giovedì 31 maggio 2012

Pecunia senza vessillo

Sono il soldo senza patria ne bandiera
Padre perverso di questa nuova era
Mio padre è l’orco di Ginevra
Persona da pietà del tutto scevra
A Ginevra da uno stupro sono nato
Coi padri pellegrini mi sono allargato
Abito al centro in via del muro
Ingoio e poi sputo il tuo futuro
Come godo a ingoiare ogni confine
Sono più promiscuo di certe donnine
Nel grande casino mi gioco le vostre vite
Vi compro tutti con le mie promesse infinite
Sono l’unico metro ammesso per la realtà
Mi faccio scudo di tantissime viltà
Colpisco ben più duro del terremoto
Sono la faglia che lascia zero al quoto
Gioco con le nazioni come fosse risiko
Io strappo l’anima e poi divoro il fisico
Sono prostituta senza bisogno di lupanare
Un serial killer che non deve sbudellare
Sono cane rabbioso senza alcuna bava
Faccio scempio da Londra a Giava
Sono un demone senza zolfo e non cornuto
Ti seduco bene prima di lasciarti muto
Ho mille colori nessuno è quello vero
Guido la processione sul volto il velo nero
Sono la morte ma non mi serve falce
Intere nazioni cosparse di viva calce
Mi nutro di sangue come e più di Dracula
Sono ben vestito e l’innocua voce querula
Adoro l’odore e la bellezza della carne
Della vostra storia millenaria non so che farne
Esco come una iena dai palazzi delle banche
Mi spalmo come catrame sulle vostre membra stanche
Quando mi ritiro mi porto dietro la vostra pelle
SONO LA MILIONESIMA INCARNAZIONE DELL’ANGELO RIBELLE
Di Giovanni Calvino sono il figlio prediletto
Della sua lorda dottrina sono il frutto maledetto

mercoledì 30 maggio 2012

Cipolle allucinogene

Cipolle allucinogene che fan piangere la Fornero
Cipolle allucinogene che smascherano il meglio clero
Cipolle allucinogene alito pesante di un paese
Cipolle allucinogene un popolo intero che paga le spese
Cipolle allucinogene grosse carote lisergiche
Cipolle allucinogene membra una volta energiche
Cipolle allucinogene enigmi e verze sclerate
Cipolle allucinogene da tempo manca l’estate
Cipolle allucinogene curiose rape deliranti
Cipolle allucinogene adoratori di cantanti
Cipolle allucinogene pannocchia paranoica
Cipolle allucinogene aristocrazia pseudo eroica
Cipolle allucinogene un porro alcolizzato
Cipolle allucinogene orgoglio atrofizzato
Cipolle allucinogene cavolfiore psicopatico
Cipolle allucinogene potere mai empatico
Cipolle allucinogene zucchine senza equilibrio
Cipolle allucinogene cronache di pubblico ludibrio
Cipolle allucinogene feroci carciofi da battaglia
Cipolle allucinogene sordi ad ogni avvisaglia
Cipolle allucinogene ravanelli senza coscienza
Cipolle allucinogene un popolo che vive senza
Cipolle allucinogene grosse patate piene di boria
Cipolle allucinogene sbandiamo sulle curve della storia
Cipolle allucinogene misteriose cicorie traditrici
Cipolle allucinogene una nazione che premia meretrici
Cipolle allucinogene brillante lattuga infingarda
Cipolle allucinogene spezzatino di vita bugiarda
Cipolle allucinogene sotterraneo aglio mistico
Cipolle allucinogene mai il coraggio di esser caustico
Cipolle allucinogene albicocche senza alcuna vergogna
Cipolle allucinogene uno squarcio in fondo alla menzogna
Cipolle allucinogene fragole scostumate da marciapiede
Cipolle allucinogene arrestiamo il tritacarne della fede
Cipolle allucinogene pere scappate dal manicomio
Cipolle allucinogene apri le porte del gerontocomio
Cipolle allucinogene prugne gialle da combattimento
Cipolle allucinogene scommettiamo un cent sul rinascimento
Cipolle allucinogene mele da un albero proibito
Cipolle allucinogene smettila di pensarti già finito
Cipolle allucinogene pesche senza alcuna certezza
Cipolle allucinogene un colpo di reni per salvare la bellezza
Cipolle allucinogene limoni gialli come il sole
Cipolle allucinogene riprendiamoci le nostre parole
Cipolle allucinogene arance che sfondano il muro
Cipolle allucinogene riprendiamoci il futuro
Cipolle allucinogene ciliegie con la memoria corta
Cipolle allucinogene adesso sfondiamo anche la porta
Cipolle allucinogene uva che dilaga in ogni dove
Cipolle allucinogene ADESSO ABBIAMO LE PROVE!

Novate Mezzola (SO). Apertura della BANCA CALVINISTA DELLA VAL CODERA

È stata inaugurata ieri a Novate Mezzola la prima filiale della BANCA CALVINISTA DELLA VAL CODERA (BCVC). L’istituto di credito è stato fondato da un gruppo di calvino-finanzisti di New York rifugiatisi a Novate in quanto alcuni militanti di Occupy Wall Street avevano fatto chiaramente intendere di volere la loro pelle per foderarci dei divani (naturalmente previa sodomizzazione da parte di una mandria di stalloni appositamente portati dal Wyoming). Presidente ed Amministratore Delegato della Banca è stato nominato Simon Reto Giovanoli, un militante anticattolico pescato casualmente in una fumeria d’oppio della Val Bregaglia.

La vera questione è quella di garantire maggiore libertà di scelta ai cittadini di Novate. Perché continuare a farsi turlupinare sul classico mercato bancario italiano, facendosi sballottare tra finanza cattolica, finanza laica e finanza rossa. Provate la finanza calvinista, antipapista ed anglosassone. Garantisco che non siamo da meno, possiamo farvi molto male pure noi e ridurvi sul lastrico senza che nemmeno ve ne accorgiate!”, dichiara Giovanoli.

La nostra mission è essenzialmente quella di raccogliere il risparmio di famiglie, pensionati, agricoltori, piccole imprese, artigiani e commercianti ed investirli in prodotti finanziari derivati, altamente remunerativi per la banca. E poi la faremo finita con questa storia trita e ritrita delle banche che devono contribuire allo sviluppo del territorio, una panzana curial-vaticana senza alcun senso. L’unico vero sviluppo è quello dei margini di intermediazione della banca e della quotazione delle sue azioni. Ma il vero prodotto di punta è quello basato sullo svuotamento dei conti correnti dei defunti e conseguente acquisizione delle somme di denaro per la scalata di banche domiciliate in paesi off shore, seguendo la via magistralmente tracciata da Gianpiero Fiorani, un calvinista mancato, un uomo che, a volergli proprio trovare un difetto, era troppo avanti rispetto alla maturità della comunità finanziaria italiana ”, prosegue Giovanoli.

Il sistema bancario e finanziario italiano ha bisogno di una robusta iniezione di calvinismo-finanzismo. In proposito, posso garantire che nel rifilare siringate non siamo secondi a nessuno. E poi, da veri liberisti, non vediamo perché la finanza spazzatura debba essere monopolio solo di banche bianche o laiche. Anche noi vogliamo dire la nostra”, conclude Giovanoli.

martedì 29 maggio 2012

“Ultima pompa a Pontida” - La Sega nord gira un film porno per autofinanziarsi

Fonti ben informate ed introdotte negli ambienti che contano (alcuni night dell’alta val Seriana) hanno reso edotta Pasquino Pinzocheri Press Agency circa la decisione del Con(s)iglio federale della Sega nord di produrre e commercializzare un film porno per autofinanziare le attività del movimento (coerente, visto che di Sega trattasi).

I recenti scandali hanno pesantemente impattato sulle finanze del movimento. Dovevamo quindi trovare un modo di fare cassa, e, considerato che le doti intellettive di militanti e dirigenti non sono tali da consentire iniziative che richiedano capacità di ragionamento, abbiamo optato per girare il film ULTIMA POMPA A PONTIDA. I militanti e le militanti si sono mostrati subito entusiasti ed hanno fatto la fila al casting. Del resto, la nostra tradizione politica è saldamente radicata nel ragionare e decidere usando quello che abbiamo sotto la cintola. Le riprese inizieranno a Pontida il prossimo 10 giugno. Alla penuria si risponde con il pene”, dichiara il receptionist del night.

Il film è diviso in episodi
  1. Doppie penetrazioni federali innaturali (un gruppo di capienti donzelle subalpine infiocinate per ogni dove da Borghezio e Cota)
  2. Secession lesbo chic (con Monica Rizzi e Rosi Mauro)
  3. Lo spadone della Valseriana (nostrane e nerborute femmine prepuberi sedotte a forza di rutti e flatulenze e poi possedute da Calderoli)
  4. Orgia federale su quel ramo allupato del lago di Como (bestiale ammucchiata celtico-lacustre con ogni genere di promiscuità, sotto la sovrintendenza del rovente Sen. Castelli)
  5. Il turgido omino Michelin ovvero il sudicio padano sugnato (Belsito che possiede 36 ragazze senza soluzione di continuità)
  6. Mamma non ricordo dove ho parcheggiato il pisello (l’educazione sessuale del Trota)
  7. Vita di un enfant prodige ovvero faccio carriera col cannello (ascesa e caduta di Reguzzoni coniugato Speroni)”,
prosegue il prosseneta orobico.

Il film verrà prodotto in 100mila copie, che venderemo nelle feste, ai gazebo ed alle grandi adunate di Pontida e Venezia. La nostra fatica cinematografica ha anche un valore semiologico: da anni ci dicono che siamo un partito del c…; ora abbiamo validato ex post tale affermazione. Noi siamo padani seri ed affidabili, non ci piace che si raccontino storie infondate su di noi”, conclude il confidente-gola profonda (non a caso).

lunedì 28 maggio 2012

(infame) Autocelebrazione del calvinismo-finanzismo

Io sono il calvinismo-finanzismo
Stermino ciò che è scampato al marxismo-leninismo
Io impacchetto titoli ed azioni
Con un click cancello intere nazioni
Io mastico finti anticonformisti
Ne faccio i miei migliori sistemisti
Io non sopporto differenze ed identità
Sono la via più breve per la finta libertà
Io non ho bisogno di minare il Partenone
Mi mangio la Grecia in un solo boccone
Io non mi fermo davanti al rosso della Spagna
Il toro nulla può se gli mando contro iena e cagna
Io senza cannoni rado al suolo il Portogallo
Quando sventro una nazione per me è solo sballo
Io non lascio nulla in piedi in terra d’Irlanda
Dove passo io non resta che desolata landa
Io voglio fare scempio dell’Italia intera
Non posso sopportare un popolo che lotta e spera
Io sono la crema di America ed Inghilterra
Sono più letale delle peggio armi da guerra
Io sono l’essenza della cultura anglosassone
Sul resto del mondo mi scateno come Persefone
Io faccio scempio senza cannoni ne missili
Mi basta una speculazione sui combustibili fossili
Io sono lo stadio terminale della finanza
Distese di croci come palco per la mia danza
Io semino l’orrore senza usare gas o bombe
Dove passo io c’è posto solo per le tombe
Io faccio dilagare la paura dell’islamismo
Distolgo l’attenzione dallo strisciante monetarismo
Io odio più del comunismo il pensiero keynesiano
Vomito all’idea che lo stato ci metta la sua mano
Come il comunismo sono religione e teologia
Il pensiero unico è la mia sola strategia
Io adoro certi tipi di rutilante trasgressione
Innocue deviazioni che nascondono l’omologazione
Io respiro utili, mangio dividendi, bevo plusvalenze
Non mi curo quando spargo oceani di sofferenze
Io mi spavento davanti a STORIA e NAZIONE
Mi sento soffocare senza l’OMOLOGAZIONE
Io ho paura di fronte a LINGUE e colori accesi
Non capisco perché esistono POPOLI e PAESI
Io temo più della morte i popoli che prendono coscienza
Mi terrorizzano gli uomini animati dal senso della differenza
Io tremo di terrore davanti all’IRRIDUCIBILE
Ciò che non domino mi sembra ILLEGGIBILE
Io sono Calvino coi piedi d’ARGILLA
L’altrui senso di se MI DISSANGUA STILLA A STILLA
Io lo so bene che alla fine per me sarà sconfitta
Ma non mi rassegno ad una sorte già tutta scritta
Io so come riempire il tempo che mi resta
So come organizzare la prossima tragica festa
Io sono figlio di Calvino, Knox e Lutero
Con zolfo e oro ordino il mio bestiale clero
Io sono orgogliosamente la BESTIA IMMONDA
Mi diverto a spargere dolore onda dopo onda
Io sono il NEMICO del genere umano
Sono segale cornuta non certo GRANO
Una volta insidiavo il tallone di MARIA
Adesso colpisco con la prossima CARESTIA

Il (sub)Comandante Toscanello

Lunga vita al sub comandante Toscanello
Che a Morbegno fa il brutto e pure il bello
Mirabile sintesi di cattolicesimo e marxismo
Preclaro esempio di squisito cerchiobottismo
Leader ecumenico, integerrimo e solidale
Profeta ispirato della compliance ambientale
Angelo candido, luce per gli occhi della bassa plebe
Capace di convincere, quasi come fosse mamma Ebe
Tra istituzioni ed oratorio ha fatto la fusione
Che bello far del bene se paga Pantalone
Assai facile esser gay con le terga altrui
Le sue ideologie ci riportano i tempi bui
Produrre sottosviluppo per salvare il pianeta
Diamo retta a lui e la catastrofe è completa
Estinguiamo il genere umano per salvar la terra
Certi cervelli fan più danni di trentennale guerra
Sulla città si stende infido un sudario
E lui foraggia l’ambientalismo mercenario
Verdi a tassametro ad ingrassare ben decisi
Tanto paghiamo noi a dispetto della crisi
Preghiamo ferventi nostro signore dell’ipocrisia
Che la sua beneficienza non sia per noi soverchieria
Quando girano in auto le signore stanno attente
Più multe uguale più progetti per l’ambiente
Quando guidano gli uomini han paura
Più multe uguale budget per i verdi di ventura
Toscanello della nostra pazienza hai fatto strame
Perché non te ne vai a pascolare il bestiame
Sai com’è sostenibile spalare il letame
Sai come respiriamo a saperti fuori dal reame
Altro che dirmi mi illumino di meno
Vattene in stazione e salta sopra un treno
Credici davvero, non sentiremo la tua mancanza
Stai tranquillo, senza di te saremmo già in vacanza

domenica 27 maggio 2012

Catastrofi (in)naturali morbegnesi

In questi giorni siamo tutti rimasti stupiti per il sisma che ha colpito alcune aree dell’Emilia. Mai avremmo pensato che quelle zone potessero essere colpite da una simile calamità naturale. Ed è proprio la bassa probabilità di un evento che ci lascia basiti quando si verifica.

Io che mi trovo a vivere a Morbegno (SO) devo invece fare i conti da anni con uno stato di calamità (in)naturale a bassa intensità, ma non per questo meno pericolosa, strisciante, perniciosa, che ti lavora ai fianchi. Una scossa che fa tremare la terra una volta esaurita lascia danni, anche tanti, ma è un evento spot, che poi ti lascia spazio e voglia per ricominciare. Invece noi soffriamo di catastrofe continua, lenta, una sorta di malattia neurodegenerativa collettiva, una sorta di obnubilamento culturale e sociale.  

IL MARXISMO HA SEMINATO VITTIME ED ORRORI MA, PER ASSURDO, SI FA PREFERIRE ALLA SINISTRA RADICAL CHIC, ECOLOGISTA, POLITICALLY CORRECT, IMPREGNATA DI IPOCRISIA, INCENSO E SACRESTIA. E’ sempre così, la storia si presenta sempre due volte: prima come tragedia e poi come farsa. Attenzione però: TROPPI ANNI DI FARSA SONO COME UN AVVELENAMENTO DA DIOSSINA, uccidono sul lungo periodo e si trasmettono ai nostri figli. Non sono meno pericolosi del dramma, della bomba, dello schianto, anzi sono subdoli ed agiscono sotto traccia.

Sia chiaro, a scanso di equivoci, non voglio mancare  di rispetto alle vittime del sisma emiliano, ai loro congiunti ed alla popolazione. Voglio solo dire che un lento declino, farcito di ideologie ed ipocrisie non fa meno male di una catastrofe naturale. Siamo rosicati dentro da un lungo Tramonto e su di noi è piombato l’uragano Efrem. E SE FACESSIMO CAMBIO CON NEW ORLEANS??

(poco) Innocenti evasioni

Evade chi usa il giratubi
Il suo nero lo misuri a metri cubi
Evade chi alle auto toglie il bozzo
Froda il fisco come mangiare un maritozzo
Evade chi spella cavi e fili
Il nero lo fa a chili e chili
Evade chi cuce camicie e giacche
Niente ricevuta e sulle spalle due pacche
Evade l’omino che posa le piastrelle
Per questo dice che le tasse sono belle
Evade chi sforna pizza, brioches e pane
Di tasse ne paga molte più il suo cane
Evade chi fa andare intonaco e pennello
Di far fattura mai gli passa dal cervello
Evade chi posa grondaie e pluviali
Per lui il fisco è il peggior dei mali
Evade l’artista di malta e cazzuola
Il modello Unico lo fa con la mazzuola
Evade chi fa il monumento funerario
Le esequie lui le fa all’erario
Evade chi ci taglia barba e capelli
Loro col fisco son poveri ma belli
Evade chi mette fa il trucco alle signore
Dell’Agenzia Entrate prova sacro orrore
Contro i fascisti la resistenza partigiana
Contro il fisco la resistenza artigiana
Non sarà che la tremenda profezia Maya
Riguardi per caso la resistenza bottegaia??

Piccoli fiori sulle strade di Morbegno

Piccoli fiori infestano le nostre strade
Specie vegetale che per ora non cade
Piccoli fiori torturano gli automobilisti
Per dare budget ai mercenari ambientalisti
Piccoli fiori sintomo di decadenza
Segno di crollo del senso di decenza
Piccoli fiori per farci sentire servi
Loro cacciatori e noi i cervi
Piccoli fiori che soffocano i cittadini
Con prepotenza, verbali e fervorini
Piccoli fiori ci spremono con infami agguati
Loro sono il potere e ci vogliono prostrati
Piccoli fiori, talebani in uniforme
Un cucchiaio di potere con presunzione enorme
Piccoli fiori per ora incutono timore
Nulla è eterno se non il civico furore
Piccoli fiori piombati dalla Valmasino
Con due calci farà ritorno l’asino
Piccoli fiori, prodigio di infame piccolezza
Non disperate amici, porremo fine alla schifezza
Piccoli fiori, pagati con le nostre tasse
Cani rabbiosi partoriti da menti basse
Piccoli fiori al servizio del potere ecologista
Ma noi sappiamo chi sarà il primo della lista
Piccoli fiori che giocano a fare il Duce
Ma verrà il tempo per riaccendere la luce
Piccoli fiori dai colori spaventosi
Ma adesso basta con l’essere ossequiosi
Piccoli fiori dal profumo orrendo
Faremo piazza pulita al popolo piacendo
Piccoli fiori, c’è sempre un giudice a Berlino
La forza del diritto per non piegarsi a zerbino
Piccoli fiori troveranno il diserbante
Verrà il giorno del popolo esultante
Piccoli fiori, il pesce puzza dalla testa
Alla fine del Tramonto arriverà la festa

sabato 26 maggio 2012

Stato di diritto e potere - Il termometro che misura la libertà

Testo di un articolo apparso sulla rivista Sei in Valle - http://www.seiinvalle.it - che mi pare di grande interesse e spunto di riflessione. L'autore non è per nulla amante di blog e social network, gli ho "estorto" il testo con una scusa e credo che non farà salti di gioia se venisse a sapere che ne ho fatto un post di un blog. I concetti che esprime mi sembrano però più attuali che mai, per questo corro il rischio dei suoi fulmini. Buona lettura!!

* * *
Chi di noi non ha in cuor suo mandato una trucida maledizione al vigile urbano che gli ha appioppato una multa perché ha parcheggiato dove c’è il cartello di divieto di sosta? In quel momento pensiamo “che bello se non esistessero il vigile urbano ed il codice della strada”. Sbollita la grassa arrabbiatura, a mente fredda, ci rendiamo conto che la circolazione stradale diverrebbe immediatamente difficile, pericolosa ed infine impossibile.
Divertiamoci ora con il lessico giovanilistico e gridiamo a pieni polmoni: “non vogliamo più il codice penale, i Caramba e la Pula, così possiamo imbrattare il sottopasso della stazione e ci rolliamo una canna in santa pace ai giardinetti”. Anche qui, esaurita la sbruffonata da adolescenti con l’acne, ci accorgiamo che se fosse così, ogni individuo sarebbe, se lo volesse, libero di rubare, uccidere e stuprare senza essere punito. La nostra società sarebbe vittima di una duplice spinta alla disgregazione. Innanzitutto, ognuno di noi sarebbe libero di pensare “se il mio vicino ruba, uccide e stupra e non lo puniscono, allora lo faccio pure io”, agendo poi di conseguenza. In seconda battuta, una società incapace di tutelare coloro che sono vittima del crimine e dei comportamenti devianti sarebbe una sorta di “giungla” dove a farla da padrone sarebbero i più forti e prepotenti. E chi volesse giustizia dovrebbe ricorrere a vendetta e legge del taglione, avviando interminabili e sanguinose faide.
Nessuna società si sviluppa in armonia senza regole e senza istituzioni che le fanno rispettare, sanzionando eventuali trasgressori. L’anarchia è un’utopia che può affascinare a livello teorico ma è foriera, a livello pratico, di enormi turbamenti della vita sociale.  Quindi: assenza di potere ad autorità uguale negazione di ogni forma di vivere civile.
Il punto non è quindi “potere sì o no” ma “uso corretto del potere”, ovvero “stato di diritto”. Un filo rosso lega l’evoluzione di molte società: è la creazione di regole tali da limitare gli arbitri e gli abusi delle autorità sui cittadini. In uno stato di diritto si crede che la libertà sia un valore supremo da tutelare e ci si munisce di strumenti giuridici che perseguono quel fine. I pilastri giuridici sono essenzialmente tre: la costituzione, il diritto processuale penale e le norme che disciplinano l’operato degli organi di polizia.  Ai giorni nostri, nelle grandi democrazie, queste regole sono formalizzate, scritte nei minimi dettagli e contenute in costituzioni formali e codici.
È però interessante un breve excursus storico per conoscere le prime forme embrionali, di certo imperfette ma assai importanti, di queste norme, che possiamo chiamare “prove tecniche di stato di diritto e di tutela delle libertà”. Il 12 giugno 1215 il re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto, in cambio della rinnovata obbedienza dei suoi baroni, ad una serie di concessioni, contenute nella “Magna Charta”. Tra i fondamentali contenuti: la garanzia, di non poter essere imprigionati senza prima aver sostenuto un regolare processo, il principio di proporzionalità della pena rispetto al reato commesso, il principio della legittima resistenza all'oppressione di un governo ingiusto, l'integrità e libertà della Chiesa.  
Nel 1679 il parlamento inglese emana lo Habeas Corpus Act. Si definisce “Habeas Corpus (in latino "che tu abbia il corpo") l'ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto. Tale provvedimento giudiziario stabilisce il diritto di una persona di ricorrere al giudice per difendersi dall'arresto illegittimo, proprio o di un altro individuo. L’Habeas Corpus è stato, ed è tutt’oggi, un asse portante nella salvaguardia della libertà individuale contro l'azione arbitraria dello stato. Sancisce infatti un principio fondamentale: la limitazione della libertà personale non può basarsi solo su di un provvedimento di polizia, vale a dire un atto amministrativo e di imperio del governo, ma dev’essere valutata da un giudice, che può convalidare o meno il provvedimento restrittivo. Nell’ordinamento italiano attuale il diritto di Habeas Corpus è riconosciuto dal Codice di procedura penale (tramite gli istituti del riesame o appello e della convalida dell'arresto) e dalla Costituzione.
Sempre il parlamento inglese, nel 1689, approva il “Bill of rights”, senza dubbio un’architrave del sistema costituzionale del Regno Unito. Tra l’altro, erano previsti: la libertà di parola e discussione in Parlamento, libere elezioni per il Parlamento, il divieto per il re di perseguitare i suoi sudditi per motivi religiosi. Con il Bill of rights finalmente la storia si curva, per imboccare la strada che trasformerà i sudditi in cittadini, rendendoli titolari di diritti e di libertà garantiti.
Il 26 agosto del 1789, sei settimane dopo la presa della Bastiglia, viene emanata la “Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino”, un testo giuridico che ha ispirato molte altre costituzioni ed ha contribuito a diffondere in tutta Europa i valori dell’89. A livello di principi supremi, si completa e consolida in modo irreversibile la trasformazione dell’uomo comune da suddito (oggetto del diritto) in cittadino (soggetto attivo di diritto). Per questo motivo, ancora oggi, si parla di “magistero francese”.
In primis è solennemente enunciato il principio di uguaglianza tra tutti gli esseri umani, seguito dall'elencazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell'uomo: libertà della persona, della proprietà, della sicurezza e resistenza all'oppressione. È poi statuito il principio di sovranità democratica, in forza del quale "il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione". Oggi sembra scontato, a quel tempo assai meno, in quanto i sovrani, in forza degli assunti filosofici e giuridici dell'Ancien Regime, regnavano per diritto divino. Il rapporto tra stato e cittadino è ormai delineato: la legge penale non può più essere retroattiva, deve essere determinata in modo univoco e sottratta alle interferenze del potere esecutivo. Non solo, è stabilito l'altrettanto fondamentale principio della presunzione di innocenza dell'imputato. Sono poi dichiarate le libertà di opinione, di espressione e di culto, stabilendo in tal modo non solo la libertà del cittadino ma anche la laicità ed aconfessionalità dello stato. Grande civiltà giuridica risiede anche nel principio tale per cui tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva (senza più esenzioni dal pagamento delle imposte per il clero ed i nobili).
Fondamentale è anche il superamento dell’antica suddivisione nei 3 Stati,  garantendo a tutti i cittadini il diritto di ricoprire cariche pubbliche.
È di lampante ed imprescindibile evidenza che i quattro atti giuridici sopra illustrati sommariamente non sono “documenti polverosi” poiché è anche grazie ad essi se oggi abbiamo la nostra Costituzione repubblicana e, superando i confini nazionali, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Stato di diritto significa “garantismo”. Per questo, il nostro sistema giudiziario si fonda su alcuni principi basilari, tutti a tutela di chi è sottoposto ad indagine penale. Innanzitutto l’imputato è ritenuto innocente, e come tale va trattato, sino a condanna definitiva.
La previsione dei tre gradi di giudizio consente di rimediare ad eventuali errori giudiziari.
Le disposizioni che regolamentano la formazione e l’ammissione degli elementi probatori in giudizio fanno sì che per condannare qualcuno non solo servono le prove, ma queste devono essere raccolte con modalità ben precise e codificate dalla legge.
Altro principio fondamentale è “in dubio pro reo”, ovvero se le prove emerse a carico dell’imputato non dimostrano in pieno la sua colpevolezza non lo si può condannare.
La revisione del processo può essere chiesta dal condannato se, una volta passata la sentenza in giudicato, emergono elementi a sua totale o parziale discolpa. Per contro, non può esservi revisione a sfavore di chi è stato prosciolto (ovvero, a fronte di un’assoluzione passata in giudicato, non è possibile processare nuovamente e condannare l’ex imputato, anche se emergessero pesanti prove di colpevolezza, ivi compresa la sua confessione).
La detenzione in attesa di giudizio, comunque disposta dal giudice in forza del principio di Habeas Corpus, è possibile solo in determinati casi (rischio di reiterazione del reato, pericolo di fuga o possibile inquinamento delle prove).
Garantismo è oggi una parola usata ed abusata. Chiariamolo subito: garantismo significa che il cittadino ha una serie precisa di diritti quando è sottoposto a procedimento penale, non che si possono contestare la legittimità del giudice e del processo. Del resto, è la Costituzione a stabilire che “nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge” (art. 25). Comunque, sempre a tutela dell’imputato, è presente nell’ordinamento l’istituto della “legittima suspicione”, in forza del quale è possibile, ove ricorrano certi presupposti, richiedere la ricusazione del giudice od addirittura il trasferimento del processo presso altra sede giudiziaria. Il nostro sistema giudiziario evidenzia una serie di malfunzionamenti, cui si deve assolutamente porre mano ma non manca certo di garantismo. Non vi è infatti alcun dubbio circa il fatto che nell’ordinamento penale italiano siano rispettati i seguenti requisiti: nessuna pena senza reato (cd. retributività della pena); nessun crimine senza legge (principio di legalità); nessuna legge penale senza necessità (principio di economia del diritto penale); nessuna necessità della legge penale senza lesione (principio di offensività); nessuna lesione senza azione (principio di esteriorità dell’azione penale); nessuna azione senza colpa (principio di colpevolezza); nessuna colpa senza processo (principio di giurisdizionalità); nessun processo senza accusa (principio accusatorio); nessuna accusa senza prova (principio dell’onere della prova); nessuna prova senza difesa (principio del contraddittorio).
Se la giustizia non funziona, o funziona male, è un problema di uomini, di risorse ed organizzazione degli uffici giudiziari. Ed è a questi aspetti che si deve porre mano, non agli strumenti giuridici. I più autorevoli conoscitori della dottrina giuridica italiana non si stancano di ribadire che i codici sono mirabili tanto nell’architettura quanto nel funzionamento e non occorre porvi mano con modifiche normative estemporanee. Sono orologi svizzeri di cui non bisogna alterare i meccanismi inserendo bulloni da ferrovia.
Se mancasse il garantismo, i processi penali si concluderebbero tutti con la condanna dell’imputato ed i magistrati giudicanti si risparmierebbero ogni fatica nel motivare le sentenze, basterebbe loro infatti un semplice “copia - incolla” della requisitoria del pubblico ministero. Ma storia e cronaca dimostrano che non è così.
I nostri media abbondano di notizie di cronaca giudiziaria, spesso riferita a fatti di sangue che creano forte sconcerto nell’opinione pubblica. Assistiamo perciò a dibattiti dove persone, del tutto prive della benché minima competenza giuridica, dicono la loro su crimini orrendi, contribuendo a creare nell’opinione pubblica un clima di emotività, il cui unico risultato è quello di portare l’uomo della strada a chiedere immancabilmente l’ergastolo, se non addirittura la forca, per l’indagato di turno. Poi magari l’indagato finisce assolto, talvolta in istruttoria, senza nemmeno arrivare al rinvio a giudizio. Viene proprio spontaneo dire: “per fortuna  che i processi si fanno nei tribunali e non dalla parrucchiera, nei bar o nella sala d’aspetto del medico ! ”. Fortunatamente esiste lo stato di diritto, che si preoccupa di trovare il giusto equilibrio tra i diritti del cittadino e la necessità di perseguire i comportamenti devianti, forieri di allarme sociale. Per fortuna che esiste un ordinamento giuridico che, dovendo scegliere tra il rischio di mandare assolto un colpevole e quello di condannare un innocente, corre il primo rischio, mettendo in conto gli strali dei forcaioli, che discettano di ciò che non conoscono, tra una coda alle poste ed un’attesa dell’ennesimo treno in ritardo.
Un ultimo argomento: negli ultimi tempi si è molto discusso di quanto il nostro fisco sia non solo esoso ma anche vessatorio nei confronti del contribuente. Ebbene, in forza di norme specifiche, spesso il fisco si rapporta col contribuente in questo modo: “Io sono convinto che tu hai fatto il furbo, quindi, o sei tu a dimostrarmi di essere pulito, oppure paghi. E se non paghi sappi che ti pignoro l’auto o la casa. Non solo, se vuoi impugnare gli atti con cui ti chiedo dei soldi, prima paghi e poi, se e quando vincerai il ricorso, ti renderò i soldi”. Si chiama inversione dell’onere della prova, un principio che si pone in palese contrasto con i più elementari assunti che ispirano ogni ordinamento giuridico rispettoso del cittadino. Detto in modo piano: “se mi accusi di qualcosa devi essere tu a dimostrare che sono colpevole e non io a dimostrarmi innocente”. Questa è civiltà giuridica !
Per contro, il Codice penale e la Costituzione sanciscono la non retroattività della legge penale e, nel caso di modifica delle pene per un certo reato, si deve applicare sempre la disposizione più favorevole al reo (principio del “favor rei”). Ebbene sì, il Codice penale scritto da Alfredo Rocco nel 1930, in piena epoca fascista, è più garantista del fisco repubblicano!
Magari possiamo aver tediato il lettore,  ma rimarchiamo il fatto che parlare di stato di diritto non significa avvitarsi in tecnicismi giuridici, NON E’ soltanto “roba da avvocati”. Parlare di stato di diritto significa parlare di libertà, qualcosa che, come l’aria, si dà per scontato, fino al momento in cui essa viene a mancare. Ed è allora che ci sente soffocare.

venerdì 25 maggio 2012

Pedesina (SO) - Prima sagra dello scarafaggio panato

Si terrà a Pedesina dal 3 al 6 giugno prossimi la Prima sagra dello scarafaggio panato. La manifestazione si terrà presso la piazza d’armi della Caserma Eusebio Randellazzi, che ospita il terzo battaglione Forconieri d’assalto Gerola.

La crisi economica mi ha spinto a fare qualcosa per il paese. Ho avvertito forte il dovere morale di regalare un sorriso a tanti bambini ed alle famiglie che stentano ad arrivare a fine mese. Infatti, al prezzo popolare di un Euro a testa si potrà consumare un cartoccio da 3 etti di scarafaggi panati ed una pinta del pregiato moscato dolce di Trona Vaga. Io non voglio fare business ma contribuire a rinsaldare il tessuto sociale con questa iniziativa”, dichiara il Presidente del comitato organizzatore Aristide Stoscini Rumenta.

Sto cercando volontari per l’allestimento della sagra. Ho bisogno di persone che mi aiutino cacciare e catturare gli scarafaggi, a panarli e friggerli ed a montare stand e cucine. In base ai miei calcoli dovremmo avere bisogno di almeno trenta quintali di scarafaggi, se possibile della razza Ruboblatta Gerolensis Vomitomaculata, la più pregiata, con carni tenere e dolci, che si sciolgono in bocca come burro una volta panata e fritta, anche se è deliziosa anche cruda, appena marinata con sugna e siero di latte. I volontari saranno ovviamente tutti retribuiti con vitto ed alloggio gratis presso la Locanda del Birancido, che gestisco da tempo immemore. Peraltro è proprio facendo le pulizie del mio esercizio che mi è venuta l’idea della sagra”, prosegue Stoscini Rumenta.

Voglio dire a tutte le famiglie di venire alla sagra dello scarafaggio panato, per passare una giornata all’aria aperta, con cibo succulento, buon vino e bella musica. Per un giorno CREPI LA CRISI”, conclude Stoscini Rumenta.