venerdì 29 giugno 2012

L’arpia col cilicio

Un bel palo interchiappa ti ci vuole
Zozza arpia che uccidi colle parole
Tu e la tua organizzazione criminale
Nata da quel porco in tonaca e piviale
Spelonca di ladri leccapiedi del franchismo
Fatti sodomizzare col tuo lercio moralismo
Mettilo sul clitoride col pepe il tuo cilicio
Inadatta come sei a gioioso meretricio
Tanti anni senza banane e sfilatino
Che ti sei persa con penitenza e latino
Serve piccone per la tua lercia illibatezza
Per sfondare il tuo imene fatto di pochezza
Ti par bello negare a chi soffre cure palliative
Ti venga un sarcoma che ti sfondi le gengive
Ti pare umano impedir la terapia del dolore
Non esiste ancora per te il giusto tumore
Che ti faccia latrare per anni di sofferenza
Poi vediamo se ti resta tutta ‘sta coerenza
Ci ha fatto vomitare la tua fede disumana
Eretica, meriti un rogo di un’intera settimana
Tu non credi ne in Dio ne in Gesù Cristo
Sei schiava di uno spagnolo cupo e tristo
Adesso basta con questa rappresentazione
Tu sei una metastasi nel cuore della nazione

giovedì 28 giugno 2012

Lode del dubbio

Oggi la farina non è del mio sacco ma è presa con intelligenza dal sacco altrui. E che sacco! Ritengo Bertolt Brecht (1898-1956) uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi.
Di seguito riporto la sua “Lode del dubbio”, un componimento poetico che affronta un tema alto usando un linguaggio didascalico, quasi da manifesto.
Brecht è un autore marxista, forse tra i più ortodossi e con le sue parole attacca la cultura e le verità “borghesi”, invitando a dubitare di esse, affinché lo stato delle cose non venga ritenuto immutabile ed inevitabile. L’invito a dubitare è finalizzato a levare il capo ed a non credere più agli oppressori.
Non dimentichiamo che l’oppressione, prima che con la forza e la violenza che controllano i corpi, è fatta con le idee ed il pensiero unico che controllano le coscienze.
Quindi “dubbio” come prima campana che suona e chiama alla “lotta di liberazione”, una lotta che non si fa con armi ed attentati ma recuperando la propria autonomia di pensiero, dicendo a se stessi “mi hanno raccontato per anni che era così, invece NON E’ COSI’”.
Ora, sostituiamo il “comunismo” con “i mercati” e vedremo che IL BISOGNO DI DUBITARE E’ PIU’ FORTE CHE MAI! Il meccanismo del dubbio è sempre necessario e sempre pronto a funzionare, anche quando ci eravamo convinti non essere più in grado.
È ora di smetterla di essere rassegnati all’ineluttabilità del calvinismo - finanzismo, è ora di uscire fuori da questo pensiero unico, è ora di ricominciare a produrre pensiero, è ora di ricominciare ad essere noi stessi. Noi siamo latini e non merdaccia anglosassone e calvinista!
È ora di prendere la parola nella grande faida!!

Ora vi lascio alle parole di Brecht.
La grande letteratura non soffre l’usura del tempo ed il passare delle ideologie.
La grande letteratura sta su (e tiene su) a prescindere.
La grande letteratura è una delle più fedeli testimoni della storia ed una delle più grandi veggenti del futuro.
Buona lettura!

***

Lode del dubbio

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.

Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l'armata salpando,
le navi che tornarono
le si poté contare.

Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell'infinito mare.

Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!
Oh il coraggioso medico che cura
l'ammalato senza speranza!

Ma d'ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!

Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com’era difficile accorgersi
che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno
un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.

Intronato dagli ordini, passato alla visita
d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona,
erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l'uomo
che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo
che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.
Se occorre, tanto peggio per i fatti.
La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con gli orecchi della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano.
Sotto l'ascia dell'assassino
si chiedono se anch'egli non sia un uomo.

Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
La loro attività consiste nell'oscillare.
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.

Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliare ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta!
ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!

mercoledì 27 giugno 2012

Ma ne vale veramente la pena?

Vale la pena ogni mattina di terminare il viaggio dentro il sonno?
Vale la pena di fare i conti con il declino quotidiano e costante del nostro paese vecchio e sclerotico, ammalato di prostata e bronchite cronica?
Vale la pena di spiegare quello che sei senza essere ascoltato?
Vale la pena di prendere la parola nella grande assemblea della vita per spiegare le tue ragioni, che nessuno capirà?
Vale la pena di essere giudicato da un prossimo che nulla ha fatto per conoscerti?
Vale la pena di caricare la propria vita su un automobile per percorrere strade ormai scontate, con parapetti verniciati di banalità?
Vale la pena di provare curiosità per quell’ultima porta che non hai mai aperto?
Vale la pena di vivere non di novità ma dell’attesa di novità?
Vale la pena di dare il meglio di te, sapendo che non andrà mai bene?
Vale la pena di continuare ad essere un fiore, bello o brutto che sia, che sboccia senza essere visto?
Vale la pena di continuare a sorridere a chi ti vuole dare ordini senza aver nemmeno la decenza di cercare di comprarti?
Vale la pena di continuare a sopportare ipocrisie, banalità e vecchiaia d’animo di certi idioti che si sentono realizzati perché hanno un appartamento, una station wagon ed un bambino?
Vale la pena di continuare a frequentare persone che si accontentano, mangiano sterco e si leccano pure i baffi con somma convinzione?
Vale la pena di continuare a frequentare persone di poche pretese tanto nei bisogni quanto nel pensiero?
Vale la pena di sentirsi raccontare di continuo che chi si accontenta gode?
Vale la pena di  stare seduto al bar mentre i due braccianti intellettuali del tavolino a fianco manifestano la loro gioia per una vita fatta di cinque giorni a lavorare come bestie, sabato mattina autolavaggio, notte in discoteca a martellarsi l’animo ed annullarsi i pensieri, domenica alzarsi alle due del pomeriggio e lunedì ricominciare con l’inconsapevole via crucis?
Vale la pena di sopportare il neo papà idiota che si vanta di quanto rutta e scacazza il pargoletto?
Vale la pena di fare da confessore al vecchio rimbambito che ti racconta di come si fotte la pensione coi gratta e vinci e non vince mai una beata fava?
Vale la pena di sentirsi raccontare da qualcuno le sue paure per gli immigrati, i pedofili, il comunismo, l’aumento della benzina, i siti internet porno, l’ennesima influenza suina o aviaria e via morendo in quanto vive di paura.
Vale la pena di sopportare nonni rimbambiti che portano a spasso nipoti più cerebrolesi di loro?
Vale la pena di non prendere a bastonate le minkiomamme che hanno partorito certi bimbominkia?
Vale la pena di non prendere a palate i no global mantenuti e figli di papà?
Vale la pena di sorbirsi i predicozzi sull’umiltà, un modo neanche tanto subdolo per dirti che devi sentirti una nullità.
Vale la pena di accendere la televisione, scorrere settanta canali e scoprire che non c’è nulla da ascoltare perché nessuno ha nulla da dire?
Vale la pena di farsi il sangue amaro per chi è senza speranza?
Vale la pena di condividere la gioia di chi organizza un party per festeggiare un divorzio?
Vale la pena di studiare la storia quando un’intera nazione la ignora e si appresta a riviverla?
Vale la pena di resistere alla voglia di dare fuoco ai bastardi bigotti che fanno gli obiettori contro l’aborto per fare meglio carriera?
Vale la pena di risparmiare certe lingue che meritano solo di essere mozzate per le idiozie e le atrocità che raccontano causa mancanza di corrispondente cervello?
Vale la pena di prestare attenzione alle anime belle dell’ecologismo che per salvare l’ambiente sarebbero pronti ad eliminare l’uomo dalla faccia della terra?
Vale la pena di esserci quando appare l’ennesimo messia che promette di creare il paradiso in terra al modico costo di una crocetta sulla scheda elettorale?
Vale la pena di leggere giornali gonfi di pagine ma inesorabilmente vuoti di notizie?
Vale la pena di credere che un luminoso futuro giustifica un passato di mediocrità ed un presente di vigliaccheria?
Vale la pena di avere delle idee in questo paese per vecchi, dove non c’è gusto ad essere intelligenti?
Vale la pena di essere seri ed affidabili quando l’ignoranza ha espugnato le università?
Vale la pena di sentirsi chiamare “amico” da chi disprezziamo ed è così stupido da non capirlo, nonostante tutti i segnali che abbiamo mandato?
Vale la pena di sapere che la fuori, oltre lo zerbino imperano disarmo, decadenza e mancanza del più elementare senso di se?

Sì, ne vale la pena!! Perché quando scateno selvaggiamente i miei pensieri e sento il cane da battaglia che ringhia dentro me mi sento pieno di una belluina voglia di vivere.
Sì, ne vale la pena!! Perché quando tiro la cordicella e faccio rombare la mia motosega culturale provo qualcosa di simile ad un orgasmo.
Sì, ne vale la pena, perché sento fortissimo il dovere di squadrare dall’alto in basso le piccolezze e provare un disprezzo quasi epico.
Sì, ne vale la pena, perché non ho mai sviluppato l’assuefazione alla mediocrità ed alla pochezza.
Sì, ne vale la pena, perché è più che mai viva in me la capacità di provare indignazione.
Sì, ne vale la pena, perché le mie ideologie me le sono costruite da solo e più di loro amo solo mia moglie.
Sì, ne vale la pena, perché provo passioni fortissime e continuo a non lasciarmi stare.
Sì, ne vale la pena, perché ho fatto piazza pulita di ogni autocensura emotiva e nessuno mi può convincere che non valgo nulla.
Sì, ne vale la pena, perché nelle mie stanze segrete il mondo non entra.
Sì, ne vale la pena, perché il mio mondo non lo cambierei con null’altro.
Sì, ne vale la pena, perché l’anima, i sogni ed i pensieri li sbatto sul tavolo con una divina prepotenza che nasce solo dalla coscienza che vado bene così come sono.
Sì, ne vale la pena, perché l’amore e l’odio sono sentimenti che danno un senso non ad una ma a tre vite una dopo l’altra.
Sì, ne vale la pena, perché ho a fianco chi mi ama e di fronte persone, idee e cose cui vorrei somministrare ferro, fuoco e piombo senza fermarmi mai!
Sì, ne vale la pena, perché in casa mia per chi merita da bere un bicchiere di vino rosso non manca mai.
HO SOLO VOGLIA DI FARMI CONOSCERE DA CHI NON MI VUOLE FAR CAMBIARE!!

martedì 26 giugno 2012

Maccheroni politici da combattimento

Giornalista sine paura
Emilius Fides semper zerbinans
Scarpam et gluteum mirabile leccans

Scribacchinus lacustris
Alexander Gollum mostrum quasi parvente
Cum gaudio semper untus et serviente

Megera mediolanensis
Gomma et silicone plena, arpia Mediolanensis,
Summa politica gaudens cum modibus suburranensis

Coelticus orobicus putrens
Orcus Bergami gastroentero semper explodente
Alitus et tromba semper puteolente

Padanii filii patriarca
Piscis varesinus culturae allergicus
Intelligens sicut meo baldus prepuzius

Mulier smutandata regionalis
Mulier dentaria semper concupibilis
Meretrix lombarda semper disponibilis

Blatta subalpina atrox
Pantegana taurinensis et deficientis
Homo sine dignitate, sed supponentis

Barathierus lardosus
Calaber ciccio cum passione ad  pecuniam
Circulus magicus fregavit Padaniam

Alexander Toscanae marcionis
Straccium pedestris, sindacus Fivizzani
Malo poetaster, rex marrani

Vexillum semper cangiantis
Servilissimus minus habens piduista
miserrimus zerbinus, illo tempore socialista

Gallinella taurinensis
Puella leggiadra sine neuronum
Simpatica sicut in ano peperoncinum

Informatione sine sugextione
Oleosa et striscians vespula Aprutina
Lupa battens sed non in via Tiburtina

Victor Feltrus (non veltrus) bava seminandi
Mastinus Bergami calami velenosa
Orobica Jena semper ossequiosa

Maxima Immoralia
Annos dilapidati latrandum cum rabbia
Padania libera pejus quam scabbia

Idiota Vulgaris Gasparus
Stortis oculis et parva capocciarum
Stoltus etiam per chioscum bibitarum

Magistra sgorbia
Stella Brixiae culturae adversa
Sub magno sasso dispersa,
per actionem neutrinium perversium.

Medium gluteum
Siculus leguleius sine qualitate
Marionetta ducis sine dignitate

Siculia felix
Puella sicula bionda et formosa
Vacuum sub pressio et lacrimosa

Cicciobellum noantribus
Puer romanus cinema et arte amantis
Aeterna politica nunquam captivantis

Cilicium in errato loco
Megera retriva semper sibi frustante
Humilis comoedia sed smaronante

Vetusta schola rubri vexilli
Baffinus arrogantis Apuliae natus,
In Moscovia et Frattocchia politicae educati
Orchides nostri tremendo modo expugnati

Albissimus Lombardiae dux
Leuci nata mascula virgo candida
Purissima vestale sed pecunia rorida

Johannes Romae scandalus
Homo sine intellecto et sine neuronibus
Urbe sommersa per albam impietosam nivem

Quaquaraquam
Faccia sicut stercum et cor semper servilis
Lombricum striscians sine alcuno limitis

Mephystopheles pauperorum
Barbutus et rumpentis in testa militarium brigatarum
Rex balerae cum mulieris scollacciates et scostumarum

Liguris claudicans
Sine meo consenso mihi comprarunt domum
Ego sum sine talento, perfectus per governum

Julius esperante Brutum
Arrogantis et urticantis publicae pecuniae dominus
Per multos annos professor et  semper rumpentis maronos.

Italicum pudorem mactator
Parvus stercorarius venetus sine cerebro et statura
Politica est mea fortuna et aeterna italica jattura.

martedì 19 giugno 2012

L’industria ittica varesina

Potrei raccontare qualunque storia
Invece parlo di pochezza e nulla gloria
Sento forte in me il dovere anzitutto morale
Di fustigare la totale mancanza cerebrale
Grande polo industriale ittico a Varese
Orgoglio infame dell’insubrico paese
Sguazza nella palta il pesce pisello
Missing in action è il  suo cervello
Guizza garrulo e rubizzo il pesce sega
Disarmo a credito e nulla lui si nega
Si pastura sul fondo il pesce mazza
Marrano sublime di eletta razza
Fluido e flessibile il pesce diarrea
Nomen pisces strameritata la nomea
Assai diffuso è il pesce testicolo
Sprovvisto di ogni senso del ridicolo
Ha argento vivo addosso il pesce fallo
Lascio indovinare dove ha un bel callo
Fate largo che arriva il pesce cappella
Gran maschiaccio si fa chiamare Donatella
Si nasconde tra le acque il pesce semolino
Batte in ritirata quando vede un questurino
Grandi gioie ci regala pure il pesce WC
Avanti coi tempi si butta proprio lì
Legioni di fans ha il pesce sterco
Alito fognato ed amante dell’alterco
Non trascuro certo il pesce lucciola
Se lo becco lo apro con la roncola
Non posso trascurare il pesce ganassa
Eroe acquatico di ignoranza crassa
E poi come tacere del pesce fogna
Adesso ridotto a collaudator di gogna
Ma che fascino che ha il pesce letame
Vanto immortale dell’insubrico reame
Tutto dalla trota ha avuto fine ed inizio
Erano i grandi pesci onesti e senza vizio
Grande vanto della migliore ittiologia
Per mille anni piangeremo di dissenteria
Contro il sistema eran i pesci fracassoni
Finiti a pasturare con barattieri e framassoni
Cosa scorgo in lontananza sull’orizzonte marino
Un pesce mai visto che sia un laido clandestino
Si avvicina deciso, marmoreo e ben chiodato
Ha ben chiaro dove finisce il suo turgido mandato
Attenzione insubrici non è quello un pesce mulo
Accoglietelo a 90 è lo SQUALO PADULO

Dubinatraz - Allargamento del portafoglio servizi

Dopo 2 mesi di sospensione delle esecuzioni capitali  causa lavori di ristrutturazione, presso il carcere di Dubinatraz sono finalmente riprese a pieno ritmo le attività di smaltimento dei pendagli da forca. Il portafoglio servizi è stato allargato, con aggiunta di nuove modalità di esecuzione.

Il nuovo raggio della morte è ora in grado di fornire ogni modalità di esecuzione capitale: fucilazione, sedia elettrica, impiccagione, garrota, impalamento, decapitazione, vergine di Norimberga, gas, incaprettamento, lapidazione, squartamento, bollitura, botte di Attilio Regolo, poena cullei, crocifissione e affogamento”, dichiara il Direttore Uguccione Ghigliotti Cainozzi.

 Abbiamo implementato un sistema denominato FORCA TOTALE(certificato da Det Forke Veritas) basato sulla gestione industriale delle esecuzioni (accettazione ed assessment del pendaglio da forca, stoccaggio, calendarizzazione dell’esecuzione, esecuzione vera e propria, smaltimento dei residui. Tutto è basato sulla totale tracciabilità di filiera. Non si può infatti fare diversamente, visto che facciamo forca in outsourcing per ben 522 clienti nazionali ed esteri. Qui da noi eseguiamo mediamente circa 30 sentenze capitali al giorno. Se non fossimo organizzati in tal modo, correremmo sempre il rischio, tutt’altro che calcolato, ad esempio, di applicare l’impiccagione dove ci  è stata ordinata la lapidazione e viceversa. E ciò non sarebbe assolutamente ammissibile per dei professionisti del patibolo come me ed i miei boia”, prosegue Ghigliotti Cainozzi.

Noi vogliamo sempre essere al passo coi tempi, perché siamo l’eccellenza assoluta nel campo delle esecuzioni. Dateci un pendaglio da forca e noi ve lo sistemiamo in via definitiva, senza strascichi e reclami da parte dell’interessato. Del resto, i nostri boia fanno formazione continua, ovviamente sul campo”, conclude Ghigliotti Cainozzi.

lunedì 18 giugno 2012

(speriamo che non crescano) Piccole donne della libertà

Folgorante meretrice odontoiatrica
Ninfa d’età poco più che pediatrica
Grande competenza in igiene dentale
Enorme trasporto al servizio orale
Al satiro immolatasi con voluttà
Preclaro esempio di femminile dignità

Gran valletta dal fisico prorompente
In parlamento con effetto deprimente
Al capo ha fatto vorticar la testa
Legittima consorte che va in ira funesta
Tante opportunità avute da ministro
Sguardo pallato dall’effetto sinistro

Leggiadra fanciulla piemontese
Di lei tutta Italia fa le spese
Vacuità eretta a solido sistema
Perfetto prodotto per nazione scema
Averla come rappresentante che goduria
Prova lampante del pensiero in penuria

Avvocatessa con esame superato a Catanzaro
Per credere a lei devi esser un cazzaro
Contro la cultura ha condotto gran battaglia
Vuoto ben vestito ne avevamo avvisaglia
Feroce arpia ben camuffata da maestrina
Ci voleva ridurre ad elemosinar la minestrina

Bambinetta viziata in camicia nera
Della sua pochezza è certo fiera
Faro luminoso guida della gioventù
Anticonformista nell’esser servitù
Amazzone di cartone finta rivoluzionaria
Fraschetta mutevole pupetta reazionaria

Valchiria bresciana già agricola lombarda
Vien dalla destra una volta dinamitarda
Non poter restare a far danni in regione
Bisognava funestare tutta la nazione
La sua attività sta in due fogli di quaderno
Però il vitalizio è acquisito ab aeterno

Lei ha nome pari a grande scultore
Piccolo in lei il senso del pudore
Pure ministro per l’Europa l’hanno fatta
Così all’estero l’immagine poi schiatta
Non so cos’altro scrivere di lei
Adesso disperato scappo nel Brunei

Veniamo ora alla rossa pesciarola
Vanto della meglio bottega brianzola
Eroina della protezione del povero animale
Noi esposti a tale meschina rovina epocale
Si desse una volta alla protezione del volatile
Che dia prova in tutto del suo essere versatile

Verace bionda venerante il nonno testone
Repetita non juvant che piaga per la nazione
Sguaiata da mercato ruspante popolana
Vive in un’eterna sceneggiata napoletana
Modi di fare da pittoresca stracciarola
La paghiamo noi per far la caciarola

Ecco a voi la soave bionda ambientale
Aver lei ministro è il massimo del male
L’abbiamo vista frignare in parlamento
Pensa noi che sopportiamo quel tormento
Che ce la sorbiamo sono ormai 18 anni
Speriamo ci sia un limite ai suoi danni

Avanti con la rocciosa antiabortista
Che ognuno fa esser antifemminista
Bocca piena di valori odore di sacrestia
Retorici discorsi e lezzo di ipocrisia
Dacci un taglio coi tuoi valori familiari
Nella tua testa ci sono pochi fari