venerdì 6 ottobre 2017

Sernio (SO). Psicosi da raccolta delle mele

Suo malgrado, Pasquino Pinzocheri Press Agency è di nuovo costretta ad occuparsi di Sernio, landa desolata e dimenticata dagli dei, devastata dalla poca esposizione solare e dalla frutticoltura.
Come tutti i mesi di settembre ed ottobre dall'inizio dei tempi, tutto il (non)ridente paesino è in preda ad una vera e propria psicosi collettiva da raccolta delle mele. Si tratta di un caso rarissimo, pressochè unico a livello mondiale, di raptus non individuale ma collettivo, una forma di turba psichica sociale che va sotto il nome scientifico di Sindrome ossessivo-compulsiva da accumulazione pomellare (SOCAP). A livello colloquiale il fenomeno è invece definito "fregola della mela", "satirismo pomello" oppure "ninfomania rurale".
 
Trattandosi di un "unicum", la SOCAP ha attratto a Sernio i maggiori luminari mondiali della psicologia, della psichiatria e della frenologia, che ne hanno fatto oggetto di studi, saggi scientifici e convegni internazionali. Senza pretesa di essere esaustivi, si cita la presenza a Sernio di studiosi provenienti da: MIT di Boston, Sorbona di Parigi, Oxford, Cambridge, Berkeley, Princeton, Coimbra, Heidelberg, Tubinga.
 
Dagli studi scientifici effettuati sono emersi i tratti distintivi della SOCAP:
  • con la maturazione delle mele, la popolazione tutta inizia a provare un'irresistibile istinto a precipitarsi nei frutteti per iniziare la raccolta
  • la raccolta delle prime tonnellate di mele fa nascere nelle persone il desiderio di raccoglierne sempre di più
  • l'incremento delle quantità raccolte non è però capace di dare piacere e soddisfazione ai raccoglitori stessi, che precipitano in uno stato di simil trance ansiosa e compulsiva, superabile solo con la raccolta di una quantità di mele pari ad infinito (anedonia frutticola)
  • terminata la raccolta, il popolo serenasco prova poi una sensazione di soddisfazione transitoria, di breve durata, che scompare nel preciso momento in cui viene a conoscenza della remunerazione sul mercato dei loro prodotti (quando va bene, pari ai costi sostenuti per la produzione, avendo cura di non conteggiare il valore delle centinaia di ore di tempo libero bruciate spezzandosi la schiena nei frutteti e sottratte alla famiglia e ad un'equilibrata vita sociale)
La fase di depressione da mancata remunerazione frutticola merita un approfondimento a parte:
  • nel momento in cui il popolo frutticolo viene a conoscenza della miserabile remunerazione sul mercato delle mele, nascono spontanei moti di rabbia e velleitarie voglie di ribellione
  • la notizia viene sempre accolta con un grande stupore, come se fosse una novità piovuta dal cielo a causa della volontà di una qualche divinità crudele e capricciosa e non un dato di fatto, noto da anni anche alle pietre (questo aspetto rimane inspiegabile anche per i grandi luminari che hanno studiato per anni la SOCAP)
  • nonostante il trauma causato dal miserabile prezzo delle mele, nel popolo non nasce assolutamente l'anelito ad emanciparsi dalla schiavitù frutticola, non ha luogo un liberatorio raptus di estirpazione dei frutteti. Accade l'esatto opposto: già nel mese di novembre iniziano le grandi operazioni di potatura dei frutteti, e la catena millenaria dell'autoinflitta oppressione frutticola si allunga, con la forgiatura di un ennesimo anello: una nuova annata agraria inizia, con la precisa certezza che il guadagno dell'anno prossimo sarà identico a quello di quest'anno, a sua volta identico a quello dell'anno scorso, ovvero "sta minkia", un ciclo infinito ed uguale a se stesso, dove la anzicennata minkia va sempre a posizionarsi nel medesimo luogo basso/posteriore, senza essere pre trattata con particolari lubrificanti. Anche questo fenomeno risulta inspiegabile nella sua patogenesi ai luminari già prima citati, che altro non hanno potuto fare che coniare la definizione di "autoevirazione pomacea", per mere esigenze di catalogazione dei disturbi psichici

Terminata la disamina storico - scientifica della SOCAP, che da sempre funesta la vita civile di Sernio, è ora il caso di citare di seguito alcuni fatti realmente verificatisi, affinchè alla teoria si affianchi la doverosa pratica, anche alla luce del fatto che "la realtà supera l'immaginazione". Non solo, è sempre assai opportuno fornire alle oceaniche masse che leggono questo dispaccio delle buone occasioni di ludibrio ed esecrazione.

Roberto Succhionazzi Bancalini
Il losco figuro in questione era impegnato nel frutteto, nella raccolta di 800 quintali di Royal gala, quando uno dei suoi braccianti è arrivato da lui tutto trafelato e sconvolto per dirgli che la madre del medesimo era stata stroncata da un infarto fulminante e si era accasciata a terra nel magazzino dove era impegnata nella cernita delle mele.
Udita la notizia, il marrano ha risposto: "finisco il palox e poi arrivo". Giunto sul posto, ha dato un'occhiata alle spoglie mortali della genitrice ed ha poi deciso di spostare la salma in un luogo fresco aerato, in modo da poter rinviare le esequie una volta terminata la raccolta delle mele, senza correre il rischio di decomposizione.

Mons. Adalgerico Pomini Afiducci
Dopo aver acquisito il parere teologico, pastorale ed ecclesiologico della Santa Sede, il Vescovo di Sernio ha emanato il decreto "Nulla tiratura cuoias in pomellae tempore", in forza del quale:
  • è fatto esplicito divieto ai cittadini di morire nel periodo compreso tra il 15 agosto ed il 31 ottobre, al fine di non interferire con le operazioni di raccolta delle mele
  • coloro che trasgredissero tale divieto saranno condannati alla "damnatio memoriae", con sepoltura anonima, senza rito funebre, in fossa comune e terra sconsacrata

Simona Plaretti Sbuccini
La 25-enne signora in questione ha dato alla luce, il 27 di settembre, un maschietto di nome Pomone, dal peso di 4,3 kg e che gode di ottima salute.
Purtroppo per lei, il fatto di aver osato partorire in piena stagione di raccolta è stato fonte di enormi guai. Infatti, sia la sua famiglia di origine che quella del marito hanno hanno presentato alla Procura della Repubblica una denuncia penale per interruzione di raccolta frutticola e per diserzione rurale, reati pesantemente sanzionati a Sernio, in quanto la giovane donna, nel suo stato di puerperio, ha dovuto per alcuni giorni smettere di recarsi nei frutteti.
Convenuta in giudizio per direttissima, la malcapitata è stata condannata col rito abbreviato a portare per sei mesi il disegno di una mela scarlatta sulla fronte. 
Fortunatamente per lei, gli sono state riconosciute delle attenuanti (l'aver partorito direttamente nel frutteto, all'ombra di un filare di meli e l'allattamento direttamente a bordo del carro cogli frutta) senza le quali le sarebbero stati comminati la privazione dei diritti civili per lei ed il figlio, con conseguente esilio fuori da Sernio.

Masaccio Piantoni Filarini
Il manigoldo de quo è uno dei ras della frutticoltura di Sernio. Produce infatti circa 5mila quintali di mele ogni anno, di diverse varietà. Tale scellerato volume di produzione fa del Piantoni Filarini un membro di diritto, ed a vita, del Sinedrio Rurale, l'organo che governa Sernio da oltre 800 anni.
Ebbene, lo sciammanato ha presentato al Gran Consiglio Bucolico e Patriarcale, una sorta di parlamento formato dai capi delle famiglie che possono dimostrare di produrre almeno 1.000 quintali di mele l'anno, una proposta di legge in forza della quale sarebbe inibita la consumazione di atti coniugali tra la fine di novembre e la metà di gennaio, al fine di evitare che le donne inizino gravidanze che giungerebbero a termine durante il periodo della raccolta. In particolare, la legge, se approvata, introdurrebbe, a titolo di misura di prevenzione, l'obbligo di indossare tra novembre e metà gennaio:
  • per gli uomini un copri membro di cuoio con rivestimento di borchie in acciaio (fissato allo scroto con un fil di ferro chiuso da un piombino bollato)
  • per le donne una cintura di castità in cuoio e piombo (con deposito delle chiavi presso la curia vescovile)

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