martedì 27 novembre 2012

Ultima fermata Taranto

Adesso basta!! Se l’ira è un peccato capitale, questa volta non ho speranze, mi sto tramutando in un rabbioso cane da battaglia!

Questi maledetti verdi, bio, no global, equi, solidali, paladini delle mamme iperprotettive hanno passato la misura,  HANNO FRACASSATO LA MINKIA!!!

I suddetti patetici figuri saranno contenti di essere riusciti a far mettere i piombi all’ILVA di Taranto?? Credo di sì!! Seconda domanda: avranno festeggiato stappando champagne (ovviamente bio)?? Altra domanda: saranno pronti ad essere sodomizzati a sangue da circa 50mila capifamiglia (tra dipendenti diretti ed intero indotto sul territorio nazionale) che si troveranno senza lavoro?? Il diavolo si nasconde nei particolari…

Furio Camillo urlò “non con l’oro ma col ferro si riscatta la patria”. Io credo che oggi la patria debba essere riscattata coll’acciaio (se in Italia ne produrremo ancora) e col fuoco, ovviamente nei dintorni delle botteghe del buonismo gestite dai paladini dell’ecosistema.  Al Sole che ride la voglia di ridere la farei volentieri passare…

L’utopia ecologista è più pericolosa del socialismo reale di stampo sovietico. Io ed i verdi abbiamo una cosa in comune: la capacità di sognare. Loro sognano un mondo senza industria, io sogno un mondo senza verdi!!

Negli anni ’70 lo slogan era “le sedi del fascio si chiudono col fuoco ma coi fascisti dentro sennò è troppo poco” (stracondivisibile). Oggi la nuova parola d’ordine dovrebbe essere “sole ridente, declino imminente, sole sgargiante, miseria dilagante, uovo di Colombo da chiudere col piombo”.

Io non credo che la chiusura dell’ILVA sia un effetto collaterale delle battaglie condotte, con ottusità militante, dagli ambientalisti. No! Era quello che volevano sin dal primo momento! Amore per l’ambiente e disprezzo per il genere umano, questi sono i sentimenti che ispirano le tragiche utopie sulla decrescita con cui i verdi ce la menano da anni. Bisognava colpire ed affondare una delle più grandi realtà industriali del paese, vero e proprio orgoglio del sistema produttivo. Perché, vorrei fosse chiaro ai nostri bucolici post moderni, lo sviluppo si fa con la produzione industriale, non con le consulenze, il design e compagnia cantante (che brutta musica).

Equazione molto semplice: ecologismo sclerato e militante = meno industria = meno sviluppo = la loro fottuta decrescita = più disoccupazione = miseria e declino
Complimenti!

Bravi! Avete vinto!

Bandiera verde la trionferà!

Ricchi premi e cotillons! Champagne!

… MA ANDATE A FARVI FOTTERE!!

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