giovedì 12 dicembre 2013

Il buffone

L'editto di proscrizione per bandire un buffone rimane uno dei tuoi capolavori.

Non sei più capace di far ridere e vuoi eliminare la concorrenza, questo è il punto!!

Anche allo stadio non sei più il dio di una volta ... perdi colpi e non lo vuoi ammettere!!

E' da tempo che spacci cupezza, ti sei fatto un bel giro ... la fame di sterco continua a dilagare.

I mercanti di carne giovane fanno la fila davanti alla tua porta ... poi dicono che lo spirito imprenditoriale è carente.

L'ultima volta che ti ho visto avevi una faccia di plastica, un cuore di fango ed un cervello di paglia.

Tu sei la pompa di sentina, tu dai voce alle budella della nazione, tu sei tutto quello che troppi desiderano essere, tu sazi la fame di bruttezza che strazia lo stomaco dei disperati.

Dopo la curva della storia, tu accosti e ti metti a contrattare. Tu sei cliente e fornitore, tu sei la empissima dualità.

La tua claustrofobia è un cappio al collo di un popolo ... il lezzo che mandi si spande su troppe coscienze come una chiazza di petrolio sul mare.

Ci hai costretti a fare il tifo per il terrore. 
 
Sei stato un miserabile messia per miserabili moltitudini. Troppi Re Magi ti hanno reso omaggio ... hai transustanziato oro, incenso e mirra in vetriolo, napalm e fuoco fatuo.

La scopa della storia è come un treno delle FS: talmente in ritardo che pensi non arriverà mai ... per questo ti fotte a bruciapelo.

Il cloroformio attraversa gli obitori con la veemenza delle orde mongole ... ci vediamo alla prossima fossa comune.

Sei passato in troppe menti come se fossi Tamerlano.

Sei passato in troppe coscienze come una colata di calce viva.

Sei passato in troppi cuori come uno stormo di locuste.

Sei l'undicesima piaga d'Egitto, la punizione divina accolta con tripudio dalle folle oceaniche e dal pubblico (che erroneamente ritiene se stesso non pagante).

La tua vita è un nuovo racconto del sottosuolo, un pozzo che porta alla luce barili e barili di ubriachezza molesta e di incubi infiocchettati.

Che tristezza le risate delle persone in coma!!

Che strazio vedere i miei simili stare pazientemente in fila per avere la loro quotidiana scodella di vomito ... e come si leccano i baffi. 

La cattiva coscienza è un mastino da abbattere, la memoria è un dovere ... la corsa all'autoassoluzione è imminente.

Il passato è afflosciato ... il presente è un mercato.
 
Per troppo tempo ci hai offerto caramelle e piombo, cioccolatini e fango, lecca-lecca e filo spinato.

Mi resta ancora addosso l'odore del tuo malessere, del tuo livore, della tua falsa gioia di vivere. Mi manca il diserbante per farmi la doccia.

Ogni tua promessa mancata è l'ennesimo aborto spirituale e culturale che ci è toccato in sorte.

Ti voglio restituire un poco del tuo disordine.

I sudici mi chiamano sudicio, gli stolti mi chiamano stolto. Sono contro sudiciume e stoltezza.

Ai sogni degli altri preferisco i miei deliri.

Emancipiamoci dalla schiavitù mentale ... la prossima lotta di liberazione sarà sotto la nostra pelle.

Le campane che chiamano all'insurrezione ci suonano nella testa.

Vista questa normalità, io sono la punta di diamante del manicomio.

Credo nella follia, che con l'altissimo prezzo pagato da pochi smaschera la vigliacchieria da quattro denari dei molti.

Sono molto più di quello che potresti mai temere.

Sono così pericoloso da non temere il palcoscenico ... sono così degenere da uscire fuori dal camerino.

Ho stampato sulla pelle a lettere di fuoco che dall'unione di palcoscenico e buffone si genera il potere.

...

Hai paura di un buffone??

Ma che potere sei??

...

Bastardo, mi vuoi rubare il lavoro...

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