lunedì 6 giugno 2016

Roncaglia di sotto (SO). Paese assediato da uno stormo di pterosauri

Da circa una settimana la vita quotidiana di Roncaglia di sotto è funestata da uno stormo di pterosauri, che solca minaccioso i cieli della megalopoli, attaccando con ferocia gli inermi cittadini. La situazione sta andando fuori controllo e l'opinione pubblica roncagliotta esige con sempre più insistenza delle spiegazioni dalle istituzioni preposte.
Un solo aspetto è chiaro: come e perchè gli pterosauri si sono stanziati a Roncaglia di sotto. Nel 2012, durante gli scavi per il restauro del tempio di Bacco Feccioso (divinità rurale e vinicola venerata in tutta la landa della costa dei Cech, tristemente nota per le ferali produzioni enologiche) sono stati ritrovati i resti fossilizzati di un rettile volante del periodo giurassico, cui è stata attribuita la denominazione tassonomica di pterosaurus fiascumtollens cechensis, popolarmente tradotta come uscelasc del fiask o pterosauro beone. Dopo il sensazionale ritrovamento, la Dieta tribale di Roncaglia di sotto ha deliberato la costruzione in piazza dell'Enotria vecchia di un mausoleo atto ad ospitare degnamente i fossili. Quindi, da circa 2 anni, lo pterosauro beone è oggetto di enorme venerazione popolare, con sterminate moltitudini di pellegrini che arrivano da ogni angolo della costa dei Cech per rendergli culto, bevendo intere damigiane dello scorticante vino locale e recitando a mo' di mantra hic ossa, hic religio, ubicumque ebrietas (ovvero: qui le ossa, qui il culto, dovunque l'ubriachezza).
A fianco delle ossa fossilizzate, sono state trovate anche una ventina di uova dell'ineffabile rettilaccio alato, che sono state prelevate e portate presso il dipartimento di Paleogenetica del Politecnico di Cadelpicco per essere studiate. Dopo una serie di sezionamenti ed analisi, il direttore del Dipartimento prof. Pier Eustorgio Fiasconari Pollazzi è giunto alla conclusione che, tramite l'applicazione di un particolare protocollo, le uova potessero essere ricostituite nella loro vitalità e portate poi fino alla schiusa tramite incubazione. In preda al furore scientifico, alla sete di scoperta e di conoscenza ed alla voglia di assurgere a fama interplanetaria, il Fiasconari Pollazzi ha speso due anni di indefesso lavoro per tentare di ridare vita ad una specie vivente estintasi circa 65 milioni di anni fa, durante il periodo Cretaceo. Riassumendo per sommi capi, questa è la sequenza di azioni intraprese:
  • macerazione per 6 mesi delle uova in una speciale poltiglia composta di fecce vinarie locali, reflui zootecnici, sperma di cammello, vomito di scrofa e rape lesse
  • esposizione per 10 giorni delle uova ai raggi gamma
  • covata rettale - ogni uovo è stato inserito nel retto di un volontario, che si è impegnato a non compiere le proprie funzioni corporali per 20 giorni (per sicurezza è stato applicato allo sfintere degli interessati un tappo in sughero da damigiana)
  • rimozione dei tappi rettali e deposizione delle uova da parte dei volontari
  • stoccaggio delle uova in fosse con sensori in grado di segnalare l'inizio della schiusa
  • estrazione delle uova al momento della schiusa

Delle 15 uova trattate, ben 13 si sono schiuse. Appena fuori dal guscio, i pulcini di pterosauro beone hanno dato prova di vivacità e perfetta salute, assecondando subito il loro innato istinto di dirigersi verso le cantine della zona, al fine di stracannare più brente possibili del causticante vino locale. Per ben 4 mesi i pulcini hanno razzolato per le strade di Roncaglia di sotto, razziando botti, barili e tini, trangugiando centinaia di metri cubi di brodaglie rossastre, convenzionalmente definite "vino" da quelle parti. Terminata questa fase di svezzamento, i 13 pterosauri hanno raggiunto la maturità psicofisica ed hanno iniziato a volare, formando uno stormo.
E' inutile sottolineare che la perfetta riuscita dell'esperimento di riesumazione delle specie estinta da milioni di anni ha scatenato un'irrefrenabile gioia nel prof. Fiasconari Pollazzi, ora impegnato in una tourneè convegnistica mondiale (secondo fonti confidenziali, ha anche avviato una relazione sentimentale clandestina con la giovane donna che gli fa da interprete traducendo dall'italiano al roncagliasco le domande che gli vengono formulate, e viceversa).
Se la nascita dei 13 pterosauri è stata un trionfo per l'ineffabile prof. Fiasconari Pollazzi, per gli abitanti di Roncaglia di sotto il prodigio scientifico si è tradotto pressochè subito in un vero e proprio incubo. Si riportano di seguito diversi incidenti causati e problemi ascrivibili alla presenza degli esecrabili rettilacci alati.

Bombardamenti diarroici
Gli pterosauri beoni razziano quotidianamente orti ed alberi da frutto, consumando quantità pantagrueliche di prugne, fagioli crudi, verze e cipolle, accompagnando tali fieri pasti con oceaniche bevute della locale brodaglia enologica. Tale sregolato regime alimentare causa ai rettilacci uno stato di permanente dissenteria. L'allarme sociale deriva dal fatto che essi stessi medesimi sono soliti liberarsi le viscere in volo, emettendo scariche da 3 o 4 galloni di diarrea per volta. Tenuto conto che si muovono in stormo, nessuno si stupirà nell'apprendere che, dopo aver sfondato il tetto, hanno riempito completamente la piscina comunale, gremita per una gara di nuoto. 
Non solo: all'uscita della chiesa dopo la cerimonia nuziale, una coppia di giovani sposi è stata accolta non dal lancio del riso ma da un vero e proprio nubifragio di diarrea, stimato in circa 10 metri cubi di sciolta.

Approcci sessuali 
I maschi di pterosauro beone hanno un pronunciato istinto all'accoppiamento, originato dagli alti livelli ematici dell'ormone pterocopulina stanghella hexaidrato, prodotto da una ghiandola presente nella loro pappagorgia. Il problema è che nello stormo dei 13 volatili ci sono 12 maschi ed una sola femmina, la quale, dopo alcuni mesi di sacrificio per l'iniziazione sessuale dei suoi compagni di avventura, ha deciso di darsi alla castità in quanto totalmente sfibrata (psicologicamente e fisicamente) dai ritmi copulatori necessari per far fronte agli appetiti erotici dei 12 allupati. Occorre infatti sottolineare come il maschio di pterosauro beone possieda un membro virile di circa 60 centimetri di lunghezza e col diametro di un tubo da stufa, rivestito di squame e di rostri d'osso affilati, necessari per evitare lo sganciamento dalla femmina durante gli amplessi in volo. 
Messi di fronte alla ferale prospettiva di rimanere in stato di castità forzata sino alla loro estinzione, i rettilacci hanno iniziato a planare sugli innocenti, e sventurati, cittadini sotto-Roncaglini che avessero la ventura di trovarsi all'aperto. Va da se che lo pterosauro beone non sa distinguere l'uomo dalla donna, quindi colpisce senza distinzione, secondo l'istintivo meccanismo tale per cui ogni buco è trincea.
Già 36 maschi hanno dovuto essere ricoverati d'urgenza presso l'Ospedale Sfinterologico di Serone, per cercare di porre rimedio ai danni da spanatura loro procurati dagli ingrifati rettili aerei. Gran parte dei ricoverati ha dovuto essere sottoposta ad interventi di chirurgia plastica per ricostruzione e riduzione del diametro rettale. Superata la fase critica, dovranno poi sostenere diverse sessioni di psicoterapia delle parti basse posteriori, al fine di prevenire l'insorgenza della sindrome da defecatio isterica.

Diffusione della zoofilia
Il sacrosanto dovere di render servizio alla verità impone a Pasquino Pinzocheri Press Agency di dare conto ai propri affezionati lettori di una verità scomoda, allarmante, scabrosa: i sempre più frequenti episodi di zoofilia che si stanno verificando a Roncaglia di sotto. Diverse persone - sia maschi che femmine - dopo aver assistito alle ruspanti scene copulatorie allestite dagli pterosauri, hanno ritenuto opportuno rivolgersi agli stessi per ottenere soddisfazione ai propri appetiti erotici, in considerazione delle strabordanti misure delle loro attrezzature di piacere. 
Da alcuni giorni, girando le strade e le piazze di Roncaglia di sotto, non è difficile avvistare drappelli di persone che offrono le terga agli pterosauri che planano, con l'ardente speranza di essere prescelti, penetrati e sollevati in volo. Le forze dell'ordine riferiscono anche di casi di furibonde liti tra compaesani per accaparrarsi le grazie carnali delle bestiacce in questione, con spintoni e strepiti, del tipo "quello è mio", "no, mi ero messo io per primo a pecorina", "ma fammi il piacere, e poi tu sei ancora verginello, rischi di farti sventrare" ed altre bestiali amenità.