giovedì 16 aprile 2015

(tardive) Confessioni di un bimbominkia

Rimbambito di inutili cure parentali
Da genitori inconsapevoli e criminali
Forse già idiota di mio ero nato
Ma di certo loro hanno aiutato
Pesanti incentivi alla mia stupidità
Messo al mondo per sozza vacuità
Ho sempre comandato io il mangiare
A tavola li facevo tutti saltare e ballare
Era un ordine ogni mio vizio
Mamma era felice di subire il supplizio
Come era evirato e molle il papà
Mai capace di minima patria potestà
Tavolo con copri angoli di gomma
A proteggere autentica inutilità somma
Sponda anti caduta sul letto
Protezione di cranio senza intelletto
La nonna non mi diceva mai di no
Il nonno era un pupazzo un po’ retro
All’asilo ero villano e prepotente
Per mammà ero geniale ed esuberante
Parcheggio in quarta fila per andare a scuola
Adulato ma stupido ed insensato come una suola
In classe mi portavano la cartella
Com’era bello prender a calci la bidella
Se mi scappava da cacare
Mammà mi aiutava a calcare
Se mi scappava da pisciare
Papà mi aiutava a sgrullare
Alle amichette mostravo il pisello
Mamma diceva che era tanto bello
Il cervello lo avevo nello scroto
Elegante ben vestito cretino e vuoto
Mi esprimevo a pernacchie e scorregge
Mi sentivo la fetida voce della legge
Entrato mio malgrado tra gli adolescenti
Per le ragazze avevo istinti assai frementi
Ero vittima di ormoni feroci e roventi
Mi piaceva allungare le mie mani belle
A palpeggiare piccole acerbe mammelle
Che bello toccar giovani natiche in fiore
La mia educazione escludeva il pudore
Ero solo bimbominkia un po’ cresciuto
Sotto la cintola costante romano saluto
Ho cominciato a bramare forte una pulzella
Ma lei rideva di me fino a torcersi le budella
Non ho resistito a tanto affronto
Le dovevo subito presentare il conto
Una sera ero animato da tanto ardore
Ho perpetrato un furto di lordo amore
Lei diceva NO ma io mi sono imposto
Il giorno dopo ero già in arresto
Per rapina aggravata di altrui intimità
Ma era solo la mia incompresa virilità
Un giudice animato da feroce equità
Vuole riparare lo sfregio alla civiltà
Prima dipinge la mia pochezza oscena
Poi dispone per me la massima pena
Per il male che ho fatto l'elettrico trono
Ho rubato l'amore non esiste perdono
Stanno per girare il sommo interruttore
Verità che emerge in tutto lo splendore
Se mammà mi avesse talvolta spaccato i denti
Oggi come oggi non ero in questi frangenti
Se paparino mi avesse riempito di cinghiate
Non starei aspettando di aver le carni bruciate
Vent'anni fa non volevo mangiare il maiale
Ora mi tocca l'arrostita capitale

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