mercoledì 2 marzo 2016

Sondrio (SO). Giustiziato il "fetido Lezzini"

Ad esecuzione avvenuta, la Commissione straordinaria panSondriese per la repressione di fetore, meteorismo e coprofilia (CSpS) rende noto che è stato giustiziato il fetido Lezzini. L'esecuzione risolve definitivamente il problema dell'insopportabile fetore che da tempo ammorbava Sondrio, nella zona compresa tra via XXV Aprile e corso Vittorio Veneto, un fetore tale da costringere i passanti a darsela a gambe ed i residenti a tapparsi in casa, sprangando porte e finestre. Per diversi anni, il centro di Sondrio è stato infatti devastato da un mefitico e ricorrente cataclisma, fonte di enorme allarme sociale, che si abbatteva all'improvviso, saturando l'aria di un odore simile a quello generato da un milione di polli con la dissenteria o al peto di un brontosauro.
Il responsabile dei ferali accaduti era tale GianGioele PierAndrea Lezzini, detto "el statalasso provincial", di professione impiegato pubblico nullafacente a spese delle pubbliche casse, un vero e proprio mangiatore a "ufa". Il Lezzini era un autentico affannato mentale, dallo sguaiato accento romanesco, dalla personalità disturbata e con pesanti tendenze alla megalomania.
Il rifiuto umano era aduso emettere fetori mortali per un quadruplice ordine di motivi:

  1. era affetto da una rara forma di cerebromarcescenza liquida, che gli causava versamenti di pus dalle narici. Giova ricordare che, quando si aggirava per la città, starnutiva in modo così violento da imbrattare di pus le vetrine dei negozi e fare la doccia ai passanti
  2. a causa del suo impiego pubblico da scaldatore di poltrone, aveva sviluppato impressionanti piaghe da decubito chiappali. Durante la deambulazione, tali fetenti bubboni, grossi come delle angurie, solevano scoppiare, liberando grandi quantità di gas putrido e pus pastoso come la polenta
  3. soleva nutrirsi di erbe spontanee raccolte sulle scarpate delle strade e di ingenti volumi di scarti di macello stagionati sottoterra, affinchè assumessero un tipico odore di carogna. Facile quindi immaginare la devastante alitosi stercogena di cui soffriva (gli bastava fiatare mentre era per strada per scatenare un allarme da guerra biologica)
  4. aveva sviluppato una rarissima forma di neoplasia gassosa intestinale. Due volte al giorno le sue viscere si riempivano di circa 2 mc di gas che il putrescente figuro doveva evacuare, per evitare rischi di esplosione delle budella e sfrangiamento dello sfintere. Si applicava perciò una cannula rettale di drenaggio aeriforme, che sfiatava fuori dalla finestra del suo  ufficio 
Le prodezze odorose del manigoldo in questione producevano conseguenze devastanti:

  • svenimenti di animali domestici, anziani e bambini
  • morte subitanea di uccelli ed insetti, che si schiantavano al suolo stecchiti
  • ingiallimento e caduta delle foglie degli alberi
  • rinsecchimento di erba e fiori
  • corrosione dell'intonaco dei fabbricati
  • crepe nell'asfalto delle strade

Pasquino Pinzocheri Press Agency ha raccolto alcune dichiarazioni del direttore della CSpS, Felice Di Edmondo Gerginelli:

  • ""per troppo tempo il fetido Lezzini ha funestato la vita civile di Sondrio, mettendo seriamente a rischio la salute della popolazione
  • trattandosi di un vero e proprio nemico del popolo, che ha commesso crimini contro il popolo lavoratore, era necessario agire senza indugio, con la massima sollecitudine e con specifici strumenti giuridici
  • era chiara la coscienza del fatto che per eliminare il problema occorreva eliminare l'uomo
  • per questo è stata implementata una speciale procedura giudiziaria in forza della quale un comitato di tre persone scelte tra i membri della CSpS hanno agito esercitando cumulativamente le funzioni di polizia giudiziaria, pubblica accusa, magistrato giudicante e boia
  • la scelta di condannare Lezzini alla pena capitale in contumacia è stata presa all'unanimità
  • abbiamo poi proceduto al suo arresto all'uscita dall'ufficio pubblico dove per lunghi anni ha mangiato a sbafo a spese dei cittadini, caricandolo su un furgone e portandolo in un luogo sconosciuto. Occorre dire che ci è sembrato abbastanza sorpreso quando gli abbiamo comunicato di doverlo giustiziare ed ha avuto persino il barbaro coraggio di sentirsi la coscienza a posto e di non comprendere quali fossero i crimini a lui imputati (quando l'indole criminale è così sviluppata, viene meno qualunque consapevolezza del proprio essere nemici del popolo e fattore di pericolosità sociale)
  • si è poi posto il problema di scegliere la modalità di esecuzione, che non poteva certo essere asettica ed indolore. Dopo lunghe riflessioni, abbiamo deciso di applicare un feroce contrappasso di tipo dantesco: colui che per troppo tempo ha ammorbato il popolo con le sue esalazioni doveva essere eliminato dalle sue stesse medesime esalazioni. Per questo abbiamo allestito una camera a tenuta stagna e vi abbiamo rinchiuso il lestofante; dopo 18 ore di esposizione alle proprie puzze il pendaglio da forca ha tirato le cuoia
  • prima di dire addio al sole ci ha però chiesto un colloquio, nel corso del quale ha fatto autocritica per il male commesso e si è detto sinceramente pentito per le sofferenze arrecate al popolo (va da se che questo non ci ha minimamente fatto tornare sulle nostre decisioni, convinti come siamo che un'autocritica è seria e credibile se e solo se chi la fa viene poi giustiziato)
  • terminate le formalità post esecuzione, le spoglie del fetido Lezzini sono scomparse nel nulla, inumate in località top secret, al fine di evitarne il culto da parte di qualche nostalgico nonchè pericolosi tentativi di emulazione
  • come mi ero ripromesso, il fetido Lezzini non è sparito solo dalla vista dei cittadini ma anche dalla loro memoria. Di lui si parla oggi al passato ma, in prospettiva, non ne deve restare nemmeno il ricordo, così che tra qualche tempo sarà difficile persino pensare che sia esistito""

Nessun commento:

Posta un commento