giovedì 28 marzo 2013

Il gorilla lacustre

Alto lago basso impero
Barbaro ma ama il dinero
Roboante gorilla laghee
Affezionato a PRG e danee
Duro e puro tanto orgoglio
Sotto sotto ama il portafoglio
Sdegnato sbatte la porta
Di prebende ha fatto scorta
Rende bene l’indipendenza
Il popolo beve ogni scemenza
Niente cambia ma cambia tutto
La nazione si redime con un rutto
Eroe alla sorgente del grande fiume
Ci aiuta a rimetterci le ultime piume
Che triste sete di simili eroi
Lui pontifica ma poi si paga noi
Regna sulla città del mal di panza
Che spavento il nuovo che avanza

martedì 26 marzo 2013

L’elettricista

… a gratis è pure elicotterista
… non il primo della lista
… luce riflessa per essere in vista
… un po’ ingenuo ma opportunista
… che bello stare a bordo pista
… all’avventura ha fornito provvista
… risarcito da finto indipendentista
… un tantinello trasformista
… seconda fila passato in rivista
… non saprebbe fare il corsivista
… più bianco se fosse un gessista
… il verde peggio colore che esista
… magari è pure milanista
… adatto a fare l’arrivista
se sparisse sarebbe una conquista

Grosio (SO). Presentata ufficialmente la “Pomeda usela”

Si è tenuta oggi a Grosio, presso la sede della “Accademia comunale dei Purscei”, la presentazione ufficiale alle oceaniche folle tripudianti della Pomeda usela, una pozione afrodisiaca che nasce come rielaborazione della celeberrima “pesteda”.

La Pomeda usela vuol essere la risposta locale e low cost al Viagra. Come noto, da tempo immemore, a Grosio utilizziamo come condimento e conservante alimentare la pesteda, un battuto di aglio, sale, pepe, foglie di achillea nana (girupina) e timo serpillo (peverel). Poco tempo fa, un membro della nostra Accademia, rimasto senza detergente intimo, dovendo procedere alla consueta abluzione bimestrale per l’igiene della propria attrezzatura di piacere, ha avuto la geniale intuizione di disciogliere in acqua calda la pesteda, facendosi poi un bidet. Terminato il lavaggio e rimossi i residui fisiologici con smerigliatrice e martello pneumatico, ha sviluppato un’erezione che gli è durata circa sei ore. A quel punto, erano acclarati i grandi poteri afrodisiaci della pesteda, si trattava solo di approfondire gli studi e sistematizzare i risultati con rigoroso metodo scientifico. Per questo, è stato immediatamente interessato il Gran Consiglio dell’Accademia dei Purscei che, intuito il valore storico della scoperta, ha deliberato di conferire un incarico di studio e ricerca sugli effetti afrodisiaci della pesteda al Dipartimento di Priapismo rurale dell’Università di Ravoledo. Ancora una volta, Grosio si è guadagnata un posto nella storia”, dichiara il Presidente dell’Accademia Comunale dei Purscei Matteo Martino Microfalli.

Dopo aver ricevuto l’incarico dall’Accademia dei Purscei, abbiamo steso un piano di studio ed un protocollo di sperimentazione scientifica della pesteda. Abbiamo creato un panel di volontari (formato da 20 abitanti di Ravoledo più 2 tori, 15 verri, 2 becchi e 4 montoni) che si sono offerti di provare su essi stessi medesimi diverse formulazioni di pesteda, per valutare quale fosse il mix di ingredienti in grado di produrre i migliori effetti di presentat-arm. Delle 46 diverse formulazioni che abbiamo sperimentato la migliore è stata quella ottenuta con gli ingredienti tradizionali della pesteda più: sugna e strutto di maiale, zolfo, siero di latte rancido, foglie d’ortica, carbone di legna macinato e piombo in polvere. I dosaggi esatti sono stati poi brevettati con la denominazione commerciale di Pomeda usela. A differenza del Viagra, la Pomeda usela non dev’essere ingerita ma spalmata e vigorosamente frizionata su pene, scroto, sfintere, fronte e tempie. L’effetto è del tipo scaldante per lui e rinfrescante per lei. Con questa nuova meraviglia assurgeremo ad imperitura gloria interplanetaria”, dichiara invece Giuseppe Pendulini Mosciarelli, docente di Tecnologie priapistiche e di potenziamento nerchiale presso l’Università di Ravoledo.

lunedì 25 marzo 2013

Ognuno è bigotto a modo suo

Sul “Il Giornale” di oggi 25 marzo è apparso un articolo di Magdi Allam, che ho trovato francamente disgustoso.

Magdi Allam ha passato molti anni a scagliarsi (meritoriamente) contro l’integralismo ed il fanatismo islamico. 5 anni fa ha scelto di convertirsi al cattolicesimo, venendo battezzato da papa Benedetto XVI. Da quel momento è diventato un fondamentalista cristiano, dando prova che ogni uomo ha l’occasione di essere bigotto a modo suo, un’occasione facilissima da cogliere. Adesso Allam dichiara a muso duro di “uscire” dalla Chiesa Cattolica poiché, a suo dire, non è più abbastanza nazionalista, patriottarda, etnicamente connotata in senso occidentale e reazionaria. Una sola chiosa: letteralmente “Chiesa Cattolica” significa “Chiesa Universale”. Il nostro eroe la vorrebbe invece padana, brianzola, veneta, romana ma mai universale.

Poteva ben saperlo pure prima che non era così!

Io sono anti islamico, ma tributo tutto il mio disprezzo per chi altro non ha fatto che passare da un bigottismo all’altro.

Di seguito il testo dell’articolo (ho evidenziato in grassetto alcune infami panzane del nostro profeta). Buona lettura … dipende dallo stomaco!!

***

Perché me ne vado da questa Chiesa debole con l'islam

Credo nel Gesù che ho amato sin da bambino, leggendolo nei Vangeli e vivificato da autentici testimoni - religiosi e laici cristiani - attraverso le loro opere buone, ma non credo più nella Chiesa. La mia conversione al cattolicesimo, avvenuta per mano di Benedetto XVI nella notte della Veglia Pasquale il 22 marzo 2008, la considero conclusa ora in concomitanza con la fine del suo papato.

Sono stati 5 anni di passione in cui ho toccato con mano la vicissitudine del vivere da cattolico salvaguardando nella verità e in libertà ciò che sostanzia l'essenza del mio essere persona come depositario di valori non negoziabili, di un'identità certa, di una civiltà di cui inorgoglirsi, di una missione che dà un senso alla vita.

La mia è una scelta estremamente sofferta, mentre guardo negli occhi Gesù e i tanti amici cattolici che proveranno amarezza e reagiranno con disapprovazione. C'è stata un'improvvisa accelerazione nel far maturare questa decisione di fronte alla realtà di due Papi, che per la prima volta nella Storia s'incontrano e si abbracciano, entrambi depositari di investitura divina, dal momento che il grande elettore è lo Spirito Santo che si manifesta attraverso i cardinali, entrambi successori di Pietro e vicari di Cristo anche a prescindere dalla decisione umana di dimettersi.

La Papalatria che ha infiammato l'euforia per Francesco I e ha rapidamente archiviato Benedetto XVI, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un quadro complessivo di incertezze e dubbi sulla Chiesa che ho descritto correttamente e schiettamente già nel mio «Grazie Gesù» del 2008 e in «Europa Cristiana Libera» del 2009.

Se proprio Benedetto XVI denunciando la «dittatura del relativismo» mi aveva attratto e affascinato, la verità è che la Chiesa è fisiologicamente relativista. Il suo essere contemporaneamente Magistero universale e Stato secolare, ha fatto sì che la Chiesa da sempre accoglie nel suo seno un'infinità di comunità, congregazioni, ideologie, interessi materiali che si traducono nel mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Così come la Chiesa è fisiologicamente globalista fondandosi sulla comunione dei cattolici in tutto il mondo, come emerge chiaramente dal Conclave. Ciò fa sì che la Chiesa assume posizioni ideologicamente contrarie alla Nazione come identità e civiltà da preservare, predicando di fatto il superamento delle frontiere nazionali. Come conseguenza la Chiesa è fisiologicamente buonista, mettendo sullo stesso piano, se non addirittura anteponendo, il bene altrui rispetto al bene proprio, compromettendo dalla radice il concetto di bene comune. Infine prendo atto che la Chiesa è fisiologicamente tentata dal male, inteso come violazione della morale pubblica, dal momento che impone dei comportamenti che sono in conflitto con la natura umana, quali il celibato sacerdotale, l'astensione dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, l'indissolubilità del matrimonio, in aggiunta alla tentazione del denaro.

Ciò che più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa è il relativismo religioso e in particolare la legittimazione dell'islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto. È una autentica follia suicida il fatto che Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano il 14 maggio 1999, che Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca all'interno della Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006, mentre Francesco I ha esordito esaltando i musulmani «che adorano Dio unico, vivente e misericordioso». Sono invece convinto che, pur nel rispetto dei musulmani depositari al pari di tutte le persone dei diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà, l'islam sia un'ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor di più sono sempre più convinto che l'Europa finirà per essere sottomessa all'islam, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo alle altre due sponde del Mediterraneo, se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l'incompatibilità dell'islam con la nostra civiltà e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell'odio, della violenza e della morte nei confronti dei non musulmani, se non condannerà la sharia quale crimine contro l'umanità in quanto predica e pratica la violazione della sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà religiosa, infine se non bloccherà la diffusione delle moschee.

Sono contrario al globalismo che porta all'apertura incondizionata delle frontiere nazionali sulla base del principio che l'insieme dell'umanità deve concepirsi come fratelli e sorelle, che il mondo intero deve essere concepito come un'unica terra a disposizione di tutta l'umanità. Sono invece convinto che la popolazione autoctona debba legittimamente godere del diritto e del dovere di salvaguardare la propria civiltà e il proprio patrimonio.

Sono contrario al buonismo che porta la Chiesa a ergersi a massimo protettore degli immigrati, compresi - e soprattutto - i clandestini. Io sono per l'accoglienza con regole e la prima regola è che in Italia dobbiamo innanzitutto garantire il bene degli italiani, applicando correttamente l'esortazione di Gesù «ama il prossimo tuo così come ami te stesso».

Sono stati dei testimoni - coloro che fanno sì che la verità che affermano corrisponde alla fede in cui credono e si traduca nelle opere buone che compiono - a persuadermi della bontà, del fascino, della bellezza e della forza del cristianesimo come dimora naturale dei valori non negoziabili, dei binomi indissolubili di verità e libertà, fede e ragione, valori e regole. Ed è proprio nel momento in cui attorno a me viene sempre meno la presenza di testimoni autentici e credibili, in parallelo alla conoscenza approfondita del contesto cattolico di riferimento, che è vacillata la mia fede nella Chiesa.

Faccio questa scelta, nella sofferenza interiore e nella consapevolezza della disapprovazione che genererà nella patria del cattolicesimo, perché sento come imperativo il dovere morale di continuare ad essere coerente con me stesso e con gli altri nel nome del primato della verità e della libertà. Non mi sono mai rassegnato alla menzogna e non mi sono mai sottomesso alla paura. Continuerò a credere nel Gesù che ho sempre amato e a identificarmi orgogliosamente nel cristianesimo come la civiltà che più di altre avvicina l'uomo al Dio che ha scelto di diventare uomo e che più di altre sostanzia l'essenza della nostra comune umanità. Continuerò a difendere laicamente i valori non negoziabili della sacralità della vita, della centralità della famiglia naturale, della dignità della persona, della libertà religiosa. Continuerò ad andare avanti con la schiena dritta e a testa alta per dare il mio contributo alla rinascita valoriale e identitaria degli italiani. Lo farò da uomo integro nell'integralità della mia umanità.

Magdi Cristiano Allam

Cologna (SO). Progetto innovativo per ridurre la popolazione di cinghiali con modalità copulatorie

Da diversi anni il rutilante borgo di Cologna deve fare i conti con le incursioni dei cinghiali, che arrecano enormi danni ai terreni coltivati ed hanno messo in ginocchio l’agricoltura locale. Negli ultimi 5 anni i cinghiali hanno raso al suolo tutte le coltivazioni di cannabis, papavero da oppio e coca, distruggendo tutti i raccolti. Al danno produttivo strettamente inteso si affiancano le depravazioni di cui si sono macchiati i suidi in preda alle sostanze stupefacenti e psicotrope. In un quinquennio si sono infatti registrati ben 74 casi di abitanti di Cologna che sono stati oggetto di attenzioni sessuali da parte di cinghiali (48 di questi finiti in veri e propri atti di copulazione coattiva).
Per porre termine a questa brutta situazione (soprattutto la distruzione dei raccolti) il Reichstag di Cologna ha deliberato l’adozione di misure drastiche. Il Presidente del Reichstag Carpoforo Mapelli ha dichiarato quanto segue:
  1. vogliamo, una volta per tutte, fare piazza pulita dei cinghiali che da troppo tempo devastano impunemente Cologna
  2. poiché le leggi vigenti impediscono l’abbattimento a tappeto, senza che ne scampi uno, di questi tremendi selvatici, abbiamo deciso di colpirli in modo indiretto, ma non per questo meno efficace e spietato
  3. un veterinario ci ha spiegato che il cinghiale maschio registra, durante l’accoppiamento, una forte accelerazione del ritmo cardiaco, che non può sopportare per più di 8 - 10 minuti. Se in quel lasso di tempo la bestia non raggiunge l’orgasmo, è altissimo il rischio di morte per cause cardiocircolatorie. Di conseguenza, se riusciamo a far avere amplessi molto lunghi ai cinghiali maschi, li possiamo sterminare
  4. per questo, ognuno dei cittadini di Cologna, maschio o femmina che sia, si è reso disponibile a fare da fidanzata ai cinghiali maschi, con l’obiettivo di procurare loro un infarto post amplesso. Per agevolare la cosa, ognuno dei volontari, prima di essere alesato dal cinghiale, dovrà fargli indossare un profilattico trattato con sostanze ritardanti dell’orgasmo
  5. nostro obbiettivo è fare secchi tutti i cinghiali maschi sessualmente attivi. Così facendo, stroncheremo la riproduzione della specie, che si estinguerà poi per progressiva senescenza
  6. per concludere: i cinghiali noi non li elimineremo a colpi di fucile ma a colpetti. Non solo, li faremo morire felici, dopo un bell’amplesso”.
Pasquino Pinzocheri Press Agency, animata da un profondo e sincero sentimento di esecrazione, si permette di annotare a margine quanto segue:
  • speriamo che, dopo l’ultimo castigo mandato in terra, il Grande Artefice dell’Universo abbia avuto il tempo di rimpinguare adeguatamente le scorte di fuoco, zolfo e sale, poiché su Cologna avrà molto da lavorare, con ripassate successive di crescente violenza
  • è auspicabile che la punizione di cui sopra si abbatta quanto prima. Sarebbe la più alta forma di pietà verso quelle genti, alle quali occorre restituire una speranza di redenzione per il tramite della distruzione
  • ma, soprattutto, è proprio necessario compiere un’atrocità inenarrabile quale sarebbe il fare accoppiare i cinghiali con certi uomini? Non sarebbe più umano abbatterli a fucilate?

Sondrio - Preoccupante diffusione della “Psicosi cefalica mentulomorfa”

A Sondrio, garrula e ridente capitale provinciale, si sta diffondendo con preoccupante incidenza la Psicosi cefalica mentulomorfa (PCMM). I casi sono ormai oltre 1.000 su una popolazione di appena 23mila persone.

La PCMM è una turba psichica che colpisce i maschi adulti (anche se in andropausa) e si manifesta con i seguenti sintomi di disordine psico-fisico:
  • (più che fondata) convinzione che la propria testa sia divenuta un membro virile
  • tendenza ossessivo - compulsiva a circoncidersi mediante tagli semicircolari sulla fronte
  • utilizzo compulsivo di profilattici come copricapo (soprattutto in caso di pioggia)

La diffusione della PCMM ha grandemente allarmato l’opinione pubblica e le autorità sanitarie. Infatti:
  • ben 46 persone hanno dovuto essere ricoverate presso il Manicomio vescovile di Triangia a causa delle ferite riportate a seguito di tentativi di auto circoncisione frontale
  • sono già 36 i casi di cittadini sondriesi che, in preda alla PCMM, hanno aggredito farmacisti che non hanno esaudito la loro richiesta di profilattici di diametro superiore a 25 cm da utilizzare come copricapo (queste persone sono state arrestate e momentaneamente stoccate presso la porcilaia provinciale di Albosaggia in attesa di decisioni circa il loro smaltimento come rifiuti umani socialmente pericolosi)

Pasquino Pinzocheri Press Agency ha interpellato Pier Roberto Lasclera, ordinario di Teoria e tecnica dei disturbi psichici mentuloidi presso l’Università “Fulberto Pomponazzi” di Castello dell’Acqua. Il luminare dichiara quanto segue:
  • la PCMM è un disturbo psichico che trova la sua eziopatogenesi in via prevalente nell’utilizzo che l’individuo fa del proprio apparato di piacere
  • infatti, coloro che utilizzano il loro fallo in supplenza del cervello anziché per le attività procreative e ricreative per le quali è stato creato in natura, sono fortemente a rischio di PCMM
  • a Sondrio è fortemente diffusa la consuetudine di elaborare il pensiero per via fallica (modus mentulae) e ciò ha causato l’alta incidenza della PCMM che è sotto gli occhi di tutti”.

Sempre al prof. Lasclera è stato chiesto come si potrebbe contrastare la PCMM. Queste le sue risposte:
  • la PCMM è una malattia psico degenerativa a lento decorso, ma subdola ed inesorabile. Quando si appalesano sintomi significa che il paziente esercita l’attività intellettiva con mezzi fallici da almeno 20 anni. La manifestazione sintomatica arriva quando la malattia è allo stato terminale
  • di fronte ai sintomi conclamati non esiste quindi più possibilità di intervento terapeutico per fare regredire la patologia. È solo possibile, in una logica di trattamento sanitario obbligatorio, per evitare la diffusione pandemica per imitazione al ribasso della malattia, intervenire sul paziente con tecniche di chirurgia mentale, utilizzando,alternativamente, la lobotomia genitale oppure la evirazione cerebrale (invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia)”.

domenica 24 marzo 2013

S. Giacomo di Teglio (SO). Epidemia di satiriasi priapistica equina


Un vero e proprio flagello biblico si sta abbattendo sul territorio della Libera Repubblica di S. Giacomo di Teglio: la satiriasi priapistica equina, una patologia che colpisce i cavalli maschi adulti, causata dal “Mentulovirus megalopetrosus equestris”. La malattia è meglio nota all’opinione pubblica come sindrome dello stallone allupato. Il virus colpisce i centri nervosi che controllano l’apparato genitale del cavallo; l’infezione è conclamata quando si appalesano i seguenti sintomi:
  • erezione permanente (petrosi mentulare)
  • surriscaldamento del pene oltre i 70° C (ipertermia peniena maggiore)
  • eiaculazione spontanea senza necessità di stimolo
  • tendenza ossessiva a penetrare tutto ciò che presenta fori ed orifizi (disturbo psichico della falsa giumenta, altrimenti detto “ndo cojo cojo”)

Pasquino Pinzocheri Press Agency ha svolto alcune indagini. Ne emerge quanto segue.

Una mandria di 94 cavalli in preda alla satiriasi priapistica sta scorrazzando liberamente per le strade di S. Giacomo, copulando con tutto ciò che capita loro a tiro: esseri umani, animali, colapasta, forme di groviera, caloriferi, padelle delle caldarroste, bobine di stagnola, rubinetti, mungitrici, bottiglie. Tra gli altri sono già rimasti vittime dei cavalli malati:
  • la figlia del parroco
  • una comitiva di pellegrini di passaggio in paese
  • il gatto del sacrestano
  • un intero gregge di zebù che pascolava in Val Caronella
  • il sindaco e tutta la sua famiglia
  • il direttore commerciale dell’Azienda Autonoma Spaccio e Tossicodipendenza

E’ da sottolineare come l’opinione pubblica di S. Giacomo sia letteralmente spaccata in due circa le misure da adottare a fronte della pandemia di satiriasi priapistica equina. Infatti:
  • la Dieta Repubblicana, riunitasi in clandestinità per evitare che i lavori fossero interrotti da qualche assalto di equidi decisi a saziarsi carnalmente dei rappresentanti del popolo, ha deliberato che occorre quanto prima assoldare una compagnia di soldati di ventura ceceni per procedere alla pulizia etnica degli allupati stalloni affinché non mettano più a rischio le terga della cittadinanza (resta da capire perché, invece di assoldare mercenari caucasici, non si formano ronde di cittadini che potrebbero catturare i cavalli ed abbatterli a badilate, nel solco della migliore tradizione locale).
  • per contro, le autorità ecclesiastiche, per bocca del  vescovo di Sommasassa mons. GianBortolo Flagelli Rogone, ritengono opportuno che nessun intervento nei confronti dei cavalli venga posto in essere. In primis poiché l’infierire dei cavalli è visto come giusta punizione veterotestamentaria per l’eccessiva degenerazione dei costumi morali che da troppo tempo contraddistingue S. Giacomo, esponendola al pubblico ludibrio.  In seconda battuta, si ritiene che la copulazione ossessiva e coattiva cui sono sottoposti i cittadini possa fungere da efficace "remedium concupiscentiae". Infatti, non pare esservi dubbio che, dopo aver subito una solenne e meritata “ripassata” equina, ogni cittadino di S. Giacomo a tutto possa pensare fuorché a desiderare unioni carnali con i propri simili.

Consta infine alla scrivente Agenzia stampa che il Mentulovirus megalopetrosus equestris mostra una spiccata tendenza a mutare il proprio DNA fino a trasformarsi in “Cefalovirus mentuliformis”, agente patogeno trasmissibile all’uomo e che causa la turba psichica dal nome scientifico di “Deformazione cefalica falliforme” (disturbo subdolo e più diffuso di quanto si pensi).

giovedì 21 marzo 2013

Forca Italia

A scanso di ulteriore nocumento, vai subito di squartamento
Un paese tanto coglione aspetta solo l’impiccagione
Opinione pubblica cretina, nazione degna della ghigliottina
Non serve più commento, invochiamo lo sventramento
Perché sei così giulivo? Ti piace la sepoltura da vivo?
Cos’è quella faccia da classe media? È pronta l’elettrica sedia!
Dalla Brianza non piove la manna, il rogo la giusta condanna
Cuori di fango senza passione, a quando la lapidazione?
Amore folle per la corruzione, treno in ritardo per la decapitazione
Che spettacolare putrefazione, solo sagome di carne per la fucilazione
Indolenza comoda e criminale, eccessivo sconto è l’iniezione letale
Sclerosi nascosta dietro le porte, lenta, inesorabile bollitura a morte
Apoteosi politica della lordura, imploriamo solenne mazzolatura
Un popolo così idiota merita solo la garrota
Memoria curata con Fave di fuca, in ritardo il colpo alla nuca
Eterna quaresima e mai avvento, cercasi volontari per l’impalamento

venerdì 15 marzo 2013

Morbegno (SO). Dioniso Tracanna creato cardinale - Catastrofe di proporzioni bibliche

S.E. Alcolica Mons. Dioniso Tracanna è stato creato cardinale nel corso di un concistoro tenutosi a Roma a latere dell’insediamento delle nuove Camere.
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Primo ed unico vescovo di Campovico, Mons. Tracanna è stato insignito della porpora per “aver contribuito con costanza ed (inde)fesso impegno alla diffusione della pia devozione alcolistica e dell’ambientalismo mercenario a Morbegno, consentendone poi anche, per interposta persona, l’espansione nell’Urbe” (si cita dalla bolla pontificia di nomina). Non solo, il conferimento della dignità di principe della Chiesa è motivato anche “dalla passione e dall’impegno sempre profusi affinché il potere temporale e quello spirituale operassero in sinergia nelle terre morbegnesi, superando il vetusto schema culturale tesi-antitesi-sintesi per addivenire alla nascita di una nuova dottrina teologico-statuale che si innesta sulla più genuina tradizione universalistica medievale rinnovandola e lanciandola verso il terzo millennio sotto forma di ambientalismo a tassametro” (si cita sempre dalla bolla).
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A Sua Eminenza Tracanna è stata attribuita la diaconia di San Carpoforo dei Beoni.
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La nomina del sullodato presule a cotanta dignità è stata favorita dalla convergenza, ovviamente disinteressata, di:
  • Movimento per la decrescita felice - Fronte pauperistico della bassa Valtellina
  • Falange Oratoriana equo solidale, multiculturale ed ecocompatibile (a spese nostre ovviamente)
  • Loggia massonica della grande consulenza ambientale
Essendo la nostra una Repubblica fondata sulla formattazione della memoria, individuale e collettiva, Pasquino Pinzocheri Press Agency reputa opportuno rammentare quanto segue alle oceaniche folle sitibonde di conoscenza che si abbeverano ai suoi dispacci.
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A suo tempo, la S. Sede aveva, con la bolla Costarum Cech sine Deus reprimendi, istituito la Diocesi di Campovico, con giurisdizione su tutte le terre senza Dio (in partibus infidelium) da Dubino sino a Dazio. In continuità con la consolidata tradizione morbegnese (di origini universalistico - medievali) di accorpamento del potere spirituale con quello temporale, primo vescovo di Campovico era stato nominato l’Assessore Dioniso Tracanna. Alla Diocesi era stato attribuito uno status canonico speciale, in forza del quale:
  • al clero era data una specifica formazione enologico-teologica, tale di mettere in grado di predicare e diffondere il verbo dell’alcolismo in tutta le costa dei Cech
  • la celebrazione liturgica secondo l’antico rito campovichese, fondato sulla consacrazione di brasciadelle di segale invece di ostie e di damigiane di Barbera invece del calice
Non solo, a Cermeledo era stato aperto il Santuario del divin prigioniero alcolizzato (luogo di culto colmo di botti di vino benedetto). Il Santuario era raggiungibile da Paniga attraverso un sentiero/via crucis lastricato di cocci, filo spinato e lamette da barba. Coloro che lo percorrevano in ginocchio sino al Santuario e li si imbenzinavano, godevano di indulgenza plenaria per i peccati di lussuria, furto della mercede agli operai e simonia.
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Fortunatamente, la S. Sede, con la bolla Costarum Cech alcholisti delendum, ha soppresso la Diocesi, per diversi gravi motivi concomitanti. In primis:
  • il tentativo di portare il timore di Dio nella triste landa da Dubino a Dazio è, all’atto pratico,  fallito, in quanto al di fuori delle capacità umane (quelle terre resteranno quindi ab aeterno in partibus infidelium, dedite all’Alfa Romeo e ad altri esecrabili vizi)
  • la diffusione dell’ubriachezza (prevista a fini rituali dalla liturgia campovichese) aveva raggiunto livelli talmente elevati da essere ritenuti inammissibili persino per la Costa dei Cech (in più di un’occasione i baccanali post pellegrinaggio al Santuario del divin prigioniero alcolizzato di Cermeledo sono degenerati a tal punto da dover richiedere l’intervento della Forestale)
Per Mons. Tracanna è stato illo tempore disposto l’esilio (da scontarsi per contrappasso in uno stabilimento per l’imbottigliamento di acque minerali).
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L’elevazione di Dioniso Tracanna alla dignità cardinalizia è da ascrivere ad una serie di nefaste coincidenze astrali:
  • l’attecchimento dell’ambientalismo a tassametro nella città eterna
  • la (nemmeno tanto) inconscia necessità dei cittadini di sentirsi migliori, che trova soddisfazione nella legittimazione popolare di leader dotati di cervello unicellulare, nei confronti dei quali è poi facile ritenersi superiori
  • il sincero anelito democratico della borghesia più illuminata alla quale, non bastando più di squadrare dall’alto in basso i villici provenienti dal contado circostante, è improvvisamente venuta voglia di vantare aderenze in ambiente ecclesiastico (nulla è più chic di dare sfoggio di devozione religiosa, soprattutto se atei)
Le conseguenze delle coincidenze de quo funesteranno la contea di Morbegno sotto molteplici aspetti. Si citano, a mero titolo esemplificativo ma non certo esaustivo:
  • la spesa pubblica per consulenze ambientali dovrà essere raddoppiata ogni anno da oggi sino al 2020
  • saranno implementate politiche che sincretizzano pauperismo francescano ed arroganza domenicana
  • (e soprattutto) il “m’illumino di meno” si applicherà anche a livello di intelletto
  • il popolo viaggerà gaudiosamente a fari spenti, per dirla in modo forbito: al tradizionale oscurantismo ecclesiastico si affiancherà il più creativo ed innovativo oscurantismo ecologista
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Si accettano prenotazioni per un esodo (stavolta non biblico) verso la Siberia: da quelle parti, male che vada, al massimo ci arriva in testa un meteorite. A parte qualche bozzo, la capoccia rimane sana…

lunedì 11 marzo 2013

Ci vediamo davanti al tribunale…

Ci vediamo davanti al tribunale … urla ad alta voce il tuo diritto all’illegalità
Ci vediamo davanti al tribunale … la legalità è roba da precari, servi della gleba e laureati in discipline umanistiche
Ci vediamo davanti al tribunale … ma chi sono questi che pretendono perseguire i reati che hai commesso
Ci vediamo davanti al tribunale … sta a vedere se adesso non ti puoi nemmeno più montare una minorenne in santa pace
Ci vediamo davanti al tribunale … la vogliamo smettere con quella minchiata tale per cui la legge è uguale per tutti
Ci vediamo davanti al tribunale … e poi che nausea che la giustizia è amministrata in nome del popolo
Ci vediamo davanti al tribunale … sta a vedere che adesso anche con miliardi di euro di patrimonio sei obbligato a farti processare
Ci vediamo davanti al tribunale … e basta con i valori dell’89, la nobiltà è legibus soluta e non può essere impunemente processata
Ci vediamo davanti al tribunale … tu ti sbatti come un somaro da 20 anni per regalare sogni al popolo e come ricompensa ti mandano a processo
Ci vediamo davanti al tribunale … basta con questa indecenza
Ci vediamo davanti al tribunale della storia … in attesa che montino il patibolo
Ci vediamo davanti al tribunale della storia … quelli che la calce viva corroderà non saranno già più uomini

mercoledì 6 marzo 2013

Ardenno (SO). Insurrezione armata dei nanetti da giardino

Da due giorni la (non) ridente cittadina di Ardenno è messa in subbuglio dall’insurrezione armata dei nanetti da giardino. Nel parco pubblico davanti alla sede della Azienda Municipale per i Servizietti alla Persona (AMSEP) sette nanetti da giardino hanno immediatamente preso vita ed iniziato a camminare. Lo stesso è accaduto per la statua di Biancaneve, che si è messa alla guida del plotoncino di nanetti.

Picconi alla mano, i nanetti hanno assaltato la sacrestia della cattedrale di S. Crisostomo delle pustole, impadronendosi di un ingente quantitativo di armi. Successivamente, hanno occupato il Municipio, dove hanno lanciato il seguente proclama alla popolazione ardennina:

“”La nostra guida spirituale è la profetessa Tiraneve, cui riconosciamo doti sovrannaturali (è infatti sempre illibata nonostante si accoppi con tutti noi tutti ogni giorno). Noi ci chiamiamo
  • Sgozzalo
  • Sventralo
  • Sprangalo
  • Strozzalo
  • Sparalo
  • Strangolo
  • Brucialo
Noi vogliamo prendere il potere ad Ardenno e farne il paradiso dei nani, scacciando tutti i maschi che hanno una statura superiore alla lunghezza del loro pene e tutte le femmine che hanno una statura superiore alla lunghezza di un Tampax. Chi non lascerà immediatamente la città sarà passato per le armi””

I nanetti e la loro profetessa hanno poi cominciato a girare casa per casa per arrestare le persone non conformi ai nanostandard. Tutti i residenti nella cittadina sono stati sottoposti a visita medica nanologica:
  • gli uomini fatti spogliare per la misurazione del rapporto nerchio-staturale (alcuni hanno cercato di procurarsi erezioni fuori norma con l’uso di mungitrici e ventose ma sono stati scoperti e fucilati sul posto)
  • le donne sono state costrette a confrontare la propria statura con un Tampax, al fine di verificare il possesso dei requisiti di statura (alcune hanno tentato di barare camuffando da Tampax un materasso arrotolato per il lungo ma pure loro sono state scoperte e giustiziate)
In attesa di essere espulsi da Ardenno, gli arrestati sono stati stoccati, sotto sorveglianza armata, presso il lazzaretto di piazza della Colonna Infame (adesso ribattezzata piazza dei Nani sanguinari). Da quanto è dato sapere, coloro che devono lasciare il centro abitato saranno deportati a Cataeggio, dove per accoglierli sono state di proposito riaperte alcune latomie.

Per le strade di Ardenno ora regna un silenzio spettrale, rotto solo di tanto in tanto dal rumore del passaggio di qualche drappello di nani, che si muovono su tricicli e girelli corazzati, muniti di mitragliatrice contraerea.

La notizia dell’insurrezione dei nani è giunta all’orecchio di una eminente cittadina di Ardenno, Gloria Camelia Flora Strozzi Forconi, che esercita l’antica e meritoria professione di boia randagio ed ambulante ed è nota al grande pubblico come “il mamba del patibolo”. Raggiunta telefonicamente ha sibilato le seguenti, ed inquietanti, dichiarazioni:

“”La notizia dell’insurrezione dei nanetti mi è giunta mentre ero impegnata a Roncaglia con una quindicina di esecuzioni capitali, che mi hanno impegnato per oltre 20 minuti. Ho provato un fortissimo moto di raccapriccio; i nani sono infatti intrinsecamente malvagi, per via della tara congenita di cui sono affetti: la prossimità sfintero - cardiaca, ovvero hanno il cuore troppo vicino al buco del culo.
Di conseguenza, ho deciso di non rientrare per ora in città. Mi sto infatti attrezzando per risolvere la questione una volta per tutte:
  • ho commissionato alla Chicco la realizzazione su misura di una ghigliottina per umanoidi di bassa statura
  • prima della decapitazione ogni nanetto sarà impalato con uno spiedo da arrosto ed acconciamente trattato con la roncola
  • dopo l’esecuzione i loro miserabili resti saranno sottoposti a frantoiatura, in coerenza con la più genuina tradizione locale
Al mio rientro ad Ardenno ogni perversione a bassa statura sarà lavata in un salutare bagno di sangue, a conferma dell’alto valore morale, sociale e culturale della figura del boia. Io pongo l’omega a ciò che non avrebbe dovuto avere l’alfa. Io sono la pedagogia del sacro terrore. Semplicemente, io faccio il boia, cos’altro si può pretendere da me?””