domenica 24 marzo 2013

S. Giacomo di Teglio (SO). Epidemia di satiriasi priapistica equina


Un vero e proprio flagello biblico si sta abbattendo sul territorio della Libera Repubblica di S. Giacomo di Teglio: la satiriasi priapistica equina, una patologia che colpisce i cavalli maschi adulti, causata dal “Mentulovirus megalopetrosus equestris”. La malattia è meglio nota all’opinione pubblica come sindrome dello stallone allupato. Il virus colpisce i centri nervosi che controllano l’apparato genitale del cavallo; l’infezione è conclamata quando si appalesano i seguenti sintomi:
  • erezione permanente (petrosi mentulare)
  • surriscaldamento del pene oltre i 70° C (ipertermia peniena maggiore)
  • eiaculazione spontanea senza necessità di stimolo
  • tendenza ossessiva a penetrare tutto ciò che presenta fori ed orifizi (disturbo psichico della falsa giumenta, altrimenti detto “ndo cojo cojo”)

Pasquino Pinzocheri Press Agency ha svolto alcune indagini. Ne emerge quanto segue.

Una mandria di 94 cavalli in preda alla satiriasi priapistica sta scorrazzando liberamente per le strade di S. Giacomo, copulando con tutto ciò che capita loro a tiro: esseri umani, animali, colapasta, forme di groviera, caloriferi, padelle delle caldarroste, bobine di stagnola, rubinetti, mungitrici, bottiglie. Tra gli altri sono già rimasti vittime dei cavalli malati:
  • la figlia del parroco
  • una comitiva di pellegrini di passaggio in paese
  • il gatto del sacrestano
  • un intero gregge di zebù che pascolava in Val Caronella
  • il sindaco e tutta la sua famiglia
  • il direttore commerciale dell’Azienda Autonoma Spaccio e Tossicodipendenza

E’ da sottolineare come l’opinione pubblica di S. Giacomo sia letteralmente spaccata in due circa le misure da adottare a fronte della pandemia di satiriasi priapistica equina. Infatti:
  • la Dieta Repubblicana, riunitasi in clandestinità per evitare che i lavori fossero interrotti da qualche assalto di equidi decisi a saziarsi carnalmente dei rappresentanti del popolo, ha deliberato che occorre quanto prima assoldare una compagnia di soldati di ventura ceceni per procedere alla pulizia etnica degli allupati stalloni affinché non mettano più a rischio le terga della cittadinanza (resta da capire perché, invece di assoldare mercenari caucasici, non si formano ronde di cittadini che potrebbero catturare i cavalli ed abbatterli a badilate, nel solco della migliore tradizione locale).
  • per contro, le autorità ecclesiastiche, per bocca del  vescovo di Sommasassa mons. GianBortolo Flagelli Rogone, ritengono opportuno che nessun intervento nei confronti dei cavalli venga posto in essere. In primis poiché l’infierire dei cavalli è visto come giusta punizione veterotestamentaria per l’eccessiva degenerazione dei costumi morali che da troppo tempo contraddistingue S. Giacomo, esponendola al pubblico ludibrio.  In seconda battuta, si ritiene che la copulazione ossessiva e coattiva cui sono sottoposti i cittadini possa fungere da efficace "remedium concupiscentiae". Infatti, non pare esservi dubbio che, dopo aver subito una solenne e meritata “ripassata” equina, ogni cittadino di S. Giacomo a tutto possa pensare fuorché a desiderare unioni carnali con i propri simili.

Consta infine alla scrivente Agenzia stampa che il Mentulovirus megalopetrosus equestris mostra una spiccata tendenza a mutare il proprio DNA fino a trasformarsi in “Cefalovirus mentuliformis”, agente patogeno trasmissibile all’uomo e che causa la turba psichica dal nome scientifico di “Deformazione cefalica falliforme” (disturbo subdolo e più diffuso di quanto si pensi).

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