Gandino - Valle
Seriana - Bergamo
31 agosto 2010
E’ della Lega Nord,
dopo vent’anni di presenza, la responsabilità del fatto che oggi i territori
pedemontani siano entrati fortemente in crisi. La modalità con cui il partito
di Bossi ha agito in questi anni ha causato la perdita di “ricchezza” dei territori del nord.
L’auspicio è che chi
legge questo documento possa comprendere quanto sia stata deleteria la rappresentanza
nelle istituzioni e nella società del partito leghista.
Filippo
Servalli
Assessore
alla Cultura
Gandino
(BG)
20 anni
di Lega e siamo diventati più poveri
Come era ricca quella
valle. Si intitolava così un articolo comparso su l'Eco di Bergamo di un po' di
tempo fa. La valle in questione è una delle tante valli della fascia
pedemontana del Nord Italia: la Valle Seriana.
Cosa è successo a
questi territori se, Famiglia Cristiana alla fine degli anni ottanta indicava
in Leffe, nella Val Gandino, la Velle Seriana, il paese, la valle più ricca
d'Europa.
Le persone sono le
stesse, il territorio è lo stesso!
Di diverso in Valle
Seriana negli ultimi 20 anni c'è stata l'ascesa politica della Lega. I politici eletti, i rappresentanti
provinciali e regionali nei posti di comando sono stati quasi tutti della Lega.
Da qui l'evidenza
sulla responsabilità senza attenuanti che il partito di maggioranza deve
assumersi. Se stiamo diventando più poveri, la principale causa è la presenza nei
luoghi del potere della Lega!
Questa presenza che va
considerata una malattia, è causata da un virus che il pensiero leghista ha
fatto annidare nelle cellule celebrali di molti, che ha fiaccando in maniera
quasi inesorabile le persone e i territori della nostra valle. Il virus è
l'egocentrismo.
L'Egocentrismo ci ha
fatto perdere progressivamente: Ricchezza di valori, Ricchezza di relazioni,
Ricchezza Materiale e Ricchezza del territorio.
E' proprio a partire
dalla perdita di questi valori che vorrei fare alcune considerazioni a motivare
la mia affermazione.
Il primo disvalore
che il pensiero della Lega ha fatto insinuare nelle coscienze delle persone è
quello di far ritenere a tutti che: l'egoismo è una virtù. Da sempre ci è stato
insegnato che la vita va affrontata considerando l'uomo in relazione con gli
altri uomini: Coppia, Famiglia, Gruppo, Comunità, sono gli ambiti concreti dove
questo insegnamento si manifesta da sempre. Oggi invece tutto è misurato
esclusivamente con il soddisfacimento individuale, all'avere solo per noi
stessi, per la mia cerchia, diffidando degli altri. Il pensiero leghista ha
convinto tanti che la frase bergamasca "so me ol padru" (sono io il padrone) sia una formula magica
per vivere insieme con le altre persone..
Il secondo disvalore
è quello che ha dato in pasto al virus dell'egocentrismo la negazione della
diversità: l'accoglienza per l'ospite, l'attenzione a chi è in difficoltà, la
vicinanza con chi da solo si trova ad affrontare la vita, indipendentemente da dove
viene. Questi sono i valori che la nostra cultura, le nostre radici cristiane
hanno sempre promosso. Questo pensiero ha minato il principio universalmente
riconosciuto che tutti gli uomini sono uguali e continua a far credere che
ciascuno di noi è più uguale di un'altro.
Un altro disvalore è
quello che sta ingenerando in ciascuno di noi un alone di mediocrità un
progressivo impoverimento della conoscenza causato dalle continue barriere
mentali, di chiusura nel proprio recinto, che la politica leghista ha
continuato ad accentuare. Ha fatto
dimenticare ai più che la cultura dell’incontro è alla base della conoscenza e
della crescita di ciascuno e del mondo in cui viviamo.
Infine la dissacrazione dei valori e del sacro, da
sempre alla base della nostra storia. Prima il culto al dio po' e poi la difesa
del crocefisso, hanno generato uno scontro tra valori antitetici accelerando il
relativismo etico: “va bene tutto” basta che sia ricondotto ad un mio
interesse.
La lega è stata per
troppo tempo espressione politica e la prima promotrice della filosofia del
tornaconto. Purtroppo la gente tra il proprio tornaconto e il proprio dovere,
normalmente sceglie il primo.
E’ ora di riaffermare
quanto si diceva un po' di tempo fa, era il 1994 a proposito della lega e dei
leghisti: "i nuovi prìncipi, non
hanno princìpi".
20 anni di Lega e siamo diventati più
isolati
Venti
anni di presenza invadente ed ingombrante della Lega nel nord e nelle sue valli,
ha alimentato quella forma mentale nella quale è sempre l’altro il problema: Ha
fatto dimenticare che è la ricerca dell’incontro e della relazione con l’altro
che ci fa diventare più forti, che accresce la nostra ricchezza.
Con
questo atteggiamento la Lega e i suoi militanti, hanno aumentato una debolezza
che porta alla perdita della ricchezza:
Ha
tolto nervo, carattere, forza di reazione alle persone ed alle comunità del
nostro territorio.
Le
persone per crescere, per arricchirsi, hanno bisogno di incontrare l’altro,
perché nella ricerca del meglio, dell’importante, del vero si diventa più forti
se si incontra chi da il meglio, chi vuole vincere, chi ha le motivazioni. Selezionare chi fa comodo incontrare, porta a
scelte facili e non aiuta a crescere. Secondo alcuni studi sociologici, tra i
ragazzi italiani e i giovani migranti di seconda generazione, chi fatica di più
a trovare la propria strada, sono i ragazzi italiani che pur disponendo di
comodità, di soldi e di protezione, non
sviluppano le capacità necessarie per essere attori del proprio futuro. Ecco
allora che i continui richiami fatti dalla Lega a barriere, separazioni,
blocchi, rotture nei confronti delle persone, delle culture, dei saperi, delle
intelligenze diverse, non fa altro che far impoverire i nostri ragazzi, i
nostri giovani, le nostre imprese.
Anche
se le rivalità, i campanilismi ci sono sempre stati, in passato le diverse
comunità si ritrovavano sempre quando dovevano fare cose importanti, rispondere
ai grandi problemi. In questi ultimi vent’anni invece, le nostre comunità, hanno
faticato a ritrovarsi sui temi importanti. La presenza ininterrotta in molte
istituzioni della Lega, ha di fatto rotto, incrinato le relazioni tra le
comunità. O si è con la Lega, si è allineati con gli uomini del carroccio o non
se ne fa niente.
Instaurare
relazioni tra comunità, paesi, amministrazioni anche di diverso orientamento
politico, che guardano insieme a dove andare e non da quale appartenenza
provengono, è la base affinché pur nella diversità, ci si ritrovi per
raggiungere obiettivi comuni.
Rileggendo
la storia degli ultimi anni, la Lega di fatto si propone come partito unico e
in un partito unico, le relazioni non trovano spazio. I partiti invece come
recita la Costituzione nell’articolo 49: “devono
concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Ricordiamoci di quale è l’impostazione della Lega: Ricordiamoci delle cosi
dette elezioni padane del 26 ottobre 1996. Tutti erano partiti della Lega:
Salvini( Comunisti Padani), Maroni( Lavoro Padano), Leoni (Cattolici Padani),
Cota(Forza Padania), Boso (Unione Padana), Gherardini (Destra Padana). Come è possibile una relazione tra partiti se
tutto l’arco costituzionale è di un partito unico. A causa della Lega c’è stata
una omologazione che ha portato a ridurre le opinioni politiche a mere
appartenenze senza valori di riferimento, senza dialettica.
Il
nostro territorio che in questi ultimi anni ha mandato a Strasburgo, a Roma, a
Milano, a Bergamo molti governanti, molti politici la cui unica capacità
richiesta è stata la fedeltà a Bossi, si accorge ora troppo tardi della grave
perdita di relazioni che le persone, le comunità, i partiti hanno subito a
causa del pensiero della Lega.
Perdita
di relazioni che faranno diminuire la ricchezza delle persone e delle comunità
dei nostri territori, per molto, molto tempo.
20 anni di Lega e la valle è diventata
miope
Come
era ricca quella valle. Ma di quale ricchezza stiamo parlando? Sarebbe facile
collegarla alla quantità di “denaro”
di “cose” che si possiedono, ma come
diceva bene Cornelia nel mostrare i suoi gioielli, la ricchezza vera è qualcosa
d’altro, per lei i figli, per tutti noi oltre ai figli, tutto ciò che fanno il
futuro. Partendo da questo diverso approccio nel vedere la ricchezza si capisce
come mai sia la Lega e il suo pensiero, la maggiore responsabile della perdita
di ricchezza, della vera ricchezza. Il pensiero leghista che fa de: “I me solc” , “La me roba” il perno delle sue rivendicazioni e della sua politica
nei confronti del resto del mondo, ha rafforzato in molti l’atteggiamento del
tornaconto, del tornaconto a breve, dell’avere subito. Come è possibile pensare
ai figli, al futuro, al domani se tutto è misurato sull’oggi. Il pensiero
leghista spinge l’egoismo individuale, l’egocentrismo nella strettoia del
tenere tutto per noi stessi.
Ecco
che questa forma mentale sta spingendo molti, tanti anche nel modo del lavoro
ad una imprenditorialità senza investimenti. Ogni manuale di management spiega
che senza investimenti in denaro e in conoscenza che per loro natura hanno un
ritorno nel medio, lungo termine la ricchezza non si costruisce. Ecco che
allora tenere per me oggi, significa impoverire chi verrà domani dopo di me.
Impariamo a misurare la ricchezza sul lungo periodo, impariamo a misurare la
ricchezza sugli investimenti che danno prospettiva per il futuro.
Oltre
alle perdite di ricchezza economica, un’altra perdita di ricchezza che il
pesante messaggio politico leghista ha causato in questi vent’anni è la perdita
di conoscenza. Se tutti i messaggi politici di questo pensiero dominante
evocano la ricchezza da poter spendere come voglio, la dimensione della
formazione, del prepararsi oggi per raccogliere i frutti nel futuro viene meno.
I nostri territori tutti lo sanno, hanno sempre avuto un tasso di scolarità
bassa. Se il messaggio dominante è quello della ricchezza immediata, la
necessità di avere le nuove generazioni preparate e pronte domani a raccogliere
le sfide complesse che un mondo globalizzato chiederà sempre più in futuro è
messo in discussione.
“Guardare
lontano senza perdere di vista i dettagli” dovrebbe essere lo stile con cui
ciascuno di noi deve operare per accrescere la ricchezza che dura. Questo modo
si porsi ha reso il partito di Bossi “Il
partito della paura” (cfr. Massimo Cacciari) e di certo la paura non genera
un futuro ricco di valori, umanità e qualità della vita.
20 anni di Lega e la valle è impoverita nei beni
materiali e immateriali
Nell’ultima
parte di questa mia analisi, volevo evidenziare come anche la perdita della
ricchezza legata alla identità e al territorio della nostra valle, dei nostri
luoghi, è venuta meno a causa del pensiero legista.
Dopo
il rapido sviluppo di tutta la valle, negli anni ’60-’80, con molti errori
urbanistici e con un cattivo uso della terra, ancora di più è stato depauperato
negli anni ’90 e in questa prima decade del 2000. Ed è da imputare a questo
ultimo periodo se la cannibalizzazione
della terra per far costruire alle immobiliari e ai supermercati è cresciuta
esponenzialmente. Negli anni democristiani ‘60-‘80, sono state fatte le case di
chi le costruiva per abitarci: le case si costruiscono se ci sono più persone,
se nascono più figli, se c’è una forte immigrazione (da noi queste condizioni
non si realizzano da oltre vent’anni, dall’inizio degli anni ’90). Negli ultimi
periodi chi ha dettato la base culturale al depauperare il territorio è stato
il continuo contraddittorio pensiero leghista. Non è possibile far pensare
tutti: “coma öle mé” e poi lamentarsi se
si mercifica il territorio!
Il
territorio fisico così impoverito, ha fatto si che anche quelli che sono i
valori “intangibili” di un territorio
vengano depauperati: le relazioni tra le
persone e i luoghi preziosi che sono tali grazie alla storia passata, alle
esperienze vissute nel tempo. Queste sono le condizioni che aiutano le persone
a crescere. Non sono i nudi mattoni che fanno i territori.
Ecco
la responsabilità della Lega su questo depauperamento. Chi semina separazione e
divisione non può pensare di costruire le relazioni che sono l’humus per
un territorio vivo e vitale.
Qui
ancora una contraddizione che il pensiero leghista ha generato. E’ di qualche
tempo fa la discussione sulle scritte in dialetto, comparse sui manifesti
pubblicitari a firma di Oliviero Toscani, per una marca di jeans. Da una parte
Daniele Belotti, ex segretario provinciale della Lega e ora consigliere
Regionale che “benediceva” tale
iniziativa in quanto fatta in dialetto. Dall’altra il poeta dialettale
bergamasco Umberto Zanetti che diceva “gravissimo”
l’offesa fatta al dialetto bergamasco, tuonando contro questo stravolgimento
del nostro dialetto. A chi credere?! A chi ha fatto del dialetto un
approfondimento culturale, che è poi un essere vivi e vitali sul proprio
territorio o a chi sappiamo e conosciamo solo perché esponente della Lega che al grido “Roma ladrona” vuole rappresentare a Roma
il territorio? Non ci sono dubbi: io sto con Umberto Zanetti ! Far vivere il
territorio e renderlo a misura d’uomo lo può e lo deve fare chi il territorio
lo vive ogni giorno, liberamente senza il vincolo di essere per forza di una
parte, lo vive da sempre con dedizione e andando in profondità delle cose.
Concludo
affermando che il pensiero leghista ci ha impoveriti come territorio e come
persone in questi vent’anni:
Più poveri perché la Lega con la sua azione ha accentuato la contraddizione sui valori, ha reso “l’egoismo una virtù”.
Più poveri perché la Lega con il suo pensiero unico ha fatto perdere l’opportunità de “l’incontro e la relazione tra persone diverse”.
Più poveri perché con la difesa della “roba” e dei “soldi”, ha fatto perdere di vista la ricchezza vera, ci ha fatto perdere “il senso e la costruzione del futuro”.
Più poveri perché venti anni di Lega hanno portato al tradimento del territorio, fisico, la terra e di quello intangibile, le radici che sono la vera ricchezza.
E’
ora di dire basta ad un partito che ha fatto perdere di vista quali sono le
cose vere e importanti per ciascuno, per le comunità e per i territori.