasi quasi di essere sepolti in un museo
abbiamo provato a pensare e ci hanno levato la patente
allarme, sovraccarico, pericolo
ci hanno chiamato ad una grande battaglia per smettere di essere noi stessi
rischio di una vittoria nefasta
i bambini sono in giro
in viaggio da troppo tempo
mangiano troppo e fumano male
biglietto fasullo e destinazione ignota
rubato il gate per l'imbarco
cosa possono pretendere da noi
e poi non bastiamo mai
venti minuti di eternità non costano troppo
donne e uomini con amori di umanità secondaria
esseri umani all'estremo della provvisorietà
non potevamo andare lontano
mai abbiamo brillato di luce propria
abbiamo provato a prender la parola senza essere stati interrogati
ma siamo troppo asini per imparare il vangelo dell'accontentarsi
...
faremo piazza pulita del mutismo dell'anima 
sciameremo dentro la cattedrale
dilagheremo nei corridoi del parlamento
faremo strage coll'odore di periferia che abbiamo addosso
brilleremo più di una fiaccola all'Olimpiade della ricostruzione
saremo un'ultima opportunità armata di grimaldelli d'oro
rulleremo come tamburi davanti alle mura di Cartagine
saremo il tuono di cannoni insperati 
sventoleremo come bandiere per scacciare la polvere
ci accenderemo come falò in mezzo ad una notte di agosto
...
le campane ci chiamano finalmente all'insurrezione
le abbiamo sentite ... perdio se le abbiamo sentite

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